10 candidati per noi… posson bastare

Lucio Battisti
Ce ne è per tutti i gusti, per tutte le certezze, i dubbi, le angosce, le verità, le falsità. Non due tra i quali scegliere, al massimo tre, perchè no, quattro, ancora sembrerebbe una scelta numericamente già vista, nella norma. No. L’Italia, paese fortunato, paese dell’abbondanza, paese della democrazia, si troverà a dover operare la scelta tra ben dieci candidati premier.
Fuori i nomi che sono stati depositati al Ministero dell’Interno. Il Viminale si è allora visto stilare la seguente lista:
Silvio Berlusconi, Pdl-Lega-Mpa
Walter Veltroni, Pd
Fausto Bertinotti, Sinistra Arcobaleno
Enrico Boselli, Partito Socialista
Pier Ferdinando Casini, Udc-Rosa Bianca
Daniela Santanchè, La Destra-Fiamma Tricolore
Marco Ferrando, Partito comunista dei lavoratori
Flavia D’Angeli, Sinistra critica
Roberto Fiore, Forza Nuova
Bruno De Vita, Unione democratica per i consumatori

Non è un paese per vecchi. O forse sì

locandina.jpg
L’album di famiglia della politica italiana di quindici anni fa, a sfogliarlo, fa impressione. Rutelli sindaco di Roma e Berlusconi Presidente del Consiglio. Devo aggiungere altro? Non credo. A volere essere pignoli si potrebbe giusto segnalare che tutti i segretari della pressocchè totalità delle formazioni politiche italiane di oggi presenta al suo vertice le stesse facce da 20 anni.
Su, diciamocelo, con le sole eccezioni rappresentate dai mini-candidati premier Santanchè e Boselli, la corsa alla poltrona di Presidente del Consiglio ed ai posti che “contano” non offre certamente novità: il sempreverde Berlusconi, con l’immancabile fiato sul collo dell’eterno erede designato Fini, l’equilibrista Casini, il subcomandante Fausto Bertinotti e Veltroni che, a dire il vero, nuovo di pacca proprio non è.
Ma se il criterio per la scelta del capitano da parte delle singole squadre appare il medesimo, lo stesso non si può dire per la composizione del resto delle formazioni. Il Pdl infatti, al netto delle naturali promozioni sul campo di alcuni elementi ( la sciura Brambilla su tutti), sembra confermare gli effettivi che furono in grado di pareggiare la precedente partita. Di contro, il PD avrebbe deciso di affidare ad un gruppo di giovani gregari il difficile compito di tirare la volata a Uolter.
Sarà vero?

Il programma di Silvio, il programma… delle libertà! Anche i ricchi piangono

rICCHI
All’Auditorium di Santa Cecilia, a due passi da Piazza San Pietro, sono arrivati tutti. Gli alleati del Popolo delle Libertà. Un’unica lista. Maroni, Calderoli, Lombardo – candidato in Sicilia. Naturalmente Fini, naturalmente Tremonti. Il responsabile dell’officina del programma. Che dovrebbe essere l’oggetto dela conferenza stampa convocata da Silvio Berlusconi. Programma ridotto. Prima si era parlato di 12 punti. Poi si è parlato di decalogo. Poi si è pensato ad una riduzione a 6-7 punti. Imprenditori, aziende, lavoratori, grandi opere da rilanciare.
E 8000 gazebo nei Comuni italiani, nei quali i simpatizzanti potranno esprimersi sulle priorità, individuando un ordine ai punti essenziali definiti. Foto di rito, con i giovani con tanto di maglietta Silvio Presidente. Esordisce.

Sono arrivato in ritardo perchè ho soccorso due giornalisti che hanno avuto un malore fuori dalla mia residenza, uno di Libero e uno di Repubblica

E subito: il programma del Pd?

Ne parleremo poco, ma i cittadini si ricordino che, per le forze di sinistra, il programma non conta nulla. Non l’hanno mai rispettato

Perchè alle ultime elezioni avevano un programma corposissimo, 281 pagine.

