Canto di (post) Natale



E’ vero: è un Natale più buio del solito.


Meno luci, meno abbagli. Solo la pesantezza della realtà, di una crisi che è già un mito per i posteri, prima che fardello per i contemporanei.


Mi sono accorta, girando la sera per i quartieri di Roma – San Giovanni, o il Quartiere Trieste, ad esempio, dove vivo – che i negozi non si permettono più di tenere le loro vetrine accese e illuminate anche di notte. No. Piuttosto serrande chiuse, attendendo la luce del nuovo giorno. Fateci caso, le città sono davvero un po’ più buie del solito.


Qui trovate un bel temino di Natale. Per il resto: gli economisti dicono di no, che c’è poco da sperare, che, insomma, dalla crisi del ’29, tanto per fare un esempio, ne siamo usciti in 10 anni e con la guerra.


Io, nel 2009, devo umanamente sperare.


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