Famiglia Cristiana e Arcigay: tutti contro Veltroni

Veltroni
Ieri Avvenire, oggi Famiglia Cristiana. Non c’è pace per il PD. Da Avvenire, che ha duramente attaccato la candidatura di Umberto Veronesi, e da Famiglia Cristiana, era quesi banale. Ma oggi si aggiungono anche le critiche dell’Arcigay, creando così un trio di fonti critiche altamente improbabile.
Dopotutto, dovesse andare male, si è fatto il Giro d’Italia. In verità, il tour è realmente assai denso, e le province vengono toccate nella loro totalità numerica. Oggi il Pd e il suo allegro bus si sono fermati a Porto San Giorgio, nelle Marche, e Walter Veltroni ha dovuto, naturalmente dire la sua sulla polemica e il dibattito tra cattolici e laici che da giorni, ormai, domina la scena pubblica italiana.
Il Uolteriano appello è stato preciso: che, insomma, non si giunga ad

una nuova divaricazione tra laici e cattolici

Tutte le donne del Cavaliere

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Bravi ma basta! Si era detto ieri che, vera o falsa che fosse la notizia della candidatura di Aida Yespica, non sarebbe stata l’ultima e che sicuramente ne avremo viste ancora delle belle, è vero. Ok, la campagna elettorale bonsai richiede massima sintesi di forma e contenuti, messaggi chiari e volti nuovi. Ma di questo passo tra una settimana qui si rischia di commentare la discesa in campo del Gabibbo.
Sforziamoci di essere seri, nei limiti concessi dalla situazione.
E cerchiamo di fare ordine. I fatti. Metti che ieri hai comprato Il Foglio (!). Tranquillo, è un esempio. Nella prima delle quattro pagine che lo compongono, di spalla, tra Il noir delle elezioni in Sicilia e Il nostro caos calmo, in cui si cerca di spiegare il perché della lista pro-life (già, perchè?), ti saresti trovato di fronte a questo:

Chi l’ha vista fare la capriola, nuda, nella vasca idromassaggio del Grande Fratello 3 sa che è tutto uno scherzo: Angela Sozio, la rossa, candidata nelle liste del Popolo della Libertà, no. Non può essere vero

E invece, a meno di smentite, stavolta sembra vero. Cercate di avere reazioni contenute, comunque. Intanto, nel giorno del grande tradimento di Aida che, dimostrando di averci preso gusto oggi ha laconicamente dichiarato:”Mi candiderei per Veltroni”, il Cavaliere, che ieri a Matrix si è definito di di larghe vedute, si consola facendo il pieno di candidature femminili.

Berlusconi: Aida, come sei bella…

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Questa proprio non ci voleva. Non ne va bene una al Cavalier Berlusconi in questo avvio di campagna elettorale. Prima il no di Storace, poi il sofferto addio con Casini. E ora l’ennesima doccia fredda:

Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.

Nossignore, non stiamo parlando di Ciriaco De Mita, 44 primavere e spiccioli di carriera (altro che Maldini) una vita da mediano, non nuovo in verità al cambio di casacca, e da poche ore svincolato a parametro zero, o quasi. A parlare, udite udite, è Aida Yespica, sì avete capito bene, quella del Bagaglino. Insomma, per dirla con L’Onorevole Cetto Laqualunque, Cchiu ppilu pe tutti!
Dopo Mara Carfagna, Gabriella Carlucci ed Elisabetta Gardini, l’asso di Berlusconi Yespica è rimasto incastrato nella manica. La showgirl si è affrettata nel pomeriggio di ieri a smentire la notizia al sito Affari Italiani, precisando, a futura memoria dell’ufficio casting:

Non sono neanche cittadina italiana…

Prima ancora della smentita, persino il Presidente Cossiga non era riuscito a trattenersi. Il Picconatore a vita, da vecchio conoscitore delle regole del gioco, aveva scoperto il bluff di Berlusconi, ricordando che la signorina Yespica è cittadina venezuelana. D’altronde come biasimare il Cavaliere… In molte altre occasioni il giochetto aveva funzionato.

