2008, un anno in Politica Live – Secondo tempo

2008, anno bisestile. Parte seconda. La prima ci aveva lasciato con Barack Obama sfidante, per i Democrats, nella corsa alla Casa Bianca. Luglio è un mese intenso: il primo luglio la Francia assume la presidenza di turno dell’Unione europea, e il giorno dopo, dopo più di 6 anni di prigionia, viene liberata la giornalista e politica francocolombiana Ingrid Betancourt, dal 2002 in Colombia prigioniera della FARC.

Mumbai: Rice Time

Proseguono i contrasti tra due paesi, India e Pakistan, colpiti e frastornati da un attacco terroristico che li vedono vittime, il primo materiale il secondo inconsapevole, di Al Qaeda. Un destino comune che li sta portando ad alimentare quel sentimento di odio che già navigava nel loro sangue e che l’attentato di Mumbai non ha fatto altro che aumentare.

Nell’assurdità di questa situazione ecco che gli Stati Uniti, che tra l’altro sono alleati di entrambi i paesi, decidono di mettere in campo la loro “Lady di Ferro” per cercare di riavvicinare delle posizioni che forse non aspettavano altro che un pretesto per allontanarsi. L’intervento della Rice dovrebbe fungere da collante tra i due governi.

L’intervento degli USA in una situazione complicata come quella del rapporto India-Pakistan risulterà, per il futuro, assolutamente fondamentale. Probabilmente grazie alla Rice, o meglio al suo potere politico-mediatico, le tensioni tra i due paesi potrebbero tornare ai livelli iniziali. Che non sarà comunque una cosa positiva visto che i due non si amano, ma sicuramente sarebbe un bel passo avanti.

Palin alle prese con i tacchini

Vi pregherei di osservare attentamente il video.
Di lei si è detto di tutto di più, ma certo, ad oggi, i tacchini le mancavano.
Colei che non è diventata Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, e che alle prossime pare voglia puntare ancora più in alto, risponde alle domande di una tv locale di Wasilla, mentre alle sue spalle (naturale, no?) si macellano dei tacchini.

Obama vs McCain: Condannato a vincere

Mancano ormai 6 giorni al voto più importante, ma soprattutto più atteso del 2008, un voto che potrebbe cambiare definitivamente gli equilibri non solo degli Stati Uniti d’America, ma di tutto il mondo o meglio di tutta l’economia mondiale. L’equilibrio politico-fiscale che potrebbe uscire dalle urne a stelle e strisce è il desiderio dell’intera popolazione globale il cui vincitore sembra ormai fissato da mesi e già annunciato da alcuni giornali: Barack Obama.

Confine USA – Messico: Il nuovo muro

Si impiegarono molti anni in Europa, precisamente in Germania, per riuscire ad abbattere il muro delle divisioni fisiche, ma soprattutto culturali, che venne divideva in due la Germania.

Allora come oggi è un muro che diventa argomento di discussione. Ma non è più di cemento come allora, quanto invece più simile a una cancellata come quelle che ognuno di noi magari ha a casa o ha visto vicino al proprio alloggio.

La “cancellata”, che nella sua interezza dovrebbe essere lunga circa 700 miglia, è stata criticata aspramente dagli ambientalisti e da alcuni proprietari terrieri che vedrebbero limitati i propri profitti.

Il motivo della costruzione è l’ingresso di clandestini dal Messico. A vostro parere: La costruzione della cancellata è una cosa giusta?

Nozze Gay: Un sogno divenuto realtà

Dalla giornata di ieri in quel della California sarà possibile convolare a nozze tra persone appartenenti allo stesso sesso. Un grande segno di apertura, dovuto anche ad una sentenza della Corte Superma, che ha permesso di definire il matrimonio come “unione di due persone” e non di “un uomo e una donna”.

I dati raccolti da alcuni sondaggisti a stelle e strisce dicono che almeno la metà delle coppie omosessuali residenti in California, sarebbe pronto a sposarsi immediatamente. Sicuramente non supereranno Del Martin e Phyllips Lyon, rispettivamente 87 e 83 anni, attiviste storiche del movimento gay-lesbo.

Nozze che per il momento si possono svolgere legalmente (quindi con unione riconosciuta dallo stato) solo in California e Massachussets.

Un grande segno di apertura da parte dello stato della California, ma secondo voi E’giusto aprire la possibilità alle coppie gay di sposarsi? Non sarebbe meglio un altro tipo di unione?

