“I magistrati cancro della democrazia”. Quando il capo perde la testa


A occhio le ipotesi qui sembrano essere due: o il cavaliere ha capito che se non si da una mossa il processo Mills lo porterà ad una scomodissima condanna, o piuttosto, suggerito da avvocati e consigliori, ha realizzato che le promesse elettorali erano davvero eccessive e ha deciso di puntare alla bagarre istituzionale. Il bello è che in entrambi i casi non sarebbe una novità.


Se infatti pensiamo alla prima ipotesi, quella del caimano mangia-processi, annoveriamo per la cronaca: depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie internazionali, legge Cirami sul legittimo sospetto, lodo Schifani sull’improcedibilità contro le alte cariche dello stato, legge Pecorella sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, ex Cirielli per il taglio dei tempi di prescrizione, svariati decreti salva Rete4, riforma della disciplina delle intercettazioni, sospensione dei processi. Gli ultimi quindi anni ci mostrano impietosamente che il cavaliere non è cambiato affatto, e la giustizia è sempre la sua passione, ben aldilà dei suoi studi accademici.


Guardando invece alla seconda possibilità proposta in apertura, definite in passato armi di distrazione di massa, alcune considerazioni su queste prime settimane dell’esecutivo nascono quasi spontanee.


Nella corso della campagna elettorale più falsa della storia – da parte di tutti gli schieramenti – abbiamo assistito a mirabolanti annunci sul tema della sicurezza ma soprattutto a grandi rassicurazioni su stipendi, salari e potere d’acquisto degli italiani. Il governo Prodi, reo di non avere provveduto alla fase due del suo più volte aggiornato programma – quella della redistribuzione del tesoretto – veniva sbertucciato pubblicamente in mezza tivvù dagli opinionisti degli house organ del Popolo delle libertà senza che alcuno replicasse nel merito mentre il capo era nell’altra mezza a spiegare come avrebbe riportato in prima classe quelli che non arrivano alla terza settimana.


La descrizione minuziosa e martellante del perchè e del per come le sinistre – come le chiama lui – distruggano il paese è continuata, in barba a chi ha creduto alle larghe intese, anche dopo il 16 aprile. Prima erano gli avversari politici in senso stretto, ora è arrivato il momento dello scontro decisivo, quello contro le toghe rosse. Ma dai.


A parte che, banalmente e non dovendo credere alle favole, se il cavaliere si faceva i fatti suoi senza scomodare il povero Bernasconi per transazioni di dubbia natura estero su estero, o se ad esempio evitasse di fare il Marco Ranzani da Cantù parlando di donne da sistemare al fedele Agostino Saccà per telefono, a quest’ora staremmo parlando d’altro.


Ma soprattutto mi domando, davvero ci siamo già dimenticati, non semplicemente delle promesse elettorali, quanto soprattutto dei primi provvedimenti varati dall’esecutivo?


Detassazione degli straordinari, fatta passare per misura in favore dei lavoratori. Beh diciamo che lo è in un certo senso. Nel senso che è la misura gradita al padrone – scusate il lessico arcaico – per aumentare la produttività al costo minore e senza neanche pensare minimamente agli investimenti. In tasca ai lavoratori una media di 2 euro al giorno, ma solo se lavorano di più sia chiaro.


Lo spalmadebiti applicato ai mutui, ovvero pagare meno pagare sempre o almeno finchè morte non sopravvenga, sulla quale l’europa non ci ha detto nulla solo perchè stanno messi come noi e non sanno neanche loro bene cosa andare a dire a quelli del tasso variabile.


Meno rom e meno spazzatura ci hanno detto, e continuano a farlo nonostante i dati sulla sicurezza e le strade di Napoli mostrino errori di valutazione su entrambi i problemi. Dati freschi dell’ISTAT celebrano il de profundis anche del settore commerciale che ha visto un crollo verticale dei consumi, e l’innovativa finanziaria triennale di Tremonti che non prevede alcuna riduzione della pressione fiscale imposta da quel vampiro rosso Visco non smentisce i nostri dubbi. Ma tant’è.


Poi la ciliegina sulla torta: si era accennato al tema caldo della campagna elettorale, la sicurezza. Per non farsi mancare niente si è deciso che per non celebrare il processo Mills a carico del premier, debbano saltare una cosa come centomila processi comprendenti delitti predatori e contro la persona. Quando si dice la sicurezza.


Allora sapete che c’è? Che se la situazione è questa allora forse è meglio davvero distrarsi, pensare ad altro. Si ricominci prego con Lucignolo e la bella vita, camice bianche, abbronzatura e panama in riva al mare chè l’estate è vicina.


PS: rimanendo in speranzosa attesa che una Garlasco qualunque rinfreschi questo torrido avvio di stagione, vi avviso che la Lecciso e Al Bano pare siano tornati assieme, ma solo per il bene dei bambini.


Meno male, adesso avremo di nuovo qualcosa di cui parlare.

