Mills condannato per corruzione. E il corruttore?

David Mills, l’avvocato inglese accusato di corruzione, è stato condannato a quattro anni e sei mesi. “Mills fu corrotto dalla Fininvest”, in sintesi. Ma leggiamo la sentenza pronunciata da Nicoletta Gandus.

In nome del popolo italiano, il tribunale, letti gli articoli 533, 535 del Codice di procedura penale, dichiara Mills Mc Kenzie Donald David colpevole del reato ascrittogli e lo condanna alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione, nonché al pagamento delle spese processuali.
Visto l’articolo 29 del codice penale, dichiara Mills Mc Kenzie Donald David interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni.
Visti gli articoli 538 e seguenti del codice di procedura penale, condanna Mills Mc Kenzie Donald David al risarcimento del danno in favore della parte civile costituita, danno che liquida in complessivi euro 250 mila, e alla rifusione alla stessa delle spese di costituzione dell’assistenza, che liquida in complessivi euro 25 mila.
Dispone la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica in sede, per quanto di eventuale competenza, in particolare in ordine alla deposizione resa da Benjamin Marrache. Motivazione entro 90 giorni.

Va bene, ma… chi è il corruttore? Per i giudici della decima sezione del Tribunale di Milano, l’avvocato avrebbe preso dei soldi (corruzione da seicentomila euro) per dichiarare il falso in occasione di due processi: alla Guardia di Finanza e All Iberian. In entrambi, era coinvolto Silvio Berlusconi. Nel mentre, il lodo Alfano.

Veltroni si dimette

Walter Veltroni si dimette. Questa è la traduzione in lingua corrente del post precedente. Si è arreso, Walter. E le sue parole sono da apocalisse. Mi assumo le responsabilità mie e non. Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto. Pensateci. Sedici mesi fa, solo meno di un anno e mezzo addietro nasceva il PD, la sua leadership, nonché quel motto. Quel tormentone.

Yes, we can. Tutti noi canticchiamo, probabilmente, oggi. La beffa, e il destino fatto dall’uomo. Oggi, quella frasetta viene violentemente sostituita da un’altra. Perché le pressioni sono state tante, e lui, ora, va via. Non voglio restare per far logorare me e la possibilità del Pd di esistere. Per molti sono un problema e io sono pronto ad andarmene per il bene del partito. Il mio mandato è a disposizione.

Gli ultimi giorni degli utimi 16 mesi del “principale esponente dell’opposizione” non sono stati semplici. Accuse, neanche troppo nascoste, soprattutto dall’interno stesso del Partito Democratico.

Sardegna, il Pd sconfitto

Ugo Cappellacci è il nuovo governatore della Sardegna.

Non m’interessa tanto il risultato delle liste, mi aspettavo un risultato migliore dalla coalizione e sono deluso dal risultato finale delle elezioni

Questo il commento del Presidente uscente, Renato Soru. 140 commenti ad ora sul suo blog. Molta solidarietà, e amarezza per la “piaga berlusconiana” ormai realtà. In tutte le zone, anche le più insospettabili, il risultato è netto: Nuoro (roccaforte del presidente uscente) ha visto un serrato ex equo, ma anche Iglesias ha “tradito” la gestione di centrosinistra votando chiaramente il Pdl.

Cappellacci, in verità, è stato non solo appoggiato attivamente, ma letteralmente coccolato da zio Silvio. Che ha modestamente commentato:

Non metto mai la faccia su battaglie dove si perde

Nonostante i dati iniziali – quando si era ancora al 10% delle schede scrutinate – avessero nutrito la speranza del Partito Democratico, ormai il risultato è chiaro. Soru sconfitto, Cappellacci vincitore.

Mastella, alle Europee con il Pdl

Clemente Mastella. Ve lo ricordate? Certo che ve lo ricordate. Eccolo lì, a conferma che la politica italiana ama esclusivamente l’autoriproduzione. Non importa il grado di probabilità, men che mai quello di opportunità della stessa. Eccolo lì. Ed eccole lì. Sempre le stesse, soltite facce, la maggior parte da mezzo secolo ad oggi.

Perché, dopo le ultime evicende che lo hanno visto protagonista – molto protagonista – della caduta del Governo Prodi… Eccolo. A volte ritornano, è davvero il caso di dirlo. Clemente Mastella correrà per le Europee. Indovinate con chi? Basta andare per esclusione: con il Popolo della Libertà. E guai, guai a chi osi dire che Silvio così paga il prezzo di quello-che-l’Italia-sa e che risale a così poco tempo fa…  Guai.