Spazio al nuovo, via il vecchio, fuori De Mita

De Mita
Per alcuni versi, non si può dire che Walter Veltroni non sia coerente. Almeno in apparenza.
Ha detto change, e change sia. Ha detto giovani, e giovani siano. Questa è solo la prima di una lista di vittime eccellenti? Per il calcolo statistico sull’età media della classe politica italiana, insomma, per logica, Ciriaco De Mita non dovrebbe certo essere l’unico caduto sotto i colpi impietosi del wind of change.
L’uomo che calca le scene politiche italiane da una vita, Ciriaco De Mita, e che ha già dichiarato che

L’ultimo comizio lo farò quando morirò

più che amareggiato, proprio non si capacita. Si ritrova sorpreso ed incredulo di fronte alla decisione chiara e precisa di Walter Veltroni di tenerlo fuori dalle liste.

Ciriaco e Walter si conoscono da un po’. Anche le mogli si conoscono. Capitava che tutti, insomma, di tanto in tanto, si frequentassero. Rumors rivelano in queste ore che la rottura, la crepa, il burrone si sia aperto in quel di Torino, in occasione del famoso discorso del Lingotto: quello che ha incoronato l’ex sindaco di Roma leader del Partito Democratico.
Lo stesso Walter aveva mandato in cc a Ciriaco De Mita il suo discorso prima del comizio.

Proposta shock. Di Pietro perde la testa: una sola rete a Mediaset

Di Pietro
Magari, viene da rispondere. Ci potrebbe essere da guadagnare, viene da azzardare. Comunque, quell’indisciplinato di ex magistrato datosi alla politica l’ha sparata grossa. Ha proposto nientepopodimenoche un intervento radicale sull’informazione.
Dall’alto del suo blog, Antonio Di Pietro lanciare la proposta di programma di governo dell’Italia dei Valori.
Il post porta il titolo: Grande Biagi, piccola televisione pubblica, e ha, attualmente, 918 commenti tra i più disparati.
La proposta? Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti: l’esecuzione della sentenza europea su Europa 7 e lo spostamento di Rete 4 sul satellite; limite di una sola rete per i concessionari privati (un esempio per meglio comprendere? Non è difficile. Si chiama Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria.

Nasce il PD Giovani

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Quattro punti per dare voce ai giovani. Quattro punti per essere veramente giovani. Il movimento giovanile del Pd non è ancora ufficialmente nato, ma le idee sono già chiare. Del resto gli «juniores» diesse e dielle stanno pensando da tempo a una fusione. Si stanno organizzando. Quattro piccoli diellini, due diessini e altri due giovani della società civile si sono riuniti per chiedere, in una lettera a Veltroni, di dar vita al Pd Giovani. E dopo la benedizione di Walter il progetto è partito.
Sono in 30 ora a lavorare alla nascita della nuova formazione. Veltroni ha posto solo una condizione:

Ragazzi niente scherzi. Dovete fare anche voi le primarie, proprio come abbiamo fatto noi

Affare fatto. La macchina è partita. Nel comitato promotore ci sono gli ex leader dei giovani Ds e Margherita, ma anche esponenti del Movimento ecologista, dell’Ugei, i Giovani musulmani, del GayLeft.

Veltroni in bus

Veltroni
Rutelli, bontà sua, per provare a riconquistarsi i Romani e il loro favore, è stato avvistato in metropolitana e in tram. Tra la gente, sempre bontà sua, vivendo (?) i disagi di chi, ogni dì, al mezzo pubblico è condannato. Mezzo pubblico che, soprattutto a Roma, è un capitolo assai difficile e molto (giustamente) urlato ad ogni viaggio.
Treno, aereo, autobus, carovana della speranza. Muoversi per l’Italia – Prodi era partito dalla mia terra, da Tricase, luogo simbolo dell’ulivismo, con un comizio euforico – è ormai un must. Ora è partito anche Walter Veltroni.
Tour elettorale in pullman, prima tappa con comizio a Pescara. E’ euforico, entusiasta e improbabilmente ottimista anche lui. Cominciamo questo viaggio unico ed incredibile. Voglio andare, e lo farò, in tutte e 110 le province italiane. Ho voluto cominciare da qui per ragioni scaramantiche. Ogni volta che sono venuto a Pescara poi abbiamo vinto le elezioni. Perfetto. Qui si comincia a contare. Quota 1 su 110. E poi. La faccenda scaramantica di Pescara. Perchè non ci hanno pensato prima, andando con Romano in pellegrinaggio un mesetto fa?

