Ratzinger line. Papa, pop-Papa, pop-Papa



Niente più eventi cattolici come concerti. Il Pontefice non è mica una rockstar, ci tiene a dire Benedetto XVI.


Detta così, il riferimento mi sembra assolutamente indirizzato alle assemblee colorate, gli incontri pieni di vita di colui che era sempre espressione del potere della Chiesa, ma che aveva improntato uno stile comunicativo innovativo, adatto ai tempi, e che alla paura, al timore, all’angoscia, aveva sostituito quanto meno movimento e coinvolgimento.


Anche Papa Giovanni Paolo II, in termini di morale, si oppose fermamente all’aborto e confermò l’approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile. Ma faceva meno paura sentirlo.

Wojtyła ha viaggiato moltissimo: più di 100 viaggi in tutto il mondo, cui parteciparono enormi folle anche con le generazioni più giovani. Che per Ratzinger le Giornate Mondiali della Gioventù avessero un po’ l’aria dell’abominevole concerto rock? Un po’ Primo Maggio, un po’ Woodstock? Pensare che questa attività comunicativa venne da molti interpretata come segno di una propensione all’essere ponte (guarda un po’: l’etimologia della parola pontifex (= pontem facere) significa costruttore di ponti) di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell’ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.


One singular sensation.

Non sono una rockstar

Un po’ come

Non sono una signora



One singular sensation: che i due Papi fossero diversi in stile lo sapevamo.


Gli auguri di Natale dell’attuale Pontefice aiutano – qualora ve ne fosse ulteriormente bisogno – a conoscerlo meglio. Vi era piaciuto il carattere più “umano” del pontificato di Wojtyla? Bene, scordatevelo.


I Papa Boys orfani? Parrebbe. E, oltre all’attacco a chi spettacolarizza le cerimonie religiose – le Giornate Mondiali della Gioventù, ideate e fortemente incoraggiate da Giovanni Paolo II, rischiano per Ratzinger di essere eventi troppo poco spirituali ( e vorrei un vaticanista per chiedere se questo screditare il predecessore ha dei precedenti nello stile del Vaticano) – il Papa attacca la mentalità gender.



Non è l’uomo che decide, è Dio che decide chi è uomo e chi è donna

E in effetti uno, alla nascita, si ritrova senza sceglierlo un pene oppure una vagina.


(Ops, il musical teatrale Chorus Line è stato uno dei primi a trattare il tema dell’omosessualità).

Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine ‘gender’ si risolve in definitiva nell’autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo spirito creatore


Sarà. Ma vive secondo lo spirito della propria persona. Quello che ogni giorno lo accompagna nel risveglio. Quello che lo specchio rivela. E’ la natura sentita, se ne ascoltate i racconti.


Un commento tra i tanti dalla pagina di Repubblica:

Ormai solo ODIO nelle sue parole, ma è questo il cristianesimo? e questo l’amore di Dio… ne siamo sicuri? Un bel Caffè x Benedetto… e che se ne faccia un altro che non sia un nazista per favore…


Che ne pensate?


11 commenti su “Ratzinger line. Papa, pop-Papa, pop-Papa”

  1. Se la domanda è “se capitasse anche a te, cambieresti idea?”, non so rispondere. E’ certo che cambiare i valori in cui si crede a seconda delle esigenze è un pò troppo comodo. Accettare cose simili non dev’essere comunque facile; sicuramente non lo sbandiererei con orgoglio, come si tende a fare oggi.

  2. No, la domanda è: come ci fai i conti, calcolando anche la variabile “figlio” che viene richiamata solo per comprendere il carattere ordinario delle cose. Come dice Macchianera: “Dice il Papa Benedetto XVI che non è una rockstar, e fin qui eravamo tutti d’accordo. Poi che l’essere umano è solo “maschio” o “femmina”. E non vogliamo dire di no, da un punto di vista squisitamente genitale o, che so, i cromosomi. Resta il fatto che in qualche misura dovremo comunque prima o poi fare i conti con un certo numero di gay sparsi per il mondo i quali, a prescindere da quel che si racconta l’uomo-in-bianco, restano vivi e vegeti ai quattro angoli del globo. E lo dico perché anche la Chiesa stessa dovrebbe porsi il problema visto e considerato il numero di appartenenti a questa “nuova specie non ancora definita” tra le proprie fila”. http://www.macchianera.net/2008/12/22/negare-per-credere/

  3. Mi sembra un problema diverso da quello descritto nell’articolo. Indipendentemente da “come ci si fa i conti”, non credo sia sbagliato dire che uomo e donna si nasce, mentre le scelte sessuali successive sono appunto “scelte”, arbitrarie (e come tali anche sbagliate) e non “diritti”. Sul “come farci i conti”, senza voler offendere nessuno, perchè non classificarla come “una perversione”? Il mondo è pieno di gente che ha gusti sessuali “curiosi”, ma non mi pare che nessuna di queste categorie faccia una crociata. O è forse solo una questione di numeri? “Giusto o sbagliato non ci importa, ma siamo in tanti quindi abbiamo ragione”?

