Berlusconi, ovvero: Everything, but not in my name…



I’m Italian, and Prime Minister Silvio Berlusconi is Not speaking in my name.


Fare il politico al giorno d’oggi, caro Silvio, non è più così semplice.


Questo sito – spiegano, rigorosamente in inglese, per essere certi di farsi capire eventualmente da tutto il mondo – è rigorosamente apartitico. Ma esprime, in moto spontaneo, l’imbarazzo che ha colto un po’ di italiani a fronte della Berlusconiana sortita che ha fatto il giro del mondo. Obamabellogiovaneabbronzato.


We believe that our representation in politics is a serious matter. It needs to be faced with rigour and seriousness.
Mr. Berlusconi, when you speak, you should represent the entire Italian population
. Bacchettata in piena regola direttamente dal Web 2.0.

Fare il politico, oggi, vuol dire un po’ di cose. Assai differenti rispetto a quello che poteva voler dire ieri questo “mestiere”. Qui, un’interessante analisi sociologica della vittoria di Obama.


La Rete non è solo Internet, ma anche la nuova modalità di interazione, che dal virtuale ha effetti sempre più evidenti nel reale.


Facebook è strapiena di gruppi:


Abbronziamo Silvio col lanciafiamme!. 195 membri, con tanto di foto di Silvio con la pelle colorata.


Sorry Barack for our prime minister.. Obama scusa, Berlusconi è un coglione. 71.871 membri


Chiediamo scusa a Obama se abbiamo un premier così…. Legenda:

Al di là di ogni aspettativa, abbiamo raggiunto i 5.600 iscritti in 3 giorni,
10/11 12:00 > 6.000
10/11 21:00 >> 7.000


Il mio presidente del consiglio non mi rappresenta. 1641 membri.


meglio essere ‘abbronzati’ che nani da giardino. 13.480 membri.


A volte… Mi vergogno di essere italiano…. 576 membri.


Eccetera, eccetera, eccetera. Una miriade incontrollabile di gruppi più o meno analoghi, con una quantità oscillante di componenti. Tanti, tanti.


Mi ha colpito come è cominciata, in realtà. Sul NYT. I commenti sono agghiaccianti. Al di là dei tantissimi italiani che hanno sentito il bisogno di rispolverare un più o meno improbabile inglese per scusarsi. E sono tanti. Tanti a dire scusate, tanti a dire non mi rappresenta, tanti a dire mi vergogno di essere italiano. E i commenti dei non italofoni… ci fanno sentire piccoli. Così piccoli. Fanno sentire il polso di come il mondo ha preso il famoso joke, la carineria. Col post di Camillo ho riso. Ma il dramma rimane, anche se è tipicamente italiano il riderci sopra per sfatare il carattere tragico – laddove possibile.


Tra poco passerà, tutto questo clamore. Anche quello della Rete. La memoria rimane, anche se nella Ram ha persistenza limitata. Ma la Rete ha il pregio infinito di squarciare i veli. E sono in pochi a non averlo ancora capito o – peggio – accettato. Ed è vero, tirarla per le lunghe non aiuta. Ma fa riflettere.


18 commenti su “Berlusconi, ovvero: Everything, but not in my name…”

  1. Considerando che su Facebook ci sono 60 milioni di utenti con 2 milioni di utenti nuovi ogni settimana, direi che sono veramente pochi quelli che non vogliono che Berlusconi parli a suo nome visto che sono poco più di 85.000 (considerando che siano tutti diversi, cosa altamente difficile). Considerando che circa 900.000 italiani frequentano Faceboook direi che attualmente l’apprezzamento di Berlusconi è intorno al 90%. Non male come risultato 😛

  2. @Paolo. Per esempio, che la politica dovrà adattarsi ai tempi, e ai nuovi mezzi di comunicazione. Che hanno i loro limiti, i loro utilizzi – più o meno consapevoli da parte nostra – ma che non sono controllabili in vecchio stile. Qui non è la televisione. Qui sono movimenti spontanei che bucano, quando prima non avrebbero potuto farlo. Guarda i movimenti di piazza – come si coordinano e come si autogenerano tra di loro. Al di là dell’essere d’accordo o meno con i contenuti, è la fenomenologia della partecipazione politica che sta cambiando. Non te ne sei accorto? Non potranno ignorare per sempre i movimenti spontanei che nascono e che ora possono veicolarsi. O meglio: possono e lo stanno facendo. Ma non farlo, forse, è una mossa politica un tantino più intelligente. E l’esempio più eclatante è il Presidente in pectore degli Stati Uniti d’America.

