Mastella e Ruini. Ovvero: il gatto e la volpe


gatto volpe


Mi arriva la newsletter di Libertà e Giustizia. Mi ci sono iscritta appositamente. Sarà colpa dei miei inutili studi in Scienze della Comunicazione, ma a me Umberto Eco in fondo è sempre piaciuto – certo, ha da un po’ una deriva eccessivamente intellettualoide e insofferente, ma tant’è. A capirlo davvero, poi. E su Enzo Biagi non spendo parole, perchè è ben difficile che ne sia degna.


Comunque, col suo Comitato di Garanti e la sua discrezione, ha solleticato la mia curiosità ben sopita dal disgusto dei circoli intellettuali, le associazioni, gli pseudopartiti dei tempi nostri. Mi ha colpita anche per la sua discrezione. Si direbbe che non la butta in caciara come una matrona partenopea al mercato del pesce.


L’articolo che oggi si è imposto alla mia attenzione, dall’alto della mia influenza Pacifica (Il nome sarebbe in verità grazioso, se corrispondesse ad uno stato dell’animo. PACIFICA: mi sento un tantinello presa per i fondelli) porta il titolo sobrio di Coincidenze e peccatori.

E mentre si susseguono i commenti a Riuscirà Prodi a salvarsi dalla crisi?, nel leggerli, mi viene un certo senso di smarrimento. Nessuno di noi sa esattamente come stanno le cose. Ognuno ha le proprie convinzioni, appartenente, scorciatoie del pensiero. Prodi è buono, Prodi è cattivo. Berlusconi è buono, Berlusconi è cattivo. Chi sa esattamente quali sono i dati dell’economia italiana? Chi potrebbe con certezza dire che i dati in suo possesso non sono in qualche modo inficiati?


Per il titolo, e per il richiamo all’articolo di LeG, e soprattutto per il ritenerlo plausibile, suvvia, potrebbe partire l’insulto e la caccia alle streghe. Mastella l’ha sempre detto, che era Cattolico. In fondo, la sua era la presenza forse meno eclatante domenica scorsa a Piazza San Pietro, a quello che immediatamente è stato definito Papa Day. Vizio dei media trovare delle definizioni che si spera abbiano un prosieguo.


LeG sottolinea che l’aspetto più inquietante di una sistuazione che forse non ha precedenti nella storia italiana è la contemporaneità dell’attacco del presidente della Cei al governo italiano, con la decisione di Mastella di lasciare la maggioranza. LeG non ha elementi che provino una connessione concreta fra i due episodi, ma non può non esprimere la più forte inquietudine per la natura di questa crisi. Essa non può non apparire come strettamente collegata alla condanna espressa dalle più alte gerarchie ecclesiastiche per il governo e per l’autonomia delle scelte di questo Parlamento.


Quindi la domanda è: Mastella, mentre nei giorni concitati di furore mediatico sulle pesanti indagini che gli stavno piovendo sul groppone, ha detto vado, ma l’Udeur appoggia il Governo dall’esterno, ora Mastella fa la crisi.


Continua LeG: Secondo alcune ricostruzioni gionalistiche, Mastella, fulminato in piazza San Pietro, domenica scorsa aveva informato Berlusconi e Casini della sua decisione.
Come diceva quel politico che la Chiesa ha frequentato e conosciuto meglio di qualunque altro, nella storia del Dopoguerra, Giulio Andreotti: “A pensar male, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Noi, peccatori di LeG pensiamo che la coincidenza fra l’attacco della Cei e il siluro di Mastella non sia fortuita, ci piacerebbe essere smentiti sull’ingerenza vaticana nella crisi di governo
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Non saprei meglio sintetizzare. Non essendo riuscito, almeno per la magistratura, nella mission del buon politico, a Mastella verrà meglio quella del buon samaritano.


4 commenti su “Mastella e Ruini. Ovvero: il gatto e la volpe”

  1. @Agenzia pubblicità Sì ma poi? qui parliamo addirittura di connivenze, e del Presidente Cei che ha dettato praticamente il programma al governo (dello Stato italiano) – meglio poi se il governo se lo scelgono direttamente – per il prossimo anno…

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