  4. Una cosa, se permetti, sono le pratiche sessuali. Ne esistono a milioni (http://www.cooletto.com/). Secondo te perché, e in che senso, è stata richiamata l’anatomia? Qual è la conclusione? Che siccome non rientrano nell’anatomia (o meglio, nel fine ultimo della procreazione), allora non “risultano”? Tu hai scelto di essere eterosessuale? Perché chiaramente non sei gay. L’hai scelto? O l’hai sentito? E se avessi sentito qualcosa di differente? Avresti avuto il coraggio ( e la non naturalezza) di dire “sto sbagliando” e di autoimporti una “normale” identità sessuale? Pare che tu ce l’abbia con l’ostentazione. Su quello sono d’accordi, anche perchè diventa controproducente. Ma da lì alla perversione…

  5. Ecco, credo sia proprio questo il punto. Cosa “risulta” (come dici tu) e cosa no. Non vorrei sembrare troppo categorico (o troppo ovvio) ma secondo me “risulta” solo uomo con donna e viceversa, magari entro una differenza d’età ragionevole. “Risulta” che un uomo sia attratto da donne di 50 anni più anziane? O da donne di 50 anni più giovani? O da altri uomini? E si potrebbe andare avanti, con esempi sempre più “scabrosi”. Alcuni degli esempi che ho portato incontrano già la disapprovazione comune (soprattutto il secondo..), altri no (vedi il primo), ma non capisco proprio come mai il terzo porti le persone a volerlo riconoscere come una cosa “normale”. Non lo è, punto. Lo vuoi vivere? Ok. Però renditi conto che è una cosa “inusuale”, non una cosa “naturale”.

    Sull'”imporsi” un’identità sessuale chiaramente non lo trovo un obbligo. Probabilmente nemmeno io riuscirei ad impormene una. Però, ripeto, un conto è viverla come uno “sbaglio”, un conto come un vanto. Dal canto mio vivrei la mia natura (sapendo di “sbagliare”), ma un pò “defilato”, sarei conscio del fatto che la mia situazione non è “normale” e cercherei di ricavarne il meglio che posso. Ma non andrei mai a rivendicare in piazza “i miei diritti” (quali?) o a imbonire le folle affermando la mia parità.
    Ci dobbiamo aspettare, magari fra 30 anni, le stesse manifestazioni da parte dei “gigolò ventenni per signore ottuagenarie”? O magari dei “Facciamolo in pubblico?”

  6. Io mi informerei. Quelle di cui parli sono malattie. L’omosessualità, in tutto il mondo, non lo è (definitivamente dal 1994). “L’orientamento affettivo omosessuale non è una parte malata o una deviazione, non è un gusto o un vizio, non è una scelta o il frutto di un peccato, ma una delle colonne che identificano la persona nella sua unicità” (Rigliano, 2006). http://it.wikipedia.org/wiki/Cause_dell%27omosessualit%C3%A0.

    Vivresti tutta la vita sapendo che non è “normale” ma sentendolo? Sei proprio certo? Pensa: esci con il tuo partner gay, e vedi tutte le coppie etero che si prendono per mano. Ma tu, in pubblico, non lo faresti, vero? No, tu in pubblico non lo faresti. E non per discrezione o per non “rivendicare in piazza”, ma per paura. Perchè sai quante volte ho visto su un autobus minacciare e terrorizzare? Eppure dal lato gay non c’era nessuna rivendicazione fuori luogo. Solo l’essere sullo stesso autobus, nello stesso posto, alla stessa ora, nella stessa direzione.

    Poi per carità. Ognuno ha la propria opinione e il proprio sentire.

  7. Ammetto che in effetti non ero molto aggiornato sugli studi scientifici in materia. Ho letto tutta la pagina wikipedia segnalata; sembra concludere che gli studi scientifici non raggiungono risultati “definitivi” e che le associazioni di studiosi hanno depennato l’omosessualità come “patologia” per cause che, a quanto traspare dall’articolo, sono riconducibili all'”assenza di prova contraria” condita da pressioni dal mondo omosex. Il che non è di per sè sbagliato: se non hai la conferma che una cosa è “sbagliata”, e molte persone di chiedono di non ritenerla + tale, come giustifichi un rifiuto? Il ragionamento ha senso.

    E’ questa assenza di un risultato definitivo e certo che però mi impedisce di cambiare idea fino in fondo. Boh, probabilmente è un ambito dove è impossibile trovare un accordo. Si sa ancora troppo poco in materia. E’ difficile cominciare a ragionare senza una base oggettiva, altrimenti non si fa altro che addurre opinioni. Anche per questo motivo mi trovo un pò in difficoltà nell'”immaginarmi” in una situazione del genere. E’ stato comunque un piacevole scambio di vedute 🙂

    Saluti e auguri di buone feste.

  8. Ene, calcola che la storia della “malattia” e della scienza comunque inconta naturalmente anche problematiche politiche (e più il problema è delicato, più ciò accade). Detto ciò, anche a me ha fatto piacere lo scambio di vedute. Ti capisco quando dici che ostentare può essere fastidioso: purtroppo, il movimento gay risente degli eccessi dei nostri tempi, e ciò porta ad un risultato evidente anche per la specificità dei diritti che rivendicano. Parlare di sessualità non è mai facile, e il chiasso spesso fatto credo sia controproducente prima di tutto per loro e per quello che, a mio avviso correttamente, parte di loro serenamente afferma. Al prossimo dibattito e ancora auguri! 🙂

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