Lasciato nel cassetto prima, gettato nel cestino dopo, Riassunto infine nei 12 punti di Caserta. Nessuna promessa è stata rispettata

Silvio contro tutti, ma soprattutto contro Di Pietro

Munch
Salvo il fatto che

Se dovesse vincere le elezioni…

Chiede un ascoltatore di Radio Anch’io. E

Tolga il “se”, dato che ahimé avremo la responsabilità di governare…

Ahimè. Oggi Silvio si è scatenato. In effetti basta dargliene modo. L’espressione e l’espressività non mancano. Salvo ciò, insomma, e salvo il ribadire agli italiani come devono votare – non può perennemente dire solo ioioioio, ma a tratti aggiunge che

i voti dati in quella direzione favoriscano la frammentazione e non la possibilità di governare. È una cosa ovvia che non può essere discussa né negata

E quella direzione si chiama Udc e compagnia bella. Salvo ciò, insomma.

Italiani, ve la sarete cercata

Berlusconi
L’immagine è per non dimenticare. In tempi remoti li ha chiamati coglioni. Padoa Schioppa si era limitato ad un bamboccioni per una fascia precisa di popolazione italiana. Che comunque aveva sollevato il suo bel vespaio. Il Coglioni, invece, di Silvio Berlusconi, ci piace ricordarlo così, era un po’ per tutti, decisamente democratico.
Oggi l’uomo di Arcore bissa. Certo, purtroppo per il mondo mediatico con ben altra forza. Poichè è probabile che gli abbiano fatto ulteriori corsi di maniere per placare le sue furie e le sue sparate, coglioni non animerà, sciaguratamente, più, almeno per il momento, le identità di coloro che per Silvio avranno l’ardire di non votare.
Oggi si è decisamente limitato.

Finocchiaro: in me, il nuovo per la Sicilia

Finocchiaro
Mentre a destra si picchiano e si ricompongono su precise e implicanti promesse di dicasteri – non certo bruscolini – a sinistra, per una volta l’unanimità è di un’armonia disarmante. Una volta su mille ce la fa, insomma. L’armonia si chiama Sicilia.
Anna Finocchiaro fa sapere oggi al mondo:

Se mi fossi dovuta basare solo sulla consistenza delle forze di centrosinistra e di centrodestra in Sicilia sulla base degli ultimi dati elettorali, avrei dovuto dire ‘scusate, ma vado per un mese in vacanza’. Invece mi sono candidata perché dalla Sicilia ho avuto molto ed è arrivato il momento di dare

Niente vacanza, e lo si era capito, per Anna. Lo ha ricordato nel pomeriggio ai microfoni di Sky tg.

Nessuno tocchi i sondaggi. E nessuno voti Udc

sondaggio
Silvio Berlusconi non perdona. Sui sondaggi, poi. Nessuno tocchi i sondaggi. Prontamente, ha chiamato sbraitando il suo Tg4 e il suo Emilio Fede. Pd e annesso Walter Veltroni

hanno iniziato a usare le armi di sempre in campagna elettorale e diffondono sondaggi artefatti e non veritieri, per i quali il Pdl avrebbe solo 6 punti di vantaggio

Sei non è certo un bel numero, quando gli si può sostituire piuttosto un bel dieci.

L’uomo di Arcore ha chiamato, si diceva, la sua redazione del Tg4 di Emilio Fede.

I nostri sondaggi da 3 settimane ci danno in stabile vantaggio del 10% e un sondaggio di oggi di Euromedia dà il Pdl al 46,4% e il Pd al 36,4%

