Catanzaro-Salerno, lotta all’ultimo magistrato: la parabola della mantide religiosa



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Non solo una riforma della Giustizia appare necessaria. Ma quanto sta accadendo in questi giorni, con due paritetiche Procure della Repubblica Italiana, quella di Catanzaro e quella di Salerno, sta mettendo in scena una drammatica lotta tra poteri dello Stato.


Vi ricordate le elezioni? Il marasma scoppiato per la vicenda Pizza-DC, rimessa in corsa dopo l’iniziale esclusione del simbolo? Presidente della Repubblica, Governo, Tar Lazio e Consiglio di Stato. Non mancava più nessuno. La lotta, la confusione piuttosto, tra i poteri dello Stato coinvolti era stata evidente ed eclatante.


E se su Pizza eravamo riusciti a riderci sopra, in perfetto italico stile, qui, nonostante i tentativi di Spinoza di cui alla citazione di apertura, i magistrati reciprocamente fagocitantesi non riescono a strappare nessun tentativo di sdrammatizzazione.

Un primo passo, ma non basta.

Bisogna subito dire che – anche se inconsueta e per alcuni impropria – l’iniziativa del capo dello Stato (ha chiesto notizie e atti delle inchieste di Salerno e Catanzaro) ha il merito di aver restituito senso istituzionale a un conflitto che aveva assunto l’intensità di una incontrollabile rissa da marciapiede. La mossa di Napolitano ha costretto il Consiglio superiore della magistratura a intervenire senza l’abituale passo lento, pesante, burocratico. Le immediate audizioni dei capi dei due uffici – il procuratore di Salerno e il procuratore generale di Catanzaro – hanno mostrato a una commissione disciplinare, turbata e sbigottita, prassi stupefacenti


Il Consiglio Superiore della Magistratura. Al centro delle polemiche. Incapace, troppo spesso, di avere il ruolo che gli spetterebbe. (Tanto da portare Napolitano ad intervenire fuori etichetta). Qui il COMUNICATO STAMPA sulle audizioni della I° Commissione sul caso Salerno – Catanzaro del 5 dicembre. Il Csm ha avviato le procedure di trasferimento per i procuratori di Salerno e Catanzaro.

Incompatibilità ambientale e funzionale

La decisione è stata presa all’unanimità.


I magistrati, intanto, si accusano a vicenda. Il procuratore di Catanzaro Enzo Iannelli ha denunciato che le perquisizioni ordinate dalla procura di Salerno nelle abitazioni dei pm di Catanzaro avrebbero avuto modalità sconcertanti: alcuni di loro sarebbero stati addirittura denudati. Nel pomeriggio erano stati ascoltati i vertici delle procure di Salerno e Catanzaro, protagoniste dello scontro relativo alle indagini dell’ex pm Luigi de Magistris, combattuto a colpi di sequestri del fascicolo «Why not» e scambi di avvisi di garanzia.


Due procure che stanno utilizzando i loro rispettivi – equipollenti – poteri per agire l’una contro l’altra. En passant, viene anche la considerazione che, in un simile caos, gli uffici siano con ogni probabilità praticamente immobilizzati e raggelati in quella che è la loro attività ordinaria a difesa del cittadino.


Nel frattempo arriva l’esortazione bipartisan alla riforma della giustizia. Bipartisan, in Italia, significa anche con modalità per niente coincidenti tra maggioranza e opposizione.


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