Il 2007 del Professore

Dini

E’ tempo di bilanci, per Romano Prodi. Del resto, è fine anno. Finiscono i giorni, si cambia data. Si guarda ai 365 giorni trascorsi, e si fa il punto. Anche per rispondere, o provare a farlo, alle polemiche di questigiorni. Polemiche che non sono arrivate solo dall’opposizione. E Prodi deve dare un’immagine di stabilità.  Usarla come arma, anche perchè basa le sue critiche proprio tacciando gli avversari di fomentare l’incertezza.

L’emergenza è finita“, afferma. E tira quasi un sospiro di sollievo. In effetti, in pochi avrebbero scommesso un soldino di cacio sul fatto che avrebbe visto l’alba del 2008 dalla prospettiva di Palazzo Chigi. tira un sospiro di sollievo. In tanti avevano pronosticato che non sarebbe arrivato a mangiare il panettone ma lui è ancora lì, in sella a Palazzo Chigi. “L’Italia è un Paese che si è rimesso a camminare e che è uscito dalle emergenze. Lo dicono tutti i numeri. la crescita si attesta da due anni attorno al 2% e il debito sta calando costantemente. Chiuderemo l’anno col un deficit molto più basso del previsto: sotto il 2%, cifra inferiore a tutte le previsioni“.

E’ contento, Romano, perchè si è rientrati nei parametri europei. Ma continua adessere preoccupato per la crisi esistenziale e ontologica che porta ad una fiducia e ad un ottimismo che diffusamente si stanno affievolendo sempre più. Non suona irreale il suo sottolineare che, Europa o non Europa, le tasche delle famiglie non si direbbero migliorate diuna briciola. “La messa in ordine delle nostre casse ci permetterà a fine legislatura di scendere sotto il 100% nel rapporto deficit/Pil , e questo permetterà di liberare risorse per le famiglie, per l’ambiente e per la sicurezza”. Illuminante. Ma soprattutto, in varie forme e a vario titolo, con tutti i significati che la parola in oggetto può assumere, l’italiano medio prega.

Prodi sottolinea la condizione moralmente in bilico della politica.Il 2007 è stato l’anno dell’antipolitica e della “casta”, ma la moralizzazione è stata una priorità del mio Governo molto prima delle inchieste giornalistiche e nella finanziaria, non a caso, è stato annunciato un solido, pacchetto per dare efficienza alla macchina della politica”. Da quest’altro lato, si continua a pregare in svariate, infinite forme.

Bisogna ridare fiato alla ricerca, per cui stiamo studiando le modalità di finanziamento per rinnovare le dotazioni dei laboratori scientifici delle scuole e poi bisognerà accelerare i tempi per l’assunzione dei 3mila ricercatori in attesa”. Ha persino detto questo. Ha ammesso che i salari hanno perso – smarrito si teme irrimediabilmente, si direbbe – molto potere d’acquisto. Ha ammesso un po’ di cose.

La conferenza stampa di fine anno ha visto il Premier costretto a rispondere, ancora una volta, alle affermazioni che Lamberto Dini ha fatto nei giorni scorsi.Un governo si abbatte con un voto di sfiducia, non ci sono interviste, dichiarazioni che tengano“. Non comprende le parole del leader dei liberaldemocratici. Il governo avrebbe ottenuto, dichiara, “risultati ben migliori di ogni previsionesul fronte dei conti pubblici. E prosegue: “Vorrei solo ricordare un elemento a mio avviso non trascurabile: è vero che abbiamo la maggioranza al Senato, ma anche che abbiamo una cospicua maggioranza alla Camera. E che qualsiasi altro governo dovrà avere la fiducia anche dalla Camera, cosa che vedo è dimenticata dal dibattito politico e che pregherei di riprendere in esame“.

E non si fa attendere il commento di Dini. Che, al di là delle pur positive “parole di ottimismo“, aspetta piuttosto di capire “le proposte in Parlamento“. Prodi, sottolinea ancora una volta, “Ha annunciato una serie di provvedimenti tutti costosi, senza dire dove troverà le risorse“. Prodi non specifica da dove prenderà i fondi, e Dini non specifica se gli darà la fiducia.

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