Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca


Veronesi


Non riesce a non sollevare tutta la mia simpatia. Come uomo, come scienziato, come personaggio politico che nelle beghe di Palazzo possa portare, quantomeno, uno spiraglio di lotta a pratiche e mentalità bigotte, così vincenti e radicate nel panorama italiano.


Per decenni ha lottato e portato avanti ricerche e progetti sulla prevenzione e sulla cura del cancro, ed ha contribuito al raggiungimento di enormi traguardi nella lotta a questa malattia. Soprattutto per ciò che concerne il carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Per me, questo è intoccabile, forse soprattutto emotivamente.


Dal punto di vista politivo, Veronesi è un personaggio complesso, e difficilmente etichettabile. Chiaro che alla Binetti venga l’orticaria quando ci pensa. Chissa se Walter ha in testa la cifra della complessa composizione in cui si è messo.

Ha idee difficili per il dibattito medio. Decisamente poco digeribili per alcuni versi. Appoggia il mondo Ogm, appoggia l’eutanasia.

La decisione di un possibile accanimento terapeutico spetta al malato quando ancora può prenderla

Ma anche

Io sostengo il valore dell’eutanasia come richiesta volontaria e cosciente di porre fine alla propria esistenza

Le reazioni al caso Welby sono ancora nella memoria collettiva.

La scienza senza Dio è una minaccia per l’umanità

Ha detto il Pastore Tedesco. E da queste e molte altre impostazioni è nato il casus belli Sapienza. Casus che ha visto il commento del medico: l’annullamento della visita del Papa, per lui, non è mai stato uno scandalo.


Il neocapolista del Pd per il Senato in Lombardia ne ha decisamente fatte, dall’alto dei suoi 81 anni (non rientrando nell’ondata di nuovo, peraltro, ma di provocatorio certamente sì). Le ricerche di cui si diceva sopra hanno portato il suo nome nel mondo. Ha fondato l’Istituto europeo di oncologia e l’Associazione Italiana di ricerca sul cancro e nel 2000 è stato ministro della Sanità del governo Amato.


A sentirlo nominare, a teodem e dintorni viene una poderosa allergia. L’anima teodem dei Democratici lo ha già chiamato

testimonial antiecclesiale

di cotanta

deriva laicista


Ha firmato, nel 1995, un appello per la legalizzazione delle droghe leggere. Gli Ogm, per lui, sono tutt’altro che un problema:

non è meno pericoloso del tradizionale pane quotidiano

Si è battuto e continua a battersi per la ricerca sulle cellule staminali.

Libererà il mondo dalla paura di malattie gravissime

La pillola del giorno dopo è un bene, e Veronesi ha sempre difeso il diritto, per una donnam di sapere quando e se mettere al mondo un filgio. La RU-486, la pillola abortiva,

dovrebbe essere usata nei limiti previsti dalla legge


L’Avvenire, quotidiano di proprietà dei vescovi italiani, oggi lo attacca, chiaramente e direttamente. La candidatura dell’oncologo (insieme all’accordo con i radicali) viene analizzata in un editoriale a firma Francesco D’Agostino.

È impossibile ignorare quale sia l’antropologia di Umberto Veronesi. È impossibile ignorare la visione libertaria (e non liberale, come viene spesso arbitrariamente presentata) di chi ha sempre militato nel Partito Radicale

a buttano sull’antropologia. Sulle visioni antropologiche riduzionistiche, e cioè appunto proprio quella radicale o quella di Veronesi. Visioni pericolose, che portano inevitabilmente a conseguenze sul piano delle scelte politiche, non solo per quel che concerne i temi etici e difficili, ma su ogni aspetto del vivere civile.

Anche per temi di ancor più ampio rilievo sociale, primi fra tutti quelli del matrimonio, della famiglia e delle adozioni


Il concetto, qui, è come farà Veltroni. La composizione dell’anima teodem e di quella radicale, attraversata dall’istituzionalità e dalla complessità del personaggio Veronesi, appare oltre i limiti dell’umano. La sfida di Walter, insomma, è grande e complessa. Meno male che ci sono i giovani a consolarlo.

4 commenti su “Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca”

  1. Veronesi ha esplicitato la sua volontà, nel caso diventerà Ministro della Sanità, di agire per il bene della sanità, cercando di tenere il più possibile fuori dalle sue decisioni gli aspetti etici, ed io penso sia un bene.

    Sinceramente penso che sia in questo momento il personaggio più credibile che abbiamo in Italia. Fosse per me, lo farei presidente del consiglio.

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