  3. @Angela: Premesso che noi, penso, siamo uno dei massimi esempi di come l’informazione politica si stia evolvendo a livello di web, visto che siamo un blog aperto a qualsiasi genere di opinione e ideologia politica, la cosa che mi preoccupa è invece un’altra: il fenomeno dell’ecletantismo a ogni costo. E’vero si che tramite il web si possono sviluppare molte correnti di pensiero e movimenti spontanei, ma è altrettanto vero che ormai si sta veicolando, proprio a causa degli stessi movimenti, la politica al pari del teatrino delle marionette. Secondo te che partecipazione politica può dare un gruppo che afferma: “Abbronziamo Silvio con il lanciafiamme?”. Quanti di quei 195 membri lo farebbero realmente (visto che hanno appoggiato il gruppo di Facebook)? Che pensiero politico innovativo si ottiene se critichiamo le affermazioni “colorate” del nostro premier se di risposta lo ripaghiamo con la stessa moneta?

  4. @Paolo. Mi sembrano considerazioni fuori contesto, perdonami. Qui non c’è una risposta con la stessa moneta – anzi. Qui c’è della gente che dice, in vario modo e assai meno “seriosamente” di come la stai prendendo (“abbronzare Silvio col lanciafiamme” ha, come eventuale azione reale, dei profili penali, sai, che non credo siano nel futuro di nessuno), che colui che ci rappresenta in occasioni internazionali, e agli occhi del mondo, NON rappresenta la posizione o l’opinione di quei cittadini. E NON rappresenta, quella frase, a prescindere dall’appartenenza politica: ho sentito non pochi, politicamente collocabili a destra, dissociarsi dalle parole uso Bar Sport pronunciate in un Summit internazionale. Sai, essendo la politica basata sulla rappresentanza, alla lunga fa riflettere… Poi, sono perfettamente d’accordo sul fatto che questo “aneddoto” non deve essere il perno del programma politico della Sinistra, che ha ben altri problemi di rappresentanza.

  5. @Paolo: Ma no…non la prendo seriosamente. Anche perchè a me non è che me ne venga in tasca nulla da Berlusconi a difenderlo 😉 (da buon brianzolo è questo il primo discorso che faccio sempre…), il fatto è che mi dici internet essere la base per uno sviluppo di opinioni politiche e poi mi dici che in realtà queste sono “sciocchezze”. Premesso che un’uscita del genere di Berlusconi la si poteva aspettare, ero lì anche io con il cronometro. Però se si vuole sviluppare un politica via internet, vedasi Barack Obama Electoral Campaign, si inizi da contenuti seri non da altrettante affermazioni da Bar Sport. A meno che non si voglia rimanere a quel livello, allora però non si dovrebbe nemmeno criticare il premier visto che non fa nient’altro che rappresentare l’opinione pubblica :-). Io non critico chi fa questo genere di cose, perchè come già parlai ai tempi in un epica discussione qui su PoliticaLive con Michele Nista sono il primo a cercare di comprendere il pensiero altrui anche se antitetico al mio, però che si facciano iniziative con concetti concreti e non contro le persone. Se no altro che innovazione politica via web, abbiamo solo trovato un ennesimo modo di insultarci tutti gratuitamente.

  6. @Angela: Un articolo che non fa che confermare quanto da me detto sopra: Il web se utilizzato in maniera “corretta” è uno strumento molto importante per lo sviluppo della politica e ancora di più del pensiero politico nella gente comune. Però ripeto c’è modo e modo…

  7. Pingback: Bush-Obama: I segreti di un incontro - PoliticaLive
  8. Veramente Paolo non mi sembrava… Il concetto che forse non sono stata in grado di spiegare è un nuovo humus dell’interazione sociale. In pieno rodaggio, quindi, come tale, criticabile. Ma è un nuovo concetto di politica che non potrà che svilupparsi in questo senso.

  9. @Paolo. Come scritto nel post: “Fare il politico, oggi, vuol dire un po’ di cose. Assai differenti rispetto a quello che poteva voler dire ieri questo “mestiere”. Qui, un’interessante analisi sociologica della vittoria di Obama”. Non è che “la gente è pronta ad utilizzarlo”. La gente lo sta creando, alcuna gente. Non è un pacchetto preconfezionato, e lo sarà, eventualmente, sempre meno. Non ne sto facendo una questione di merito. Solo, grazie al cielo, almeno di movimento.

  10. @Angela: Sarà come dici tu. Ma finchè la gente anzichè pensare agli argomenti si scaglia contro le persone non si andrà molto avanti. Il mio discorso, comunque, rimane interno al nostro paese. Che Obama abbia fatto di internet lo strumento della sua campagna elettorale è dato noto ai più e che il suo pensiero si sia sviluppato più mediaticamente quasi che realmente è un’altra cosa nota. Io sinceramente in Italia tutto questo non lo vedo, anzi vedo grande confusione, a parte qualche sporadico esempio, alla quale il popolo partecipa per bruciare oggi questa strega e domani quell’altra.

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