Dal Riformista di oggi, 7 aprile 2011.
di Angela Gennaro e Alessandro Da Rold
L’ACCUSA. Il ministro leghista per la Semplificazione legislativa denunciato da un consigliere regionale piemontese della lista “Cinque Stelle”. A gennaio avrebbe utilizzato l’airbus istituzionale per far visita al figlio della sua compagna a Cuneo.
Esposto in procura contro il ministro Calderoli per il presunto utilizzo di un aereo militare “non per scopi istituzionali”. A presentarlo, lunedì, il consigliere regionale piemontese Fabrizio Biolè, esponente del Movimento 5 Stelle. La vicenda tiene banco sulla stampa locale dalla presunta data del “fattaccio”, il 19 gennaio scorso. “Ho ricevuto una segnalazione e ho deciso di andare sul posto a verificare”, spiega il grillino. Un Airbus dell’Aeronautica Militare sarebbe stato utilizzato “per un volo di andata e ritorno da Roma all’Aeroporto di Cuneo-Levaldigi”. E dall’aereo, in quel freddo giorno di inverno, sarebbe sceso Calderoli: “Possono confermarlo molti testimoni oculari “, spiega Biolè. E “non si tratterebbe di un caso isolato”.
L’accusa è che gli scopi del volo fossero tutt’altro che istituzionali, tanto che nell’esposto si ipotizza per il leghista il reato di abuso d’ufficio. Biolè racconta di avere verificato gli impegni istituzionali di Calderoli a Roma e sul territorio per quel giorno. “Non c’è stato nessun incontro ufficiale”, tuona. Circola invece una versione ufficiosa: il ministro della Semplificazione avrebbe fatto visita al “figlio della compagna (Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo, ndr.), che quel giorno avrebbe subito un piccolo intervento”.
L’agguerrito consigliere grillino non manca di chiedere riscontri all’aeroporto Olimpica di Cuneo. Ma non ottiene risposta, “pur avendo effettuato regolare richiesta di documenti a un ente partecipato dalla Regione Piemonte” come appunto lo scalo in questione. “Non ci è consentito fornire informazioni in merito all’identità dei passeggeri. Di qualsiasi passeggero”, ribatte l’ammministratore delegato dell’aeroporto, Gian Pietro Pepino, in una lettera aperta. Nessuno, dice ha negato a Boilè l’accesso ai documenti amministrativi. “Diverso però è pretendere qualcosa che per legge non gli si può dare e farlo usando la propria carica pubblica per esercitare un’indebita pressione sui dipendenti dell’aeroporto”. Dallo scalo assicurano anche che i voli di Stato da e per Cuneo “sono irrisori: cinque, sei… al massimo otto all’anno”. Meno di uno al mese, insomma. E l’Airbus, che da queste parti non si vede spesso e quando atterra o decolla non passa certo inosservato, “sarà atterrato negli ultimi 12 mesi sì e no quattro o cinque volte”. Chi poi ci possa essere dentro “non lo sappiamo”.
Non una parola sull’esposto da parte dello staff di Calderoli. “Abbiamo già dato spiegazione a gennaio e non c’è altro da aggiungere”, dicono. Sulla vicenda non manca un’interrogazione a risposta in Commissione Affari Costituzionali alla Camera presentata a febbraio dal piddino Emanuele Fiano. “Il 19 gennaio 2011 un ministro della Repubblica italiana ha utilizzato un volo di Stato per la tratta Cuneo-Levaldigi/Roma-Ciampino”, si legge. Non risulta “che in quella data ci fossero missioni istituzionali programmate, né alcun documento ufficiale che certifichi il viaggio stesso”. Quindi “chi ha usufruito del volo di Stato e quale ne è la ragione?”. Risposta? “Nessuna, al momento”, spiega Fiano al Riformista, trafelato e impegnato nell’ostruzionismo sul processo breve. “Appena ci sarà un attimo di calma la risolleciterò”.
“E al question time risponderemo”, ribattono dall’entourage di Calderoli. L’uso dell’aereo – questa la spiegazione data a gennaio – era giustificato “dall’incombente impegno ufficiale a Roma per la seduta della Commissione Federalismo”. Il ministro, arrivato a Milano in macchina, sarebbe tornato nella Capitale con l’aereo da Cuneo proprio per i tempi ristretti dettati dall’impegno istituzionale in questione.
Biolè non ci sta: il fatto sarebbe “smentibile con la consultazione del sito internet della Camera”, dove non ci sono “sedute del suddetto organo istituzionale nella data del 19 gennaio 2011”. Le sedute “erano previste per il 18 e per il 20”. I voli di Stato poi “possono essere utilizzati dalle quattro più alte cariche dello stato ed eccezionalmente dai ministri dietro richiesta altamente motivata”. Non solo: quel volo costa “intorno ai 20 mila euro” e l’Airbus, “che nell’allestimento civile può trasportare più di centoventi passeggeri, non trova riscontro in alcun impegno legato alla carica” di Roberto Calderoli nel territorio della Granda.
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