Io sto con Marco Travaglio. E voi?

Gli strali della casta si sono abbattuti con violenza per tutto il fine settimana su Marco Travaglio e le sue scomode verità. L’odore che si respira nella stanza dei bottoni del Governo più “mediatico” del mondo, mi consentano, è di editto bulgaro. Il sapore è quello di una purga stalinista. Le accuse rivolte al giornalista sono numericamente inferiori soltanto alle scuse che si sono susseguite a ripetizione nei confronti della seconda carica dello stato. Sapete che c’è? Lo faccio anch’io: Scusi presidente Schifani. Magari porta fortuna.


Ma cerchiamo di andare con ordine e partiamo dall’inizio. Nel corso della sua partecipazione a Che tempo che fa di sabato scorso, Marco Travaglio è ricaduto nel suo antico vizietto, ha detto la verità. Ma se errare humanum est, perseverare… E poi, in prime time. Almeno nel 2001, ospite da Luttazzi, l’ora era tarda ed il bacino di utenza di coloro che ascoltarono alcuni stralci del libro “L’odore dei soldi” – scritto da Travaglio a quattro mani con il giornalista Elio Veltri, sulla vita e le opere del Berlusconi imprenditore – era di certo minore. Ma la regola d’oro della TV è che una volta che ci finisci dentro, in un paese come il nostro lo ribadisco, qualunque tuo gesto, comportamento, parola, espressione facciale potranno essere usati contro di te.


Ed ecco che per il presentatore ci fu cancellazione delle restanti registrazioni di Satirycon ed epurazione, e per entrambi la richiesta di risarcimento milionario con la strumento della querela. Berlusconi e i suoi chiedono complessivamente 150 miliardi del vecchio conio di risarcimento. Risultato? Berlusconi deve a Travaglio centomila euro.


Tornando alla strettissima attualità, stavolta Travaglio, intervistato da un prudentissimo Fabio Fazio, dopo avere sfiorato molti altri argomenti, ha passato sotto le lente e attraverso il tubo catodico il cursus honorum di Senato Schifani. Il discorso del suo insediamento al Senato con l’elogio all’antimafia erano solo effetti speciali, un pò come il discorso partigiano di Gianfranco Fini il giorno dopo al Senato. Mica possono andare lì e dire: Ragazzi vi abbiamo fregato. Ma vi pare? Lo hanno già fatto.


Parentesi, se lo sdegno bipartisan del palazzo – con la sola eccezione di Di Pietro – e della TV di stato – che ha parlato di non meglio precisati interventi – sta nel modo irridente con cui il giornalista ha indugiato più volte con concetti microbiologici per definire sarcasticamente la natura dell’ex socio del boss Nino Mandalà nella società di brokeraggio assicurativo Siculabrokers, la cosa si fa preoccupante.


Perchè sì, è vero, la forma di Travaglio certamente è sarcastica, tagliente, corrosiva ma la sostanza di alcuni aspetti del passato remoto – ma anche più recente tra le aule del parlamento ed i microfoni delle TV – del presidente Schifani vanno aldilà dei rilievi giuridici. Toccano più semplicemente la sfera dell’etica. Etica che a mio avviso, ma forse sbaglio, dovrebbe richiedersi ancor più a livello istituzionale. In politica la forma è sostanza, si sente dire spesso. E la forma richiede sì cautela nella valutazione pubblica delle alte cariche dello stato, perfetto. Ma la forma prescriverebbe anche la medesima perizia nell’analisi del percorso personale di chi quelle cariche è chiamato a ricoprirle. Il ruolo esemplare della politica, si diceva una volta, romanamente orgogliosi.


Sebbene sia lecito aspettarsi codeste alzate di scudi da chi aveva brindato a champagne e mortadella il giorno della caduta del governo Prodi – per dirne una – perplessità potrebbe generare non già il silenzio ma addirittura l’allineamento ufficiale alla linea del governo in carica da parte del PD. Insomma, più che un governo ombra sembra un governo clone, di riserva. La risposta unita e compatta della pseudo-bicamerale in questione è la solita, la delegittimazione, ma anche la menzogna.


Qualcuno interessato e pratico delle faccende della TV, aveva già fiutato puzza di bruciato e avrebbe scommesso su una intervista di questo tipo, ma gli era stato fatto notare che l’epurazione è meglio della censura, sporca meno. E’ un lavoretto rapido e facile. Questo non si fa, prego accomodarsi. E poi sai che esempio per lo stuolo di giornalisti che affollano le sale d’attesa degli uffici dei direttori? Punirne uno per educarne cento.


Dire la verità in prima serata non si può, è troppo presto. La verità in Italia è come il genere horror. Di nicchia e sconsigliato a bambini e deboli di cuore.

6 commenti su “Io sto con Marco Travaglio. E voi?”

  1. E’ sconvolgente che mentre si richiede la perizia psichiatrica per i pm, in Italia, non c’è nessuno che richiede pulizia dei Curriculum Vitae dei politici che ci devono rappresentare…. sarà paura, si, la paura di rendersi conto che la piazza rimarrebbe quasi vuota! Abbiamo un sogno… l’UTOPIA DELL’IDONEITA’ SUI CV DEI POLITICI. E se un cv viene giudicato non idoneo….non prendiamocela con chi ce ne spiega i reali motivi….stop all’iconoclastia delle belle facce!
    Ps: altro che monetina portafortuna per Schifani, un “corno Napolitano” non basta per Travaglio (e colleghi), ma anche noi, siamo con lui.

  2. siete solo dei comunisti isterici. noi pensiamo che abbia ragione sgarbi. perchè non è vero niente W la TV!!! ad ogni modo è interessante prendere in considerazione tali simpatiche idee, solo che in italia non funziona così: noi siamo, come al solito, in leggera controtendenza. Comunque anzichè pensare a schifani, noi sappiamo solo che i comunisti mangiano i bambini….anche se da un pò non va più di moda, anzi ci si fa, insieme, i costituzionalisti.
    Un caro saluto dal loft, forza roma, e forza lupi, a roma stamo nà pacchia, so finiti i tempi cupi (la teca dell’ara pacis fa schifo), due stadi per le squadre di calcio, via i rom,
    Ma sarà colpa di qualcuno, c’è una classe dirigente? (una volta si chiamava sinistra)

  3. ieri sera è andato in onda su radio radicale uno “speciale giustizia” con le dichiarazioni pubbliche rese da senato schifani durante una deposizione del 2004. ovviamente le parole di schifani sono semplicemente la conferma di quello che aveva sostenuto travaglio ospite da fazio. senza considerare, come ha ricordato prontamente il giornalista che le stesse cose sono più volte state dette anche da lirio abbate, giornalista siciliano dell’ansa ad oggi sotto scorta perchè minacciato dalla mafia e lodato a più riprese dal presidente napolitano per la sua attività giornalistica. a bella chiosa dell’orrido quadretto, ancora non conosciamo una risposta del senatore nel merito, ma se ci accontentiamo di una dichiarazione datata basta leggere gli atti della deposizione in questione.
    qui il link de l’Unità con uno stralcio
    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=75382

  4. onestamente tra Travaglio e Sgarbi…u megghiu avi…
    Scherzi a parte, Travaglio contesta sacrosante verità, ma, personalmente, è diventato stucchevole e, forse, le sue continue “invettive” sono state coadiuvanti alla vittoria sonante dei Berluscones.
    Inutile dilungarsi, l’Italia è questa e agli italiani, species sui generis, piace avere questi rappresentanti.

Lascia un commento