Senato, cruccio del Cavaliere

Senato
Nuove grane per Silvio. Queste, poi, sono particolarmente grosse, giacchè parlano di Senato. E vengono da una fonte preoccupante, una fonte che, almeno a detta sua, gli è sempre stata amica. Una categoria di esseri umani bizzarra, che negli USA sta facendo decisamente impazzire Hillary Rodham Clinton.
Insomma, l’ultimo sondaggio fatto pervenire di gran corsa in quel di Palazzo Grazioli, per essere sottoposto all’attenta analisi e valutazione del Cavaliere, non è esattamente costellato di numeri che il Cavaliere stesso avrebbe voluto vedere. E che cosa dicono questi numeri? Ecco l’analisi del protagonista: Sosterrebbero, impudenti e, per il momento, ancora impuniti, che il vantaggio del Pdl sul Pd al Senato sarebbe contenuto.
Rosicchiato? Di poche spanne? La maggioranza del centrodestra potrebbe non essere sufficientemente ampia, dunque con pochi senatori di scarto. Ma… Tutto questo… Non sembra quasi richiamare alla memoria qualcosa di recente, di un recente passato, si chiede nel leggere Cavalier Silvio? Ma… Questa cosa che vanno dicendo questi… Come li chiamano? Ah, già, sondaggisti… Somiglierebbe alla descrizione del fantasma che ha accompagnato Romano Prodi per due anni, biennio 2006-2008, dicono i libri di storia. Quel Medioevo buio, ricorda nebulosamente il Cavalier Berlusconi, tra i miei due regni.

Tutte le donne del Cavaliere

resize2asp.jpg
Bravi ma basta! Si era detto ieri che, vera o falsa che fosse la notizia della candidatura di Aida Yespica, non sarebbe stata l’ultima e che sicuramente ne avremo viste ancora delle belle, è vero. Ok, la campagna elettorale bonsai richiede massima sintesi di forma e contenuti, messaggi chiari e volti nuovi. Ma di questo passo tra una settimana qui si rischia di commentare la discesa in campo del Gabibbo.
Sforziamoci di essere seri, nei limiti concessi dalla situazione.
E cerchiamo di fare ordine. I fatti. Metti che ieri hai comprato Il Foglio (!). Tranquillo, è un esempio. Nella prima delle quattro pagine che lo compongono, di spalla, tra Il noir delle elezioni in Sicilia e Il nostro caos calmo, in cui si cerca di spiegare il perché della lista pro-life (già, perchè?), ti saresti trovato di fronte a questo:

Chi l’ha vista fare la capriola, nuda, nella vasca idromassaggio del Grande Fratello 3 sa che è tutto uno scherzo: Angela Sozio, la rossa, candidata nelle liste del Popolo della Libertà, no. Non può essere vero

E invece, a meno di smentite, stavolta sembra vero. Cercate di avere reazioni contenute, comunque. Intanto, nel giorno del grande tradimento di Aida che, dimostrando di averci preso gusto oggi ha laconicamente dichiarato:”Mi candiderei per Veltroni”, il Cavaliere, che ieri a Matrix si è definito di di larghe vedute, si consola facendo il pieno di candidature femminili.

Berlusconi: Aida, come sei bella…

aidayespica01.jpg
Questa proprio non ci voleva. Non ne va bene una al Cavalier Berlusconi in questo avvio di campagna elettorale. Prima il no di Storace, poi il sofferto addio con Casini. E ora l’ennesima doccia fredda:

Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.

Nossignore, non stiamo parlando di Ciriaco De Mita, 44 primavere e spiccioli di carriera (altro che Maldini) una vita da mediano, non nuovo in verità al cambio di casacca, e da poche ore svincolato a parametro zero, o quasi. A parlare, udite udite, è Aida Yespica, sì avete capito bene, quella del Bagaglino. Insomma, per dirla con L’Onorevole Cetto Laqualunque, Cchiu ppilu pe tutti!
Dopo Mara Carfagna, Gabriella Carlucci ed Elisabetta Gardini, l’asso di Berlusconi Yespica è rimasto incastrato nella manica. La showgirl si è affrettata nel pomeriggio di ieri a smentire la notizia al sito Affari Italiani, precisando, a futura memoria dell’ufficio casting:

Non sono neanche cittadina italiana…

Prima ancora della smentita, persino il Presidente Cossiga non era riuscito a trattenersi. Il Picconatore a vita, da vecchio conoscitore delle regole del gioco, aveva scoperto il bluff di Berlusconi, ricordando che la signorina Yespica è cittadina venezuelana. D’altronde come biasimare il Cavaliere… In molte altre occasioni il giochetto aveva funzionato.