4 commenti su ““I magistrati cancro della democrazia”. Quando il capo perde la testa”

  1. Purtroppo tutte e due le ipotesi non sono vere. Uno, perché in questo articolo non viene assolutamente fornita la minima prova di quello che lei dice (se volevo un’opinione andavo al bar). Due perché le motivazioni sono ben altre.

    In attesa di NOTIZIE

    un caro saluto

  2. Evidentemente la pensiamo diversamente, ma non cadrà certo il mondo per questo. Adesso, io forse dovrei ringraziarla quando dice che se voleva un’opinione sarebbe andato al bar; ma scusi tanto, cos’altro pensava di trovare?

    Riguardo alle motivazioni per cui il cavaliere avrebbe perso la testa, come titolo oggi ironicamente ma non senza avvicinarmi alla realtà, almeno quella mostrata pubblicamente, vorrei chiederle:

    1. Le dichiarazioni ad effetto e gli insulti che da 15 anni il cavaliere propala con ogni mezzo non rappresentano forse un unicum nel panorama dei paesi che il suo esecutivo dice di voler riavvicinare con le riforme proposte anche in questa legislatura? Da qui le mie perplessità sui modi.

    2. Non sarebbe convenuto al cavaliere non dico soprassedere, ma alla luce dei numeri in parlamento, usare altri toni per accompagnare l’iter di provvedimenti che comunque vada, saranno approvati? Da qui le mie perplessità sui tempi.

    3. Ha visto in questo avvio di legislatura partorire con la stessa urgenza del decreto intercettazioni e l’emendamento blocca-processi norme in favore della sicurezza sul lavoro per esempio, alla luce dei quotidiani bollettini di guerra riportati dai giornali? O sui salari? Da qui le mie perplessità sulla sostanza.

    Le mie, giova evidentemente chiarirlo, erano considerazioni realissime, forse ingenue, perchè non allacciate al “clima politico” che solo i bravi corsivisti dei giornali sanno descrivere. Ma non esageri quando dice che non ci sono notizie. Senza la pretesa di informare tempestivamente i lettori di questo blog, non disponendo per di più degli strumenti atti a farlo adeguatamente, ho citato la pubblicazione di dati riguardanti il crollo dei consumi e pochi giorni fa direttamente menzionato l’ultimo rapporto sulla sicurezza stilato dal ministero dell’Interno. I titoli di alcuni giornali invece… Ma lasciamo perdere, diciamo che chi ha la possibilità di stare dentro o più vicino al palazzo sente meglio cosa si dicono e soprattutto sa bene cosa e come comunicarlo alla gente, che si adegua.

    Un’ultima cosa: ma quanto è bella la rete? Vede, lei ha potuto criticare liberamente quanto da me scritto, ricevendo addirittura una risposta! Crede sarebbe successo se avesse inoltrato una mail di protesta ad un giornale o un tg? Crede che nelle redazioni di giornali e telegiornali, i cui redattori sono sempre più distratti dalle opinioni dei blogger pur modesti che siano, avrebbero dato attenzione al suo commento, ricevendo soddisfazione?

    Ci torni a trovare, se ne ha il tempo

  3. Purtroppo tutte e due le ipotesi sono vere. Uno, perché in questo articolo non viene assolutamente fornita la minima prova, visto che sono i fatti a fornirla. Due perché le motivazioni sono ben altre, ma le motivazioni – per l’appunto – le tengono nascoste per interesse.

    In attesa di ALTRE NOTIZIE

    un caro saluto

  4. Da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Blog:

    “In informatica, e più propriamente nel gergo di Internet, un blog è un diario in rete”.

    Più sotto – sotto l’avviso, sia chiaro: “Questa pagina è ritenuta da controllare: per contribuire, partecipa alla discussione e/o correggila.
    Motivo: questa classificazione “ufficiosa” mi sa molto di ricerca personale dove sono le fonti. Segnalazione di PersOnLine 00:20, 16 ago 2007 (CEST) 00:20, 17 ago 2007 (CEST)” – c’è:

    “La maggior parte dei blogger usa il blog come diario personale, per far conoscere i propri sentimenti e le proprie opinioni ai lettori che hanno a loro volta un blog, ma anche sconosciuti che vagano per la blogsfera (o Blogosfera) passando di link in link. Sono molto diffusi anche i blog tenuti da giornalisti, oppure i blog umoristici e autoironici, impegnati, satirici, “televisivi” o umoristici; non mancano infine blog di scrittori o di poesia. Alcuni blog includono interviste o vere e proprie trasmissioni radiofoniche”.

    Etc. Etc.

    Il che non significa che non ci siano NOTIZIE. Ma che siano notizie commentate, nella maggior parte dei casi, sì. Modeste o meno, condivisibili o no, queste dinamiche, insieme ad altri lementi, fanno il seguito – o il non seguito del blog. L’identità delle cose, e l’etimologia dei termini.

    Quest’articolo fa schifo? Sì, no, forse. Discussione. Assai più appropriata – in termini di logica, perdoni l’impudenza – di “se volevo un’opinione andavo al bar”.

    Si gira la Rete. Si usa la Rete. E la Rete è questo. Non le è giunta NOTIZIA?

Lascia un commento