La lotta tra il Vecchio e il Sessista

Le convention democratiche e repubblicane sono ormai alle nostre spalle con le rivelazioni, i commenti e i discorsi che hanno comportato; cosi con la tensione tra le due formazioni si prosegue verso il 26 settembre, ovvero la data della prima sfida mediatica, il primo faccia a faccia in cui si vedranno opposti i due contendenti alla poltrona della Casa Bianca.


La realtà è che il primo incontro lo hanno avuto, anche se non belligerante, in concomitanza del ricordo della tragedia delle Torre Gemelle a Ground Zero l’11 settembre appena trascorso. In quella data la campagna elettorale è sparita, quasi come un miracolo che solo certi eventi sanno creare, ed insieme hanno mostrato all’America a stelle e strisce che nonostante le divisioni bisogna rimanere uniti verso l’unico obiettivo. Diversamente non sarebbe potuto essere perchè se c’è una cosa che gli americani vogliono è patriottismo.

Cosi ci si avvicina al primo incontro con i cosidetti mini-spot, ovvero proclami di poco meno di un minuto dove il candidato di turno sbatte in faccia all’avversario tutto ciò che fa parte del suo lato negativo, quel lato che nella sua campagna elettorale non può e nond deve mai trasparire.

Cosi se negli spot democratici Barack Obama definisce John McCain un vecchio puntando nuovamente sul fatto che gli Stati Uniti abbiano bisogno di un rinnovamento radicale, dalla parte opposta si disegna Obama e la sua cricca come una compagnia di sessisti, disposti a lanciarsi contro la candidata vice-presidente Sarah Palin.

Di certo non si può dire che abbiano torto. Mettere alla presidenza un uomo che non si sa se arriverà alla fine del suo mandato non è certo molto formativo, dall’altra sembra di rivedere le immagini che hanno accompagnato Obama nei mesi precedenti alla sua candidatura presidenziale in quella primaria che l’ha opposto all’attuale alleata di partito Hillary Rodham Clinton.

Cosi mentre 1 elettore su 10 è ancora indeciso gli USA si apprestano a vivere di sondaggi, che una volta vedono vincente McCain, una volta Obama. Risultati che non fanno altro che aumentare quell’hype che tanto piace agli Stati Uniti e che tanto ci accompagnerà fino all’elezione effettiva del nuovo presidente degli Stati Uniti.

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