La Crisi, di Franco Marini. Non è La Cura, di Franco Battiato

Battiato
Franco – e non si tratta di Battiato, evidentemente – continua a ripetere che Uno spiraglio c’è. Uno spiraglio che è un pertugio strettissimo, ma per il quale vale la pena, si vede, di provarci. Ieri la seconda giornata di consultazioni.
Una giornata importante, nella quale, soprattutto, Franco Marini ha parlato direttamente a Forza Italia. Un appello vero e proprio, from presidente del Senato 2 Cavaliere.
Marini, infatti, acqua alla gola e marasma mentale, ha esplicitamente chiesto all’uomodi Arcore di ascoltare la società.

Il Garante bacchetta Santoro

Santoro
Processo alla televisione. Oggi i media ritornano prepotentemente agli onori delle cronache. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha intrapreso ieri azioni ben precise, oggi riportate all’opinione pubblica dal suo Presidente, Corrado Calabrò.
Il Garante è stato chiaro: basta con i processi in televisione. I processi siano circoscritti nelle aule di tribunale. Il che significa un bel richiamo alla Rai per il programma di Santoro, Annozero, dove sarebbe stato violato il pluralismo.
Calabrò è stato molto diretto: In Tv il processo, lo pseudo processo o la mimesi del processo non si possono fare. L’informazione deve essere equilibrata, obiettiva e deve garantire il contraddittorio senza anticipare giudizi su questioni ancora subiudice.

Roma e la gita dei grillini

gita
Dopo il Rosso Trevi e le palline colorate sulla scalinata di Piazza di Spagna, Roma potrebbe subire un’altra, variopinta, invasione. Quella di Beppe Grillo e dei suoi seguaci.
L’appello di Beppe Grillo è chiaro e diretto: Una gita su Roma. Provoca, lui. Questa volta provoca in risposta alle parole, che Silvio sostiene essere state malignamente interpretate dalla stampa, del leader di Forza Italia.
Dal Vangelo secondo Grillo, Blog: Se lo psiconano suonerà le sue trombe, noi suoneremo le nostre campane. In caso di marcia organizzerò una gita turistica di massa nella Città Eterna. Il percorso si snoderà attraverso le sedi di partito. Un’occasione irripetibile per vedere dal vivo i ruderi della politica. E fotografare i nostri dipendenti. Chi è, questo psiconano? Non è difficile dargli un nome. Grillo continua, ironico e sprezzante: Un evento da raccontare ai nipoti. Meglio della caduta del Muro di Berlino.

Sotto a chi tocca: Franco Marini

Napolitano Bertinotti Marini
Foto ricordo. Di un tempo ormai lontano, e che non sarà più. Silvio non sarà contento. Montezemolo lo è un po’ di più. Marini è una persona che stimo, una persona capace, che ha il senso del bene comune e del lavorare insieme. Altro non posso dire: queste le sue parole sull’ipotesi di un incarico al presidente del Senato da parte di Napolitano.
Ipotesi che si è avverata. Napolitano ha scelto Franco Marini. Lo scenario era già stato intravisto dalla maggior parte degli osservatori e dei commentatori: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito al presidente del Senato, Franco Marini, un incarico esplorativo per verificare le possibilità di consenso per una riforma delle legge elettorale e di un governo che se ne occupi.
Sembrava che Napolitano avrebbe preso più tempo per riflettere sull’intricato enigma. Invece, ieri ha terminato le consultazioni di rito con i leader politici e i presidenti emeriti della Repubblica, e oggi ha sentenziato.

I fatti non sono più previsti dalla legge come reato

Processo Sme
C’è stato un tempo in cui quello era un reato. Quel tempo non c’è più. E’ finito con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale 88 del 15 aprile 2002 della riforma degli illeciti penali ed amministrativi delle società commerciali del 16 aprile 2002.
I giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano hanno prosciolto Silvio Berlusconi dall’accusa di falso in bilancio nell’ultimo stralcio di procedimento nato con il caso-Sme. Gli episodi contestati al leader di Forze Italia erano della fine degli anni Ottanta. Quindi I fatti non sono più previsti dalla legge come reato.
La feccenda è stata indolore, ed è durata meno di 15 minuti. L’accusa, capeggiata dal pm Ilda Boccassini, aveva chiesto la prescrizione. La difesa, invece, il proscioglimento, perché i fatti non costituiscono più reato. Così è stato.

