Marini rinuncia. Anche agli spiragli


spiraglio


Più che spiragli, alla fine si sono rivelati veri e propri spifferi. Signori spifferi di sinistro aspetto. Marini non ha perso altro inutile tempo. Si è presentato da chi di dovere – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e a occhio e croce gli ha riportato che insomma, si capiva, era chiaro, non ci sta proprio niente da fare.


Tradotto in linguaggio istituzionale e politicamente divulgabile, ecco il report del Presidente del Senato: E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato. Ufficiale, chiara, affatto ambigua, forse un po’ amara chiusura del mandato esplorativo.


Nulla di fatto, insomma. Oggi si è concluso, ingloriosamente, l’ultimo giro di consultazioni, quello decisivo.

Incontro senza colpi di scena con i leader delle forze politiche principali e gli ex capi dello Stato. Esplorazione di un bel niente, sostanzialmente, dato che va bene che tanta era l’attesa per oggi e per le posizioni di Forza Italia e del Pd, ma insomma l’esito è stato poi dei più scontati.


Il Giornale, voce quotidiana della politica berlusconiana, di proprietà – per l’appunto – della famiglia Berlusconi, forse per movimentare le acque, aveva forse voluto agitare le acque, lanciando dalla sua prima pagina di oggi l’ipotesi (in verità a questo punto improbabile anche per logica) di un’intesa elettorale tra i due principali partiti italiani. Fantascienza dal nome di grande coalizione. Fantascienza prontamente smentita da Walter e da Silvio.


Marini saluta e ringrazia, e a questo punto Voto is now è la realtà dell’Italia da qui a neanche due mesi. Scioglimento delle Camere alle porte. Domani mattina il governo si riunirà a Palazzo Chigi per indire il referendum elettorale. Referendum che, in questa ipotesi estremamente reale di fine anticipata della legislatura, slitterà al 2009. L’Italia potrebbe, insomma, andare al voto o il 30-31 marzo, o il 6-7 aprile oppure il 13-14 aprile. E la campagna elettorale è già cominciata.


8 commenti su “Marini rinuncia. Anche agli spiragli”

  1. Strano che si vada al voto sono quelle cose che non ti aspetti….mi auguro davvero non venga eletto ne veltroni ne berlusconi l’asse veltrusconi non mi piace per niente. Anche se si andrà a votare col porcellum spero vivamente di venere gente come DiPietro prendere il 20-30%…cosi da dare un segnale forte

  2. @Pierfrancesco Vero i web è una risorsa alla portata di molti. Peccato che molto spesso però le persone che scrivono, poi, si dimentichino di andare a votare, si accorgono di avere sbagliato simbolo o votano comunque il partito della loro “fede”. Credo che l’unica cosa che potrebbe accadere sia un “effetto LEGA” quando la LEGA NORD partecipò alle sue prime elezioni. Di più la vedo decisamente molto dura.

  3. @Pierfrancesco Senza dubbio non sai quanto anche io sono curioso di vedere i primi “feedback” riguardo questa situazione. Sono troppo curioso. Sarà che forse dopo quanto è successo in questi 2 anni mi aspetto un clamoroso ribaltone.

  4. @Paolo Riva Se ci sarà astensionismo sarà da ridere dato che la destra su dati che conoscono solamente loro va dicendo da settimane che il popolo vuole il voto anticipato…mentre proprio ieri sia a matrix(quindi berlusconi) che a porta a porta gli intervistati hanno dichiarato che si asterranno

  5. @Pierfrancesco Potremmo creare un partito e nominarlo ASTENSIONISTI. Il nostro programma? Non votare niente :-p ahahah. A parte gli scherzi, concordo sul fatto che ormai la fiducia degli italiani sta sotto sotto zero.

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