Roma e la gita dei grillini


gita


Dopo il Rosso Trevi e le palline colorate sulla scalinata di Piazza di Spagna, Roma potrebbe subire un’altra, variopinta, invasione. Quella di Beppe Grillo e dei suoi seguaci.


L’appello di Beppe Grillo è chiaro e diretto: Una gita su Roma. Provoca, lui. Questa volta provoca in risposta alle parole, che Silvio sostiene essere state malignamente interpretate dalla stampa, del leader di Forza Italia.


Dal Vangelo secondo Grillo, Blog: Se lo psiconano suonerà le sue trombe, noi suoneremo le nostre campane. In caso di marcia organizzerò una gita turistica di massa nella Città Eterna. Il percorso si snoderà attraverso le sedi di partito. Un’occasione irripetibile per vedere dal vivo i ruderi della politica. E fotografare i nostri dipendenti. Chi è, questo psiconano? Non è difficile dargli un nome. Grillo continua, ironico e sprezzante: Un evento da raccontare ai nipoti. Meglio della caduta del Muro di Berlino.

La disinformazione piena e totale, una vergogna di Silvio diventa l’occasione per Grillo per inserirsi come voce, certamente ascoltata, nell’intricata situazione di governo-non governo-quale governo. Se da Arcore si smentisce (Ho detto semplicemente che abbiamo ricevuto molte richieste dalla nostra base per organizzare manifestazioni di piazza ma che noi abbiamo rinunciato a farlo), dal blog non si lascia correre, nè si perdona.


Il comico propone una gita organizzata e pensata per tappe: un pellegrinaggio ragionato tra le sedi di partito. Lo psiconano minaccia la marcia su Roma se non si vota subito con la legge porcata che fece approvare in tutta fretta nel 2006. La legge mantenuta in vita allegramente per due anni dal centro sinistra toglie al cittadino il voto di preferenza. Vuol dire, ad esempio che Cuffaro e Cirino Pomicino possono essere eletti senatori da Casini e da Berlusconi e i cittadini possono solo stare a guardare.


Affaritaliani.it ha raggiunto Beppe Grillo per pergli una domanda esistenziale: Meglio votare subito o dar vita a un governo tecnico? E lui non usa mezzi termini: E’ come dire un calcio in quel posto o un pugno in un occhio. Non si puo’ assolutamente andare a fare una farsa di elezioni con questa legge. Il voto anticipato senza cambiare prima questa legge è come un calcio nei coglioni. Il governo tecnico invece è come un pugno in un occhio, che fa un po’ meno male. Un concetto spiegato in modo chiaro a tutti, si direbbe.


Ancora più gustoso diviene l’intercalare, se possibile, quando gli si chiedono lumi su Veltroni e Berlusconi. Non so chi siano, parliamo del vuoto. Non c’è niente dietro queste persone. Non mi interessa assolutamente, sono fuori dai miei schemi. Amen. Ma l’italiano medio, insomma, che deve fare?


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