Un solo grido: “Stop alle morti bianche!”

E’stato il “leit motiv” di telegiornali, talk show, programmi di approfondimento di questo dicembre 2007 che ci ha da poco salutato. Un argomento troppo spesso lasciato in disparte, come a definirlo una cosa naturale, una cosa che prima o poi doveva succedere. Parliamo di morti bianche. Un argomento che ai più farà tornare alla mente le tragiche immagini dell’incidente accaduto all’interno dello stabilimento “Thyssen Krupp” di Torino.

Bombardati di informazioni, numeri, interviste. Tante parole, tante proposte, tante idee che purtroppo rimangono tali, non si realizzano. E intanto, anche se ora non lo “vediamo” più con gli occhi della tv, le morti bianche continuano ad esserci, anche nel 2008.

Sono 1300 le morti sul lavoro accadute nel 2005, salite a 1600 circa nel 2006. Un dato in costante ascesa, che diviene ancora più preoccupante se si pensa che non considera le morti dei lavoratori in nero siano questi o no immigrati (clandestini o regolari).


Un problema che le istituzioni dovrebbero valutare con maggiore attenzione. Ma che, come leggiamo nella lettera che segue, viene troppo spesso dimenticato e lasciato al suo destino. Qui a seguito riportiamo la lettera di tre rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, i quali hanno scritto una lettera a Romano Prodi ed ai suoi ministri con lo scopo di sensibilizzarli maggiormente nei confronti di situazioni “lontane” da quelle dei politici. I commenti a riguardo possono essere notevoli, basta leggere per capire quale è oggi la situazione dei lavoratori italiani.

Cari ministri del governo Prodi,
Siamo 3 RLS di sinistra, ma la questione di cui parleremo non c’entra assolutamente con l’essere di destra, di centro o di sinistra, il fatto è che più volte abbiamo scritto ed inviato email ad alcuni di Voi, ma di risposte serie e concrete non ne abbiamo mai avute.
Dobbiamo essere sinceri, solo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato corretto e cortesemente ci ha risposto, prendendo anche posizione sulla questione delle “morti bianche”.
Abbiamo scritto anche al Presidente del Consiglio Romano Prodi (email e fax), persino una raccomandata con ricevuta di ritorno, ma niente, salvo poi vederlo con un volto pieno di sgomento ai funerali delle vittime della Thyssenkrupp di Torino, pronunciare frasi ferme nei contenuti (Prometto, non accadrà più), ma che poi come sempre si perdono nelle nebbie della pianura padana.
Ci rivolgiamo a Voi, che intervenite nelle trasmissioni televisive sulle “morti bianche” effettuate nella maggior parte dei casi a tarda sera, ci rivolgiamo ancora una volta a Voi che avete la possibilità di rispondere sinceramente e seriamente alle domande che Vi vengono rivolte dai conduttori in modo evasivo, di prendere una presa di posizione forte, affinchè tante famiglie smettano di piangere i lori cari, e che chi deve pagare, paghi fino in fondo i suoi sbagli.
Le leggi ci sono, vanno fatte rispettare ma non a parole, ma con i fatti.
Noi siamo qui, pronti come sempre, come tutti i giorni sui luoghi di lavoro e non, noi continueremo finchè qualcuno tenterà (come normale in questo Paese) di oscurarci, soltanto perché chiediamo un nostro diritto, il diritto alla famiglia, il diritto ad avere un lavoro dignitoso, come scritto nell’Art 1 della Costituzione Italiana, dove si enuncia che “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro”, e non sui morti sul lavoro!

Marco Bazzoni

Andrea Coppini

Mauro Marchi

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