Sono ore convulse, dove poco è il tempo per scrivere, ma molto è il tempo che serve per raccontare.
Per raccontare in primo luogo la verità sui fatti accaduti la mattina di ieri (meercoledì 27, ndr), la verità sulla violenza
subita, la verità sociale e politica che continua a tenere lontani neofascisti e squadristi
dalluniversità la Sapienza
Proviamo a procedere con ordine. La presidenza di Lettere e filosofia, lo storico moderno, compilativo
e mediocre, di nome Guido Pescosolido, autorizza un convegno di Forza nuova all’interno della facoltà.
Inutile dire che il preside, il mediocre, ha fatto finta di non sapere, di non aver capito, peggio si
è protetto dietro lo scudo del
pluralismo culturale: che ognuno parli, tanto parlare e far parlare non
costa nulla, anzi frutta molti soldi e poco importa quali sono i gesti e le pratiche politiche che
accompagnano il parlante. Mediocre nel mestiere, mediocre nella vita, questo preside piccolo piccolo
che semmai merita un posto nella segreteria tecnica, fotocopie e fotocopie da fare.
In modo tempestivo, lunedì mattina, occupiamo la presidenza, dopo sette ore il pro-rettore Frati revoca
lautorizzazione e il preside piccolo piccolo se ne torna a casa con la sua borsetta da uomo mediocre.
Usciamo dalla facoltà e ci ritroviamo telefonicamente qualche ora dopo, voci fidate ci raccontano di
unattacchinaggio di Forza nuova lungo le mura della città universitaria. 5 macchine, armati, of course
(fa parte del galateo politico del tempo presente). La notte trascorre, tutto si fa più chiaro.
Sono le 13, è martedì, e noi usciamo dalla città universitaria
per attacchinare e promuovere uniniziativa
sulle trasformazioni della formazione nella crisi della globalizzazione: radicalizzazione dellautonomia,
differenziazione, vuoti del mercato delle competenze, tanti temi e molti problemi per capire dove muove
luniversità che cambia. Passano pochi minuti e due macchine (forse noleggiate) ci raggiungono, scendono
in tanti, scendono con tante armi: spranghe, mazze ferrate, catene, qualche coltello. Sono attimi durissimi.
Alcuni di noi sono feriti (punti in testa e spalle rotte), ma loro, adulti (alcuni ultra quarantenni) e
armati vanno via, vanno via.
In tre in ospedale, molti di noi interrogati, la giornata procede dentro la facoltà di Lettere e in un
corteo forte, pieno di studenti (almeno duemila), pieno di indignazione. Una giornata in cui in molti hanno
deciso di rompere il silenzio, tra professori e ricercatori, molte le parole in nostra di difesa, potente
la
ricerca di verità. Eppure, puntuale la controffensiva mediatica: è stata una rissa,
uno scontro tra opposte fazioni.
Ma di quale opposte fazioni si parla! Da una parte, la nostra, cè luniversità, gli studenti, dall’altra
un manipolo di militanti e di squadristi che con luniversità non centrano nulla, aggressori violenti e
razzisti, funzionari politici di un partito che dovrebbe essere fuori legge. Inutile dire che alla finzione
mediatica si è accompagnato larresto di Emiliano e Giuseppe, due studenti della Rete, aggrediti alle spalle
e feriti. Daltronde allarresto deve seguire la bugia e alla bugia l’arresto, il circolo è vizioso.
Ma un passo importante si sta compiendo in questi giorni alluniversità di Roma la Sapienza: il partito di
Forza nuova, sulla base della sollecitazione dei movimenti, viene considerato illegale da unistituzione pubblica.
Se esistesse unopposizione in
Italia, in seguito ai fatti di questa mattina si potrebbe pensare una campagna
politica vincente per ottenere lo scioglimento delle forze politiche neo-squdriste e razziste.
L’opposizione non cè, ma ci sono i movimenti, ci sono le persone in carne ed ossa, cè la voglia di verità,
il desiderio di giustizia, e non saranno le finzioni e le menzogne a cancellarli.
La partita, però, va vinta fino in fondo ed è per questo che è decisivo avere i nostri fratelli Emiliano e
Giuseppe liberi subito, altrettanto dare vita questoggi ad una grande assemblea pubblica.
Alle ore 9:00 presidio a P. Clodio, in attesa del processo per direttissima.
Alle ore 14:30 assemblea pubblica nella facoltà di Lettere.
Giovedì, invece, fondamentale essere in tante e tanti presso lentrata della facoltà (a partire dalle 8:30),
per impedire che gli squadristi possano tornare e che mettano piede dentro luniversità
La verità non si arresta, la Sapienza sarà libera, Emiliano e Giuseppe liberi subito!
(ANSA) – ROMA, 28 MAG – Convalida del fermo per i sei gli arrestati ieri durante gli scontri all’universita’ La Sapienza: tre finiscono ai domiciliari, tre liberi. Lo ha deciso il giudice Pugliese del tribunale di Roma. I domiciliari sono stati disposti per Martin Avaro, Gabriele Acerra (Forza Nuova) ed Emiliano Marini (di sinistra) con precedenti penali. In liberta’ Andrea Fiorucci, Federico Ranalli e Giuseppe Mercuri. Tutti sono accusati di rissa aggravata dalle lesioni. Rischiano da 3 mesi a 5 anni di reclusione