Veltroni’s American Way

Veltroni Berlusconi
La platea è quella che dovrebbe essere depressa e delusa, in qualche modo. E’ la platea reduce dalla caduta di Governo. Ma è una platea che sembrerebbe anche avere una gran voglia, finalmente, di farsi trascinare.
Walter Veltroni parla alla sua folla. Preceduto dal presidente Romano Prodi: colui che ha strappato un lungo applauso e tanto di standing ovation con le parole continuerò a fare politica col Pd e con voi. Preceduto anche da Anna Finocchiaro, che si candida in Sicilia, terra disastrata e piena di ferite, tocca a una donna prendersene cura, io ci provo, sono convinta che si può fare. Girls power, che dire. Una rassettata in effetti male non ci starebbe.
Walter cita le lettere di chi gli scrive. Ha questo stille. E’ riuscito, oggi, a trascinare. Sarà perchè l’elettorato di sinistra (?) è così esasperato che non vedrebbe l’ora di crederci.

E’ arrivato il Veltroni day

Il clima da primarie USA ha ormai portato l’Italia a usare termini anglosassoni per qualsiasi attività o avvenimento accada. Così dopo l’election day mi sono sentito in dovere di affermare che la giornata di ieri, per la cronaca 13 febbraio 2008, dovrà venire ricordata come il Veltroni day. Motivazione a supporto della mia proposta il fatto che da ieri Walter Veltroni ha firmato le proprie dimissioni da sindaco di Roma e ha iniziato ufficilmente la sua campagna elettorale, anche presentandosi a parlare in tv, su Porta a Porta, contenitore di approfondimento della prima rete nazionale.

Walter è sicuramente il nostro candidato più “english”, se volessimo usare un paragone simpatico a livello calcistico, potremmo definirlo il Ranieri (l’attuale allenatore della Juventus) della politica. Perchè la sua mentalità molto anglosassone e quella sua spiccata abitudine di utilizzare spesso e volentieri termini in inglese, lo accomuna al mister bianconero reduce da diverse esperienze internazionali e grande conoscitore della lingua d’oltremanica.

Walter, Obama de noantri

Veltroni
If I could change the way I live my life today/I wouldn’t change a single thing/Cos if I changed my world into another place/I wouldn’t see your smiling face. Messaggio di San Valentino da Walter a Silvio. Special thanks: Lisa Stansfield.
L’accostamento è voluto, a partire dal protagonista italiano. Ribadisco che insomma ha la fondamentale differenza di essere meno belloccio e meno giovane, però insomma, uno ci prova con i mezzi che si ritrova a disposizione. Chissà Obama che ne pensa (Walter…WHO????).
Comunque, anche l’Obama de noantri inaugura le danze elettorali, rispondendo all’accorato comizio Milanese, molto milanese, di Silvio Berlusconi. Walter Veltroni ha scelto Spello per l’inizio della sfida. Una valle di ulivi, un paesaggio rilassante. Una terrazza del piccolo Eremo di San Girolamo. Perchè? Who knows. Sarà l’irresistibile richiamo alla terra. Sarà la volontà di vicinanza alla gente comune. Sarà che si sarà detto: questo eremo proprio mi manca.
È possibile ridurre le tasse. Il Salvatore viene al popolo annunciando la lieta novella. Grazie al risanamento portato avanti dal governo Prodi oggi è possibile venire incontro agli italiani con la riduzione delle tasse e l’aumento dei salari. Non sono del tutto certa che i metalmeccanici possano testimoniare cotanto ottimismo.