Napolitano in pausa di riflessione

pausa
A questo punto, avrà una poderosa emicrania. Sarà confuso, stonato, e soprattutto senza la minima, lontana idea del dafarsi. Dieci anni sono passati in pochi giorni. Si ripete una considerazione sciocca: avesse ancora un numero idoneo di capelli, saprebbe dove mettere le mani.
Giorgio Napolitano, Capo di Stato di fronte a Governo caduto, ha preso tutti gli appunti possibili e immaginabili. Ha dichiarato, stanco, che farà un riscontro nei suoi appunti e poi farà sapere dopo una pausa di riflessione, com’è nella tradizione e come io sento il bisogno di fare.
Un giorno, due? In realtà la decisione dovrebbe già arrivare questa sera. 4 giorni di consultazioni e 19 colloqui con altrettanti gruppi politici: l’unica cosa che a questo punto il Presidente della Repubblica può commentare, è il trovarsi di fronte ad una situazione molto frammentata e complessa.

Berlusconi: Tutti in piazza! Anzi, no

Berlusconi
La Repubblica non ha lasciato correre. Si sono sentiti chiamare in causa, e quindi probabilmente divertiti a mettere a confronto le parole vecchie e nuove del Cavaliere.
La gravità della vicenda è scoppiata quando i sinistroidissimi giornalisti del Tg3 hanno deciso di levarsi una certa soddisfazione quando, nell’edizione delle 12, hanno lasciato scorgere, in maniera affatto velata, un parallelismo tra le parole di domenica del Cavaliere , e cioè: Se non otteniamo il voto credo che milioni di persone andranno a Roma per chiederlo e la marcia su Roma.
Ora, per carità. Troppa malizia. Però il parallelismo in oggetto un minimo di gusto dato dalla coerenza logica lo dà. Non è, naturalmente, dello stesso avviso il capogruppo azzurro in Vigilanza Rai Giorgio Lainati: Il Tg3, attraverso la sua giornalista da Montecitorio, ha commesso una grave scorrettezza. Ha parlato apertamente della volontà di Berlusconi ‘di far marciare milioni di persone su Roma’. Dopo 14 anni la sinistra militante della Rai e di tutti i giornali d’Italia si scatena nell’operazione di mistificazione e di stravolgimento della verità. Scendono tutti in campo a difesa di una sinistra che aveva promesso mari e monti e che ha lasciato solo ceneri e macerie.

Walter e Silvio, questo matrimonio non s’ha da fare

Veltroni Berlusconi
Sarà una considerazione più umana ed estetica, eventualmente, che politica, ma per me questi due ci guadagnano a stagliarsi l’uno di fronte all’altro come nemici, e non come coppia falsamente felice per esigenze strategiche.
L’idea del Grande Centro stile DC di altri tempi forse, per esigenze numeriche, a un certo punto li ha colti. Ma con la caduta del Governo Prodi, il problema e la prospettiva sono sfumate immediatamente. Neanche aveva Marini terminato di leggere la condanna a morte in Senato, che già il Silvio nazionale gongolava il suo Veltroni chi????
Ora bisogna raccogliere i cocci di una politica che non c’è, e capire la direzione da intraprendere. E questa, come coppia, è in verità male assortita. Uno più alto dell’altro, l’altro abbastanza igienicamente risentito nel porgere la mano.
Ora, siccome qui a questo punto la lotta è sulla contrapposizione, nonché sulle promesse fatte in maniera più convinta, anche Walter, che molto avrebbe da imparare dall’unico uomo che ha fatto la storia della comunicazione in Italia, ci prova a modo suo.

Berlusconi: o si va al voto o milioni di italiani a Roma

marcia Roma
Mentre ieri si celebrava la Giornata della Memoria, qualcuno ha avuto la geniale idea di far tornare alla mente e rievocare a qualche italiano forse troppo malizioso la Marcia su Roma.
Se all’interno di questa sinistra c’è qualcuno che vuole dividere con noi certe responsabilità, non saremo certo noi a dire di no. Silvio Berlusconi dice la sua senza peli sulla lingua dopo la caduta del governo Prodi. E la sua consiste nella strategia del ritorno immediato alle urne.
Ora sbuca fuori che va bene, perchè no, c’è uno spiraglio per un eventuale accordo con una parte della coalizione avversaria, nel caso in cui, dopo il voto, sia poi necessario gestire grandi problematiche di matrice istituzionale.

E la sinistra esultò: Un guerriero!

Guerriero
E gridarono al Guerriero. Romano Prodi si incaponisce, e dopo le voci di ieri di una salita al Quirinale dopo aver incassato la fiducia della Camera – c’è chi lo aveva dato già per dimesso – ha deciso di andare avanti.
Il Professore si presenterà tra meno di un’ora in Senato per chiedere la fiducia. Stamane Prodi ha avuto un nuovo colloquio di un’ora con Napolitano: È stato un colloquio sereno e costruttivo. Ho comunicato al presidente della Repubblica che andrò al Senato alle ore 15.
Che succederà? A Palazzo Madama la maggioranza sulla carta, dopo la rivolta dell’Udeur, non c’è.