Brown e Bush si cercano sull’Iraq

Sia Washington che Londra hanno cercato di depistare la cosa, asserendo che non esista un accordo predeterminato tra i due paesi su una possibile strategia futura. Il fatto però che questa cosa sia uscita, di per sé, già fa pensare il contrario.

Tutto questo mentre un’affermazione sibillina di George W.Bush fa pensare e riflettere sulle morti sul campo di battaglia. Per molti maggiormente onorevoli di altre, perchè dovuto all’orgoglio nazionale.

La situazione irachena e la giustificazione delle morti amiche si ritrovano in una frase di Bush:

“Provo dolore personale per le vittime in Iraq sia che si tratti di alleati o civili innocenti. Bisogna sottolineare che la popolazione irachena ha sofferto in un contesto più ampio. Le truppe americane non hanno “intenzionalmente ucciso persone innocenti”, ma soprattutto che un gran numero è stato ucciso da Saddam Hussein.”

Secondo voi: E’ possibile giustificare in questo modo una guerra?

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 11 giugno 2008

Ore 01:19. Nessuna notizia generale raccoglie l’attenzione di tutte le testate giornalistiche cosicchè sono le notizie nazionali a farle da padrone in questo 11 giugno. Dalla sanità al caro-petrolio ecco come i diversi paesi affrontano la splendida giornata che ci avviamo a vivere.

Chiudi le valigie Obama, si va a Washington!

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In aria di Europei non può che risalire quell’atmosfera nell’aria. Quello spirito calcistico, e al tempo stesso azzurro, che ci ha fatto rabbrividire mentre uno dei migliori commentatori italiani di sempre ci invitava a chiudere le valigie e partire per la destinazione del prossimo turno.

Sfruttando quel motto che divenne così famoso anche grazie alla vittoria del campionato del mondo di calcio non posso che rivolgere lo stesso invito ad Obama.

Il mio sostegno per la bionda Hillary rimane è ovvio, però direi che ormai i giochi sono talmente tanto finiti che, nonostante il coloured candidate non abbia ancora vinto ufficialmente, e come se lo fosse già vincitore.

Once upon a time: Bob Kennedy

Robert Francis Kennedy. Lo chiamavano Bob, o Bobby . E’ nato a Brooklyn il 20 novembre 1925. Ed è morto a Los Angeles, il 6 giugno 1968. Tra tre giorni, 40 anni. Figlio di Joseph P. Kennedy e Rose Fitzgerald e fratello di John Fitzgerald Kennedy.
Il nostro benessere, scrive:

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Clinton’s List

Dal titolo di questo articolo qualcuno di voi potrebbe iniziare a pensare a qualche somiglianza con quel film di Steven Spielberg che, nel 1993, catturò l’attenzione di tutti nei confronti del “prima sconosciuto ora famoso” Oskar Schindler.
In questo caso non si tratta di nulla di ciò. Anzi, si tratta di qualcosa di completamente diverso. La lista di Clinton infatti non è una lista di nomi da salvare.
La Clinton’s List la potremmo forse definire meglio come una black list, una lista nera dove sono indicati tutte quelle persone, quelle organizzazioni, quei media che per un motivo o per l’altro hanno portato alla sconfitta di Hillary (ancora non ufficialmente, ma in dirittura di arrivo).

Obama nel nome delle donne

La storia ce lo ha sempre insegnato: affinchè un governo possa resistere, durare con successo governato da un uomo al suo fianco vi deve essere una grande donna.
Una donna che non deve essere obbligatoriamente la fidanzata, la moglie o l’amante, quanto invece una consulente, un sostegno, una compagna di squadra.
Perchè nell’ambito politico se è vero che gli uomini, essendo soprattutto in maggioranza, sono in grado di accentrare a se la maggior parte del potere, è altrettanto vero che le donne sono fondamentali con la loro dialettica e i loro modi di fare per ottenere ottimi risultati su tutti i campi.

Primarie USA: Le iettature a stelle e strisce

Bisogna capirla povera Hillary. Con tutto quello che sta passando d’altronde la tensione che correrà nelle sue vene deve essere assolutamente alle stelle. Però sinceramente mai avrei pensato che si sarebbe addirittura messa a lanciare maledizioni al suo rivale.

Un rivale, tra l’altro, che prima di tutto dovrebbe essere un collega, un amico, un compagno ed un alleato. E che invece sembra che voglia considerare in tutt’altro modo.

Perchè Obama ormai da mesi afferma di vincere le primarie alla prossima sessione, ma ogni volta si ritrova a comprendere che quell’osso duro di Hillary non molla e la bionda candidata, di pronta risposta, usa ogni mezzo per contrastarlo.