Il Pd, da Roma alla Sardegna

[Foto| BugBog] Ieri il PD è sceso in piazza a Roma. A difendere la Costituzione. Ecco le parole di Oscar Luigi Scalfaro

Chi dice che la Costituzione è nata da una filosofia comunista lo fa perché questo è frutto di assenza e ignoranza

Il presidente emerito “difende” Napolitano. In qualità del suo ruolo e della sua funzione, infatti, dovrebbe essere “tenuto fuori” dalle beghe politiche. O quanto meno – a buon senso – non essere coinvolto nei termini e nei modi recenti – come sul caso Eluana.

Va bene tutto. Ma il problema è un altro, ed è grande. Il Pd si unisce solo contro Berlusconi. Il titolo de Il Tempo – giornale che non amo particolarmente – fa riflettere. Berlusconi è pericoloso per la democrazia, dice Scalfaro.

Goodbye Eluana

Mentre l’Italia si lecca pesanti ferite post-Eluana (una ragazza che, per fortuna, non ha mai saputo cosa ha rapresentato e come il suo corpo inerme è stato strumentalizzato), vorrei citare l’amico Spinoza.Il post si intitola assai semplicemente: Le vite degli altri

Comunque ci sono disgrazie peggiori. Pensate alla figlia di Gasparri.

“Se serve, mi scuso. Stai tranquillo, Gasparri. Non è mai successo che le tue parole siano servite a qualcosa

Mentre l’Italia si lecca le ferite, Roberto Saviano chiede – dalle pagine e dal sito di Repubblica – Chiedete scusa a Beppino Englaro. Dalla prima pagina del quotidiano. Quella stessa pagina che riporta La rivincita di Lady Obama. Michelle è sulla copertina di Vogue, e al mondo la faccenda dovrebbe in qualche modo interessare.

Eluana, l’esercito dei rei confessi

Eluana Englaro è morta. Mentre noi siamo rimasti qui, con le nostre drammatiche, ridicole, mortali e italiane beghe. Eluana è morta, e morendo ufficialmente ieri ha preso tutti in contropiede. In 48 ore volevano fare una legge che non sono riusciti a produrre in 12 anni. In 48 ore si voleva dare una svolta alla spinosa faccenda del testamento biologico, resa ancora più spinosa dal fatto che questo non è un paese normale. Resa ancora più spinosa dalle immancabili direttive della Chiesa.

Resa ancora più spinosa dall’ondata di emotività. E dal fatto che la vicenda clinica di questa ragazza ha distratto noi tutti da ciò che sta accadendo in altre sedi. Momento che Giorgio Napolitano definisce oggi di turbamento nazionale. Per il quale serve una riflessione comune. Interviene, il presidente della Repubblica, dopo che lo scontro politico è arrivato al suo culmine inimmaginabile. Dopo che sono volate parole come assassini, l’avete ammazzata. Dopo che il Capo dello Stato è stato accusato ieri – inutile usare eufemismi – apertamente in Senato dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri di avere una responsabilità nella morte di Eluana, per la firma mancata sul decreto legge del governo.

Eluana Englaro, piccola storia ignobile

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, cantava Francesco Guccini. Eluana Englaro è nata a Lecco il 25 novembre 1970. Ed è morta. E’ morta oggi, 9 febbraio 2009, a Udine, presso la clinica “La Quiete”. Cogliendo di sorpresa un intero paese. Che, attraverso il suo corpo, si è guardato allo specchio. In Italia ci sono tra le 2.000 e le 2.500 persone che si trovano in condizioni più o meno analoghe a quelle di Eluana Englaro.

Eluana era una studentessa. Aveva solo 21 anni, da poco compiuti, quel giorno. Era il 18 gennaio 1992. Aveva preso la macchina grande, e quel giorno, per la prima volta, non era andata fuori città con i genitori come invece sempre capitava. Eluana, quella sera, era andata ad una festa a Pescate, paesino nei pressi di Lecco. Al ritorno, nella notte, l’incidente stradale.

Eluana, “venite a trovarla”

Eluana. Mentre l’Italia si lecca le ferite del caos istituzionale, in attesa che scoppi la seconda parte, in attesa del seguito, insomma, Beppe Englaro fa un appello, reso noto attraverso l’avvocato Vittorio Angiolini. Invita Berlusconi e Napolitano ad andare a trovare la figlia.

Interessante anche questo articolo che dà la parola ai medici. I acconti della vita da ospedale. Decisioni e drammi che ogni giorno trovano la loro rappresentazione, ma dei quali non si parla. Accade ora, per ovvie e opinabili ragioni.

Restiamo in attesa delle prossime puntate. Il percorso di Eluana è già cominciato, l’alimentazione e la sua (non) somministrazione sta seguendo il suo protocollo. Mentre le Camere prenderanno visione del disegno di legge tra lunedì e martedì. Silvio fa sapere che:

Con i non poteri che ha il presidente del Consiglio, l’ipotesi di una prassi che fa intervenire il presidente della Repubblica addirittura prima che si prendano le decisioni è veramente una cosa che fa ridere

Ah. Ah. Ah.

Eluana – e il “corpo” di Stato – sulla stampa estera

Eluana, Berlusconi e Napolitano. Ho visto la rassegna stampa dei giornali di domani. Il manifesto non delude nella titolazione – gongolo per l’efficacia giornalistica delle loro soluzioni, non sto entrando nel meito. E “sbatte” in prima pagina il seguente titolo: Corpo di Stato.

E l’Italia sulla scena internazionale. Mi sono chiesta a un certo punto se i giornali stranieri e i paesi del mondo stessero in qualche dando copertura alle nostre beghe di italioti in pieno conflitto istituzionale là dove una donna è in stato vegetativo da 17 anni. La risposta è stata sì. Siamo in home page. L’eutanasia al centro di una crisi politica in Italia, titola Le Monde. Su Le Figaro, invece, facciamo un figurone con la delazione dei medici.

Eluana, in caduta libera

Eluana. Sono momenti febbrili. Apro la pagina del giornale ogni due per tre e leggo. Leggo del decreto approvato (i giornali ci erano , leggo del no di Napolitano, leggo di Berlusconi che dice non c’è problema, allora cambiamo la Costituzione. O anche, che farà una legge in tre giorni dico tre. (peccato che per Eluana sarà comunque tardi: la sospensione dell’alimentazione è cominciata oggi. Se si protrarrà per 48 ore consecutive, legge o non legge, Silvio o non Silvio, Papa o non Papa non si potrà tornare indietro).

Leggo che la decenza è stata oltrepassata, schiacciata, superata, violentata (insieme al corpo di Eluana) da troppo tempo.

Sembra un teatrino dell’assurdo uscito male. Sembra Samuel Beckett sotto l’effetto di pesanti droghe tagliate male e posseduto dall’intero cast della casa del Grande Fratello.

Eluana, ecco la bozza del decreto

Eluana, il Corriere – ma anche altri giornali – ha pubblicato il testo del passaggio cruciale del decreto legge “Salva-Eluana” – giuro, l’hanno già definito così – che sarebbe stato battuto in primis dall’Ansa. Decreto legge che il governo aveva annunciato di voler varare per impedire l’esecuzione della sentenza della Corte d’appello di Milano, non rigettata dalla Cassazione. Un solo articolo – non avevano tempo di farne altri: Disposizioni urgenti in materia di alimentazione ed idratazione. Decreto Legge sul quale l’esecutivo ha fatto marcia indietro oggi, data la reazione di Fini e di Napolitano.

Nel frattempo… La Procura di Udine potrebbe sequestrare la stanza della clinica dove è ricoverata Eluana. Un decreto legge, in effetti, sarebbe stato un tantinello chiassoso.

Intercettazioni: Di Pietro e Napolitano, la storia infinita

Antonio Di Pietro chiama nuovamente in causa Giorgio Napolitano. Da lui vorrebbe altro, rispetto a quello che fa, firma, dice. Nuovo appello per il capo dello Stato, dunque, da parte del leader dell’Italia dei Valori. Perché a breve, sul tavolo del Presidente della Repubblica, arriverà una nuova legge assai contestata e sulla quale le polemiche non finiranno. Si tratta della legge sulle intercettazioni.

Antonio Di Pietro rialza il tiro, dunque. A pochi giorni di distanza da quanto accaduto a Piazza Farnese. L’ex magistrato è tutto tranne che pentito in merito alla vicenda. Per quelle dichiarazioni, Di Pietro è stato iscritto nel registro degli indagati.

Viva Zapatero, processo in tv

Zapatero sotto torchio in tv. Una cosa è certa: Silvio Berlusconi non lo avrebbe mai fatto. Un’altra cosa è certa: non lo avrebbe probabilmente fatto neppure un qualsiasi altro politico italiano, a dirla tutta.

Il presidente del governo, José Luis Rodríguez Zapatero, l’altra sera in televisione ha subito un vero e proprio interrogatorio davanti a sei milioni e mezzo di telespettatori. Pensate a Silvio (e ripeto non solo lui, ma TUTTI gli italici appartenenti alla categoria): rispondere a delle domande senza che siano concordate, senza una scaletta pre-approvata… Sarebbe disdicevole.

Zapatero si è messo lì. Nessuno nega la possibilità che fosse, anche qui, tutto preparato. Ma il premier spagnolo non ne è uscito benissimo, quindi magari qualcosa deve essere sfuggito… Ma vediamo cos’è successo al nostro.