Governo vs Sindacati: Montezemolo e la parabola della zizzania

 

Montezemolo

Il Governo allontana per un attimo lo spauracchio sindacati, raggiungendo una tregua insperata. Fatto l’incontro di maggioranza, avuti i primi contatti con le forze sociali oltre che con i sindacati, noi apriremo i tavoli e contiamo nel giro di un paio di mesi di cominciare ad assumere le prime misure: queste le parole del Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani per introdurre il progetto del Governo in tema dei salari. E aggiunge: Il Governo ha una sua linea di politica economica dentro la quale ci sta una parte di iniziativa che va portata sui tavoli di concertazione. Questa parte di iniziativa riguarda i temi dell’innovazione, della produttività e anche del potere d’acquisto che oggi è sotto attacco per l’andamento delle materie prime. Ma non finisce qui: dentro ci sta anche la discussione sull’alleggerimento fiscale dei salari che il Governo è disponibile ad affrontare in un quadro nel quale ciascuno poi si prende i suoi impegni in termini di produttività.

Chi dà del filo da torcere al Governo è, invece, Confindustria. Luca Cordero di Montezemolo afferma l’utilità del tagliare altri cinque punti di cuneo fiscale, ma questa volta tre ai lavoratori e due alle imprese e non il contrario come con la passata Finanziaria. Il Presidente di Confindustria, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ricorda che, nonostante l’intervento sul cuneo già effettuato, la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Se vogliamo guardare ai salari, continua, credo che il sistema di detrazioni per la produzione del reddito da lavoro dipendente sia più corretto e visibile.

Non solo preoccupazioni per Prodi. Anche una pacca sulla spalla. Montezemolo gli riconosce il merito di alcune decisioni importanti dal cuneo alla difesa della Biagi. Poi, però, la frecciata: non mi piace questa polemica sul capitalismo d’altri tempi. Le aziende le maniche se le sono rimboccate. Il numero uno di Viale dell’Astronomia rileva che il punto è un altro: la crescita della spesa pubblica. Il sistema tributario locale, anziché essere alleggerito è diventato più pesante.I numeri sono chiari: in sei anni i salari del pubblico impiego sono cresciuti dell’11,8% con scarsa efficienza, nel privato solo del 2,6%. E ricorda, parlando del rinnovo del contratto dei metalmeccanici, che non si deve arretrare sulla flessibilità. Nel confermare ulteriormente di non avere intenzione di scendere in politica, Montezemolo ha parlato della volontà di costituire un think tank, con esperti di vari orientamenti, per elaborare idee e progetti a beneficio di tutti nell’interesse comune.

E i sindacati? Sono perplessi, per questa faccenda del taglio del cuneo fiscale. Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti commenta: Ha tutta la mia solidarietà ma secondo me non avrà fortuna. Pino Sgobio del Pdci definisce ingordigia la proposta di Luca Cordero di Montezemolo. Il Ministro Paolo Ferrero, a Omnibus su La7, è un po’ più articolato e descrittivo. Le aziende hanno già avuto molto. Il problema della produttività non è legato ai lavoratori. La questione è un’altra, e dipende dalla natura e struttura stessa delle imprese, troppo piccole, per Ferrero, e restie agli investimenti destinati alla ricerca. Il Ministro accusa poi direttamente Montezemolo, che curerebbe, a questo punto, più agli interessi particolari della Confederazione Generale dell’Industria Italiana rispetto a quelli più generali del Paese. In barba al Think tank, insomma. Ferrero ha poi spiegato, a Omnibus, la sua proposta alternativa al cuneo fiscale: uno scambio tra tassazione delle rendite e defiscalizzare dei redditi medio-bassi e delle pensioni. Così, se qualcuno ha una piccola rendita, si vedrà restituita la tassazione con l’aumento dello stipendio o della pensione.

Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, risponde, dal canto suo, causticamente a Montezemolo, invitandolo a dire qualcosa sui contratti e sul secondo livello di contrattazione. E qualcosa, in numero uno di Confindustria, in verità in passato l’ha detta: Nel 2004 sollevammo il tema degli assetti contrattuali e la Cgil abbandonò il tavolo. Nel settembre 2006 abbiamo proposto un patto per lo sviluppo e la Fiom ha detto no. Non siamo noi che non ci siamo seduti al tavolo. Non solo: ce n’è per tutti, anche per Palazzo Chigi: Non spetta al governo fissare il livello dei salari.Tocca alla contrattazione collettiva. In teoria.

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