Posso andare in bagno, Prof. Sarkozy? Per i Ministri francesi, in arrivo le pagelle


Sarkozy


Che fosse uno originale si era capito. Che non avesse problemi ad attirare l’attenzione, anche. Insomma, il buon Sarkozy si è inventato la pagella. Da recapitare ai suoi ministri. Numeri, dati, riscontri, valutazioni nero su bianco, addirittura mese per mese. Vediamo i progressi, verifichiamo le carenze, i punti di forza, i punti deboli, qui no, qui sì, qui forse, rimandiamo, e nel secondo quadrimestre, se necessario, bocciamo anche.


In questi primi giorni del nuovo anno, al Primo Ministro Fillon toccherà ricevere (uno alla volta, per favore) i membri del governo francese: 33 ritorni a scuola, tra ministri e segretari di Stato. E consegnerà loro le prime pagelle. E come il migliore dei maestri buoni, Fillon ha tranquillizzato i suoi con parole di conforto: Non è un meccanismo punitivo, ma un modo per coordinare meglio il lavoro governativo e installare una cultura dei risultati. Oui, oui.


Poi – c’è anche un poi – dopo le municipali di marzo e prima dell’avvio della presidenza francese dell’Unione europea, i tabelloni dei risultati verranno pubblicati. E potrebbe scattare il rimpasto. Consapevole di tutto questo guaio in arrivo, ieri, la classe si è presentata al cospetto del Preside Sarkò per gli auguri di buon anno nuovo. Ironia. Si sorrideva, un po’ a disagio.


Solo tre sembrano essere i sicuramente promossi. Primo fra tutti, Xavier Bertrand, Ministre du Travail, des Relations sociales et de la Solidarité, che, insomma, è stato bravo a tenere a bada i sindacati dei ferrovieri e bisogna dargliene atto. Poi Jean-Louis Borloo, il cugino francese di Pecoraro Scanio, la sua controparte. E ancora Eric Woert , Ministro del Bilancio. Uomo dai numeri di tutto rispetto anche per il Presidente.


Per gli altri, la musica è diversa. Michèle Alliot-Marie, Ministro dell’Interno, accumula debiti su debiti (semprein senso scolastico, beninteso). Hervé Morin, alla Difesa, avrebbe, in verità, bisogno di ripetizioni in Pubbliche Relazioni: i suoi militari lo odiano. Anche Michel Barnier, Ministro dell’Agricoltura, l’ha fatta grossa: ha lasciato il presidente solo davanti a platee di pescatori furibondi. A novembre, il Sarkò ha dovuto subire urla poco consone al suo udito fine e sgradevoli paragoni tra il suo stipendio aumentato (172 per cento in una volta sola) e lo striminzito introito dei pescatori in questione, prosciugato dall’aumento del prezzo del petrolio. Non ci siamo. Pas de tout.


Le Monde azzarda un altro nome, quello di una donna: Christine Albanel, alla Culltura. Poco brillante. Poche paillettes, pochi fuochi d’articifio, nessuna sferzatadi energia. Il Presidente ha uno stile diverso. La signora verrà valutata in base all’evoluzione degli ingressi nei musei che diventeranno gratuiti e per la parte di mercato che i film di produzione nazionale si ritaglieranno in Francia.


Christine Lagarde, ministro dell’Economia, colei che guarda all’affaire Alitalia-Air France dall’altro lato delle Alpi rispetto a Padoa Schioppa – e con tutt’altro umore, plausibilmente – potrebbe essere invitata ad un prematuro pensionamento. Verrà valutata in base alle ore di straordinario dei francesi, sulla scia del progetto lavorare di più per guadagnare di più, anima dell’economia alla Sarkò. Nel suo caso, però, si potrebbe – sostengono fonti non ufficiali – optare per un “ritorni a settembre”: non è carino far saltare proprio il Ministro dell’Economia in apertura di Presidenza Europea, dopotutto.

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