Addio all’uomo dei Gulag

Si è spento nella notte, all’età di 89 anni, lo scrittore russo Alexander Solzhenitsyn. Con la sua morte però, non scompaiono le opere di denuncia che lo scrittore ci ha lasciato in segno di testimonianza della brutalità e dell’orrore dei Gulag staliniani che lo hanno visto “ospite” nella sua martoriata vita. Opere, quelle di Solzhenitsyn, che ne hanno segnato l’esistenza nel bene e nel male.


Probabilmente tradita da quello scrittore che con tanta sincerità e sentimento esprimeva tutto ciò che di malvagio fuori usciva da quei luoghi di terrore, la madre patria dello scrittore non fu mai in grado di riaccoglierlo a braccia aperte come un figlio, dopo che nel 1974 fu costretto, causa un espulsione dovuta proprio alle sue opere, ad abbandonare il paese per rientrarvici solo dopo la caduta dell’URSS.

La sua opera più importante, probabilmente anche la più toccante, è “Una giornata di Ivan Denisovic”, un saggio breve in cui lo scrittore prova a narrare una specie di “diario” della vita di un ipotetico prigioniero all’interno di un gulag staliniano. Opere alle quali si aggiungono anche Arcipelago Gulag, probabilmente la più grande raccolta di testimonianze di persone reali riguardo la loro esperienza all’interno dei lager, ambienti nei quali lui stesso aveva vissuto in passato.

Nonostante fosse malato ormai da tempo e di sue opere non se ne vedevano da anni, nei progetti di Solzhenitsyn vi era un’idea di ricreare una Russia definitivamente pulita, che non fosse come la precedente che lo aveva cacciato e che non sia in futuro come quella di oggi ricca di corruzione e burocrazia. Eppure nel suo cuore, seppur ora spento, rimarrà per sempre la sua indole di voglia di cambiare, alimentata per sempre da una sua frase, simbolo della sua vita da scrittore:

“La mia missione di scrittore, dal fondo della mia tomba la compirò meglio che da vivo”

1 commento su “Addio all’uomo dei Gulag”

  1. si ma i gulag di Putin non gli dispiacevano più di tanto!!!!!!!!
    Insoma Stalin che uccideva i dissidenti era cattivo…ma se lo fa Putin(il boia di Grozny) allora va bene..
    voleva una russia rupulita dal comunismo e dal consumismo: una russia ortodossa, compatta grande e nazionalista……è riuscito a vedere l’inizio del nuovo imperialismo russo…il nuovo Pietro il Grande gli ha reso omaggio così la parte più anacronistica della chiesa ortodossa…..
    Voleva:Libro e moschetto……e Putin lo sta facendo

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