Fini-Berlusconi: ovvero, come Renzo e Lucia

cuore infranto
Oggi a Roma splende un sole commovente. La città si staglia, leggera e primaverile, e sembra non curarsi del suo incerto futuro, orfana di Walter e in balia di Rutelli Redux e/o Franco Frattini ricevuto oggi in pompa magna dal Silvio. Oppure un Bordon neocadidato ufficialmente (ha deciso, nei tempi) sul suo blog.
Roma specchio del casino su scala nazionale? Problematiche, modalità e realtà non sono parallele, ma emblematica risulta questa corsa contemporanea al Paese e alla sua Capitale. Anche oggi 11 giornali quotidiani al mio vaglio, e su tutti, nessuno escluso, lo strapotere della notizia del neonato (e vecchio come il mondo) matrimonio Berlusconi-Fini.
Il Manifesto – non me ne vogliate, sulla scelta delle fotografie del quotidiano in oggetto, si dovrebbe essere bipartisan con tanto di cappello – apriva in prima pagina con la foto dell’agenzia fotografica Emblema, raffigurante il duo in oggetto, di spalle, che si tiene per mano e sale le scale. Bologna, 04/07 aprile 2002 2° Congresso Nazionale di “Alleanza Nazionale” Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini foto di © Luca Nizzoli / emblema.
La Stampa, invece, ha deciso di riderci su, con una PhotoStory degna delle miglioro puntate di Blob, con la ricostruzione della love story tra Silvio e Gianfranco. Mi sono sbellicata per l’intelligente ironia utilizzata. Tra Bossi che mangia la pizza napoletana per farsi perdonare del grande tradimento e il richiamo a sarkò e kapò.

Concorso per Roma: vinci un Bordon e un blog

Bordon
….con ogni probabilità domenica 13 e lunedì 14 aprile. Si aprono le grandi manovre di palazzo, si definiscono accordi e alleanze per il prima e il dopo le elezioni. I boatos si sprecano. Attendiamo con serenità le decisioni del Capo dello Stato, ne parleremo nei prossimi giorni. Si voterà anche nella capitale, le dimissioni di Veltroni si attendono per l’inizio della prossima settimana. Da tempo, come forse è noto, avevo in progetto di candidarmi a Sindaco di Roma: pensavo ad un lungo percorso – dopo essermi dimesso da senatore – di ascolto e costruzione di una squadra e di un programma che durasse una quindicina di mesi (poco meno di un mese per Municipio), convinto che si sarebbe andati a votare con ogni probabilità nel 2009. Pensavo di costruire un metodo nuovo, rivolto a 360° a tutti i cittadini di Roma, fuori dai soliti schemi e dai soliti noti, convinto che anche a Roma ci fosse bisogno di dare parecchi segnali di novità. Oggi che tutto è precipitato, mi chiedo, è ancora valida questa idea? Entro venerdì devo prendere una decisione, che ne dite?
Così si candidò, o pensò di candidarsi alla poltrona della Capitale, il senatore di Unione Democratica Willer Bordon.

Marini rinuncia. Anche agli spiragli

spiraglio
Più che spiragli, alla fine si sono rivelati veri e propri spifferi. Signori spifferi di sinistro aspetto. Marini non ha perso altro inutile tempo. Si è presentato da chi di dovere – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e a occhio e croce gli ha riportato che insomma, si capiva, era chiaro, non ci sta proprio niente da fare.
Tradotto in linguaggio istituzionale e politicamente divulgabile, ecco il report del Presidente del Senato: E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato. Ufficiale, chiara, affatto ambigua, forse un po’ amara chiusura del mandato esplorativo.
Nulla di fatto, insomma. Oggi si è concluso, ingloriosamente, l’ultimo giro di consultazioni, quello decisivo.

L’uomo di Arcore ha detto no

Silvio Berlusconi
Non che sia un gran colpo di scena, a dirla tutta. Le consultazioni sono andate come da programma. Attendiamo solo tutti che il buon Marini salga al Quirinale a dire Ah Napolità, te l’avevo detto io….
L’uomo di Arcore non ha mai avuto le idde così chiare, probabilmente. Dialogo sì, ma dopo le elezioni. Una pacca sulla spalla a questi avversari politici ormai disperati, si direbbe. Dopo la caduta del governo Prodi, per Silvio continuano ad esserci solo le elezioni. In realtà c’erano anche prima. Il leader di Forza Italia, si sa, è un ottimista di natura: Non è una tragedia, né un salto nel buio. Questo il suo efficace sunto dopo l’incontro odierno con Franco Marini, in cui ha ribadito la sua posizione immutata.
A non essere d’accordo, ma anche questo è l’esatto contrario del concetto di colpo di scena, è il Partito Democratico. L’Italia che produce non vuole precipitare verso le elezioni, visto il rischio di ingovernabilità e instabilità, ma preferisce una nuova legge elettorale per avere governi capaci di governare. Parola di Walter Veltroni, che giura di avere anche la ricetta vincente. Quale? Un esecutivo a scadenza, col timer, tanto per capirsi, che in tre mesi riscriva le regole del gioco. In caso contrario sarebbe un’altra occasione mancata.