Berlusconi vs Veltroni, ovvero tv contro web

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Il Cavaliere sembra avere dissotterrato l’ascia di guerra per ricominciare a combattere da par suo contro il nemico che avanza (forse). E da par suo nel caso di Berlusconi vuole dire la Rai in mano ai comunisti, par condicio liberticida, Stalin, un pò di insider trading – ipotesi circolante in alcune procure italiane sull’affaire Alitalia e la boutade sulla cordata italiana – l’orrore e gli sfottò riservati a Di Pietro in quanto ex magistrato e quant’altro; insomma, tutto il repertorio dei bei tempi andati.


Tralasciando i commenti sulla strategia mediatica del cavaliere, ed aldilà della banale ma insindacabile considerazione sui tempi che passano per tutti – cavalieri compresi – non è comunque possibile trascurare il fatto che Berlusconi, sempre con i medesimi argomenti, sia candidato per la quinta volta consecutiva alla guida del paese: fatto unico in europa e nel mondo cosiddetto democratico. Così come non è possibile nascondere che il suo principale competitor se proprio nuovo di pacca non è, avrebbe potuto essere suo figlio, o quasi.


Il vecchio ed il nuovo. O forse il troppo vecchio e il non troppo nuovo.


E’ presto per dirlo, ma alcuni indizi sono sotto i nostri occhi. Dopo il rametto o bandierina degli ultimi quindici anni, l’allegoria di questa campagna elettorale potrebbe essere sintetizzata in tv contro web. Mentre Berlusconi s’infiamma al solo nominare la parola Rete4 – abusivamente in onda sulle frequenze di proprietà di un altro editore televisivo – e sbraita contro la Rai illiberale e comunista, Veltroni ieri sera chiacchierava più o meno amabilmente con il popolo del web in videochat (cosa non trascurabile, godibilissima sotto il profilo squisitamente tecnico).

Molta gente guarda la televisione perchè non sa o non può fare altro

Così commentava Uolter rispondendo alla domanda di un utente collegato con Democratic TV. Al netto della campagna elettorale, delle suggestioni e degli abbagli che essa provoca, devo dire che il candidato premier del piddì non si è sottratto ed ha manifestato conoscenza del mezzo e interesse nelle risposte. Fino quasi all’una. L’ho trovato bello, mi è sembrato un momento edificante per la politica. Quella basata sul confronto delle idee. Anche se, a mio avviso, di strada lungo il sentiero della partecipazione dal basso ce n’è da fare parecchia.


Devo però ammettere che se non è il mio personalissimo endhorsement, poco ci manca. Sempre che non si tratti di uno di quegli abbagli da campagna elettorale.

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