Storie da Transatlantico. Prodi ci dorme su

Transatlantico
Prodi passa alla Camera, con 326 sì e 275 no. E si sapeva. Ora. Il futuro è aperto.
La politica del Paese, ad essere idealisti, si fa non nelle retrovie torbide e nascoste degli intrighi di Palazzo, nè esplicitamente all’interno delle due aule del Parlamento.
La politica italiana – così racconta la leggenda – si fa nel Transatlantico.
Il transatlantico, il salone posto all’estremo dell’aula dove sostano i parlamentari negli intervalli delle sedute, deve il suo nome alla illuminazione a plafoniera, caratteristica delle navi transoceaniche. Durante le impomatate visite al Palazzo, gli addetti, in verità di una cordialità ormai unica e introvabile altrove, spiegano pazientemente alle orde fi turisti con cappellino che quello è il luogo reale in cui si prendono le decisioni per il futuro del Paese. Il luogo del gossip, delle anticipazioni, dei commenti non istituzionale. Insomma, della verità.

Prodi “valuta” le dimissioni e va a colloquio da Napolitano. Mentre Bossi dice: o urne, o rivoluzione armata

MOntecitorio
Si è fatto sue conti – in verità non troppo difficili. Le ha tentate tutte. Ma Romano Prodi potrebbe decidere di evitare il confronto in Senato e dopo avere incassato questa sera la fiducia nell’aula di Montecitorio, salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato.
C’è di tutto a bollire nel pentolone. Dini e i suoi spaccati. Il Professore a colloquio per mezz’ora con Napolitano. L’Udeur che si rivolta contro Berlusconi, già sicuro di avere i mastelliani a breve nel centrodestra. Su di noi concussioni politiche. Restiamo al centro, dicono dal partito che ha portato alla crisi di queste ore. Ci ritroveremo senza accorgercene Clemente Mastella Premier?
Ma il vero colpo di scena arriva con le parole perentorie del Senatur. Cade, cade. Può reggere alla Camera ma cade al Senato, ipse dixit. Prima di concludere con l’affermazione che più di tutte dovrebbe far riflettere: O andiamo al voto o c’è la rivoluzione. Troveremo le armi.

Prodi: gli esami non finiscono mai. Ovvero: tutti morimmo a stento

De Andrè
Quello di oggi è quasi facile. Ma quello di domani no. Romano Prodi e la sua band verificheranno oggi, nel pomeriggio, i compiti per casa a Montecitorio. Una verifica dall’esito realtivamente scontato e plausibilmente positivo per il Professore.
La Camera, anche senza i voti dell’Udeur, non dovrebbe essere un problema. I veri, lancinanti dolori di pancia arriveranno domani sera. Al Senato, la maggioranza praticamente non c’è. La resistenza del Governo appare missione disperata e la lotta all’ultimo voto con la ferocissima opposizione ruota tutta intorno al filo dei 160 consensi.
Ironia della sorte – perchè c’è in verità dell’ironico – la caccia al voto e la crisi arrivano in contemporanea con i festeggiamenti per i 60 anni della Costituzione della Repubblica Italiana.

Mastella e Ruini. Ovvero: il gatto e la volpe

gatto volpe
Mi arriva la newsletter di Libertà e Giustizia. Mi ci sono iscritta appositamente. Sarà colpa dei miei inutili studi in Scienze della Comunicazione, ma a me Umberto Eco in fondo è sempre piaciuto – certo, ha da un po’ una deriva eccessivamente intellettualoide e insofferente, ma tant’è. A capirlo davvero, poi. E su Enzo Biagi non spendo parole, perchè è ben difficile che ne sia degna.
Comunque, col suo Comitato di Garanti e la sua discrezione, ha solleticato la mia curiosità ben sopita dal disgusto dei circoli intellettuali, le associazioni, gli pseudopartiti dei tempi nostri. Mi ha colpita anche per la sua discrezione. Si direbbe che non la butta in caciara come una matrona partenopea al mercato del pesce.
L’articolo che oggi si è imposto alla mia attenzione, dall’alto della mia influenza Pacifica (Il nome sarebbe in verità grazioso, se corrispondesse ad uno stato dell’animo. PACIFICA: mi sento un tantinello presa per i fondelli) porta il titolo sobrio di Coincidenze e peccatori.