Napolitano, si al ddl Gelmini ma “vi sono criticità”

Foto: AP/LaPresse

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell’ Università già approvata dal Parlamento il 23 dicembre, pur osservando  talune “criticità”. Napolitano ha anche inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si sollecita a superare con successiva legislazione ministeriale tali “criticità”. Nella lettera, il capo dello Stato spiega di aver firmato la legge “non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti per chiedere una nuova deliberazione alle Camere”.

Nella lettera, si spiega inoltre che ” L’ attuazione della legge è del resto demandata ad un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali”  e che vanno “affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.” Per l’ articolo 6, riguardante il titolo di professore aggregato, si auspica che “il governo adempia senza indugio all’ impegno assunto dal ministro Gelmini”, “eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’ articolo”. Per quel che riguarda la concessione delle borse di studio, prevista dall’ articolo 4, viene specificato che “appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sull’ appartenenza territoriale”. L’ art. 23, che disciplina i contratti per attività di insegnamento, è per una parte di “dubbia ragionevolezza”, mentre l’ articolo 26 andrebbe “formulato in termini non equivoci”. Vi è, comunque, l’ auspicio a che, ” sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un dialogo con tutte le parti interessate”.


Il ministro dell’ Istruzione, Maria Stella Gelmini, è soddisfatta, ritenendo che le osservazioni di Napolitano non siano sulla “sostanza” della riforma che porta il suo nome. “Esprimo la mia piena soddisfazione per la promulgazione della legge da parte del presidente della Repubblica. Terremo, insieme al presidente Berlusconi, in massima considerazione le sue osservazioni. Appare evidente dall’ analisi dei punti rilevati che nessuno di essi tocca elementi portanti e qualificanti della legge.” ha affermato il ministro.
Le opposizioni, invece, pur rispettando la decisione del Quirinale, chiedono, comunque, che il governo apra ad un confronto per l’ attuazione della riforma. Così il presidente dell’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ritiene la legge un “provvedimento ingiusto, iniquo ed incostituzionale“, ed aggiunge: ” Ci auguriamo, ad ogni modo, che i dibattiti e le riflessioni successive possano frenare la portata devastante che caratterizza la riforma”. Anche il PD, con la capogruppo nella commissione cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, sollecita il governo “a un confronto con le parti interessate in tutta la complessa fase attuativa della legge Gelmini”.
Gli studenti universitari, comunque, non hanno intenzione di arrendersi, e quelli di Link-Coordinamento Universitario hanno commentato: ” Il presidente Napolitano ci ha ricevuto e ascoltato con rispetto, ma non pretendevamo che fosse lui a dar battaglia al nostro posto.”

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