Per lui è un atto dovuto, e lo rifarebbe. Maurizio Sacconi, Ministro del Welfare, a dicembre scorso, attraverso un atto di indirizzo, ha, di fatto, bloccato il ricovero di Eluana Englaro nella clinica Città di Udine. Naturalmente, dal suo punto di vista, è l’inchiesta su di lui a costituire una vera e propria intimidazione – come se indagare su qualcuno dovesse necessariamente assumere questa connotazione, soprattutto se trattasi di Ministro.
Il ministro ha emanato un provvedimento che impedisce di sospendere ai disabili alimentazione e idratazione artificiali. In seguito alla denuncia correlata presentata dai Radicali, il Ministro è indagato per violenza privata nei confronti della clinica che era in procinto di accogliere Eluana.
Lui si difende così:
È stato un atto doveroso, di indirizzo al servizio sanitario nazionale affinché avesse comportamenti omogenei sul dovere di alimentazione e idratazione delle persone disabili, in ossequio alla legislazione italiana e alle carte Onu
Ma non è tutto così lineare.
I radicali appoggiano da tempo la battaglia del padre di Eluana, Beppino Englaro, a lasciar morire la figlia. Sarebbe stata questa – sostiene Beppino – la volontà della ragazza se fosse ancora in grado di esprimerla.
C’era stata una sentenza della Cassazione. Tanto criticata, per carità. Ma tale. E alle diverse associazioni, schierate per la difesa ad oltranza della vita, cui quella sentenza non era andata – prevedendo di fatto la sospensione dell’alimentazione forzata di Eluana Englaro – e che hanno fatto ricorso alla Corte Europea, chiedendo di congelare la suddetta sentenza, è andata male. Perché Bruxelles ha respinto.
Il padre di Eluana aveva deciso di chiudersi in silenzio stampa. Avremmo dovuto farlo tutti. E invece no.
E arriviamo ai giorni nostri: i radicali hanno denunciato il ministro per aver emanato nello scorso quest’ordinanza con la quale il governo asseriva che interrompere l’idratazione e la nutrizione delle persone in stato di coma vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche o private che fanno parte del servizio sanitario nazionale. Il che, di fatto, congelava la situazione, impedendo a qualunque clinica di accogliere il corpo di Eluana per sospendere l’alimentazione.Congelando, di fatto, la sentenza della Cassazione.
Dal momento dell’ordinanza ministeriale, nessuna struttura sanitaria può accogliere Eluana con un ricovero finalizzato alla sospensione dell’alimentazione. La famiglia – sono passati 17 anni dall’incidente della ragazza – non si arrende, e non cambia la sua richiesta: lasciarla andare.
Sacconi, dal canto suo, prosegue per la sua strada. Anche se ieri, nei suoi confronti, è piombata un’altra denuncia: alla Procura di Milano per abuso od omissione d’atti d’ufficio sempre in relazione al caso Englaro, da parte dell’avvocato Gian Antonio Conte che si occupa di diritti umani.
L’accusa: un danno ingiusto a carico della collettività e dell’ordine costituzionale. Ora attendiamo che tutti gli atti vengano inviati al competente tribunale dei ministri.
Tribunale dei Ministri? In pochi sanno cosa sia. Nell’ordinamento della Repubblica Italiana, i ministri hanno una duplice responsabilità : politica e giuridica. La prima è quella nei confronti del Parlamento – e quindi dei cittadini elettori – e si espleta nell’ottenimento e nel mantenimento della fiducia di entrambe le Camere. Sanzione eventuale prevista: obbligo delle dimissioni (dell’intero Governo se si tratta del Presidente del Consiglio , del singolo ministro se riguarda solo la sua persona). Non è il nostro caso.
La responsabilità giuridica dei componenti del Governo può essere – come per i comuni mortali – civile, amministrativa e penale.
Civile: obbligo di risarcire il danno causato ingiustamente ad altri nell’esercizio delle funzioni di governo. In questo caso paga lo Stato, che poi si rivale sul Ministro, e la decisione può essere presa dal giudice ordinario.
La responsabilità amministrativa si ha quando i componenti del Governo causano un danno patrimoniale allo Stato al quale devono essere pagati i danni. Ne ha competenza la Corte dei Conti.
Infine – ed è il nostro caso – la responsabilità penale: reati ministeriali compiuti nell’esercizio delle loro funzioni (peculato, corruzione e abuso d’ufficio). Sacconi è stato indagato per quest’ultimo: un vantaggio ingiusto determinato da un uso illegittimo del proprio potere. In questi casi i ministri vengono giudicati dalla magistratura ordinaria dopo l’autorizzazione della Camera di appartenenza, e il collegio giudicante – composto da tre magistrati – si chiama, appunto, Tribunale dei Ministri.
Meno male che Eluana non può sapere ciò chesta accadendo sul suo corpo.
1 commento su “Eluana, Sacconi va avanti per la sua strada”