E Silvio cambia musica

La notizia è di quelle scioccanti, di quelle che pesano come se fossero un macigno gigantesco che si stacca da una montagna e va a cadere sulla strada. Pare impossibile ma durante questa campagna elettorale sembra che il Cavaliere di Arcore (tra l’altro sono passato davanti alla sua villa ieri, l’ho salutato da lontano…) abbia intenzione di cambiare musica. Ma per i giovani “azzurri” che già temono il peggio, possiamo solo tranquillizzarvi, non si tratta di un cambio di casacca o di ideologia politica.

Come detto Berlusconi cambia musica e abbandona, sembra definitivamente, Mariano Apicella. E se non è un addio definitivo almeno lo è durante la campagna elettorale. La notizia è veramente di quelle che distruggono un mito. Quanti di voi non ricordano, magari durante l’edizione del TG4 delle 19.30 di qualche anno fa, Apicella e Berlusconi seduti uno a fianco all’altro cantare le canzoni di Mariano.

Canzoni di Mariano che forse sarebbe meglio definire canzoni di Silvio. Sì perchè i testi delle canzoni di Apicella sembra venissero scritti proprio dal candidato premier di destra. E anche per questo l’addio, soprattutto durante questa campagna elettorale fa pensare.

Scoppia lo scontro Udc-Berlusconi

Berlusconi
Accuse incrociate, fuoco un tempo amico ora assai nemico, incrociato e da più parti. Giornata di fuoco tra centro e centrodestra. Berlusconi e Fini target di polemiche da parte dei centristi.
Ha buttato giù il Governo malamente. Il governo Prodi. Ma non è che con la controparte, con il buon Silvio da Arcore, vada meglio. Tra l’Udc e Silvio Berlusconi, ormai, la tensione si taglia a fette. Si direbbe letteralmente esplosa.
Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ci va pesantuccio:

Silvio Berlusconi è una persona capace anche di gesti estremi, di darti magari una coltellata alle spalle, come dimostra l’esperienza di questi giorni

Non basta? Cesa, ai microfoni di Radio Monte Carlo, non si tira certo indietro.

E’ una persona su cui poter contare nel rapporto umano, meno in politica

UDC: We’ll always walk alone

Un titolo diverso onestamente non mi viene proprio in mente. La sconfitta nerazzurra in Champions di ieri sera mi ha portato a riprendere il famoso coro dei “reds” del Liverpool, che inneggiano alla loro squadra, sia che le cose vadano bene sia che le cose vadano male, con il famosissimo “You’ll never walk alone!”, ovvero non camminerete mai soli.

Con qualche piccola modifica fatta ad hoc al coro ecco pronto per voi, direttamente dalla mia testolina, un possibile spot pubblicitario elettorale per il partito di Casini e compagni; un bel “We’ll always walk alone”, ovvero cammineremo sempre soli.

Casini non ne vuole proprio sapere. Ormai è diventato completamente riluttante all’idea di avere qualcuno al suo fianco. Lo posso capire assolutamente. Ha passato dal 1994 i suoi anni di governo a fare gavetta dietro a uno che di gavetta in politica non ne ha mai fatta e che al massimo gli permetteva di lucidargli le scarpe. Ed è giusto, se il momento ai suoi occhi è quello propizio, cercare di farsele lucidare lui le scarpe ora.

Proposta shock. Di Pietro perde la testa: una sola rete a Mediaset

Di Pietro
Magari, viene da rispondere. Ci potrebbe essere da guadagnare, viene da azzardare. Comunque, quell’indisciplinato di ex magistrato datosi alla politica l’ha sparata grossa. Ha proposto nientepopodimenoche un intervento radicale sull’informazione.
Dall’alto del suo blog, Antonio Di Pietro lanciare la proposta di programma di governo dell’Italia dei Valori.
Il post porta il titolo: Grande Biagi, piccola televisione pubblica, e ha, attualmente, 918 commenti tra i più disparati.
La proposta? Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti: l’esecuzione della sentenza europea su Europa 7 e lo spostamento di Rete 4 sul satellite; limite di una sola rete per i concessionari privati (un esempio per meglio comprendere? Non è difficile. Si chiama Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria.