Congresso Pdl, il capolavoro di Berlusconi

Tre giorni di congresso, e ora è tutto finito. L’opera è compiuta. Musica, trionfi, inni. Tutti sul palco per il gran saluto, tra Silvio Berlusconi, ministri, leader, micro-leader. Non c’era Gianfranco Fini, e neppure Renato Schifani.

Porteremo l’Italia fuori dalla crisi senza lasciare indietro nessuno e difenderemo democrazia e libertà

Ma Silvio, mentre Gianfranco lo guardava da lontano, non ha risposto ad una sola delle domande – input? Spunti? – che il Presidente della Camera aveva ieri “rilasciato” da quello stesso palco.

Piano casa, il no delle Regioni. Home sweet home

Piano casa? No grazie. Salta per venerdì la presentazione del decreto al Consiglio dei Ministri del famosissimo piano. Il Governo era deciso, avviato, praticamente certo. Meno decise, come si sa, le Regioni e i Comuni. La Conferenza degli enti locali ha fino a martedì prossimo per trovare un accordo sui contenuti del progetto.

Un’altra chicca, dopo la notizia data dal Ministro Fitto, (un tavolo tecnico per trovare una soluzione condivisa) è la spiegazione di Silvio Berlusconi di questa che è stata la sua più grande idea dei tempi recenti (e che chissà da quali altre azioni politiche sta distogliendo, in fondo, l’italico posto). Il suo piano di rinascita nazionale in salsa edile non varrà per i palazzi dei centri cittadini e i condomini.

Ma guarda un po’.

Berlusconi e l’antidoto alla crisi. “Lavorate di più”

C’è la crisi? Lavorate, lavorate, lavorate. Parola del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nell’ondata di ottimismo che da ormai una vita tenta di attivare, in Italia e nel mondo, Silvio consiglia la sua ricetta infallibile e imperdibile. Siete pronti?

Voglia di reagire, di impegnarsi e magari lavorare anche di più, reagendo a questa influenza americana, a questo virus che viene dall’America

Lo dice mentre inaugura la linea alta velocità sulla tratta Bologna-Firenze. E aggiunge la sua personalissima versione della crisi. E cioè: viene da lontano e non dipende, fondamentalmente, da noi.

Expo 2015. Quando la politica immobilizza un’Esposizione Universale

Era il 31 marzo 2008. Milano si aggiudicò gloriosamente l’Expo 2015. E giù tutti a fare festa.Un evento storico, che si terrà dal 1 maggio al 31 ottobre di quell’anno ancora lontano. Dalla festa dell’anno scorso, però, si passa alle beghe di un anno dopo. Perché si è trattato di un anno difficile, per Milano.

Il punto, però, come segnala un articolo odierno di Repubblica, è che tra risse più o meno esplicite e nomine saltate, per l’Expo, ad oggi – dopo, cioè, ben 12 mesi – nulla si è fatto.

Il problema è che non si organizza un’Esposizione Universale così, come una qualsiasi fiera.

Fini spegne la fiamma di An e dice qualcosa di sinistra

An non esiste più. Gianfranco Fini l’ha salutata oggi, tra reazioni decisamente contrastanti. L’hanno applaudito, certo. Ma solo, ed esclusivamente quando approccia temi di destra. Ignazio La Russa a un certo punto arriva addirittura a fomentare il pubblico per farlo smuovere, come accade negli studi televisivi. Certo, c’è emozione. Certo, c’è affetto. Certo, non c’è Almirante.

Il discorso non ha infuocato. Ha lasciato probabilmente perplessi. Così lo raccontano. Non che ci si sia stupiti della fusione nel Pdl. La faccenda è metabolizzata, più o meno. C’è chi ricorda che sono 15 anni che si fanno “battaglie in comune“.

Solo che poi Gianfranco Fini (colui che, per gli ambieneti parlamentari, potrebbe essere ottimo segretario del Partito Democatico) si è messo a dire qualcosa di sinistra.

Europa 7, Report non dimentica

Storia della televisione italiana. Era il 2005 quando la TV di stato svedese divulgò questo (invero simpatico) spot che sottolinea la professionalità e l’imparzialità dell’emittente grazie a Silvio Berlusconi come testimonial di eccezione – non voluto, certo. Le note di mandolino di O sole Mio completano la già efficace opera. Ricordo che inserii con gusto il video nella presentazione della mia tesi sulla libertà di stampa, che parlava – tra l’altro – del ranking invidiabile del nostro paese in quegli anni in classifiche internazionali come quelle redatte da Freedom House e RSF.

Storia della televisione italiana. Era il 1999. Il dibattito durava da ben 15 anni (ma si sa, l’italiano è pigro) e aveva visto nascere non una, ma due leggi di regolamentazione delle frequenze televisive. Si giunge ad una svolta (teorica): una gara per le concessioni. Report, stasera, ci ricorda che non vinsero, in quel caso, solo i soliti noti – emittenti nazionali già operanti. Con loro, la sconosciuta e coraggiosa rete locale, Europa7.

Il buco di Catania

Catania. Il secondo comune della splendida terra siciliana ha una storia tutta speciale. Che stasera Report vi racconterà. Una storia non troppo mediaticamente coperta.

Il programma di Milena Gabanelli torna stasera sulla terza rete Rai, e non si smentisce. Comincia la sua nuova fase di viaggi nella Penisola e nelle sue beghe proprio dalla bella Catania, con un servizio ad opera dell’instancabile Sigfrido Ranucci. Parte da Catania e dal luminare professore Umberto Scapagnini. Scapagnini è molto più di un preparatissimo dottore: è colui al quale il nostro Premier, Silvio Berlusconi, affida la sua forte e inattaccabile salute. E a Catania ha lasciato un buco di bilancio che supera i 360 milioni di euro, insieme a un indebitamento complessivo di un miliardo. A occhio e croce.

Crisi, Marcegaglia batte cassa

Mentre per Confindustria la crisi si aggrava e servono soldi veri (non stiamo mica pettinando le bambole, insomma. Quindi la Marcegaglia batte cassa a Silvio Berlusconi e i suoi), trovo in giro – su Specchio Economico – l’editoriale del Direttore Responsabile Victor Ciuffa che ci tiene a ridimensionare la portata della crisi suddetta. E allora sorge spontanea la domanda alla Supertramp. Crisis? What Crisis?

Non si scherza, per Nostra Signora di Confondustria. La crisi è un’emergenza vera. Non è una boutade mediatica, dice Emma Marcegaglia oggi. E giù tutti a tremare. Cittadini, politici, domanda e offerta del mercato.

Pacchetto precari, il Governo dà il via

San Precario pensaci tu. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al brand new pacchetto di ammortizzatori sociali. Per chi? Per buona parte d’Italia, in teoria. Il pacchetto è rivolto a tutti i lavoratori precari che perdono il posto. Il piano casa – annunciato tra non poche polemiche e che prevede un aumento delle volumetrie per le abitazioni, insieme ad una gestione meno complessa per ottenere le procedure di autorizzazioni di ristrutturazione e sconti fiscali – è stato solo “analizzato” invece in via preliminare.

Ad illustrare le recenti illuminazioni per il popolo dei precari è il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Misure che diventeranno emendamenti al decreto incentivi che riguarda l’auto ed altri beni durevoli all’esame delle commissioni della Camera.

Sciopero. Virtuale, potenziale, regolamentato

Sciopero. Virtuale, potenziale, regolamentato. Sono giornate un po’ frenetiche e non ero riuscita ancora a leggere un articolo sulla faccenda. Ma vedevo qua e là la parola “virtuale”.

Mi vedo costretta, tanto per essere originale, a citare Spinoza (oggi ho passato il link anche a mio papà. Abbiamo riso molto al telefono).

La nuova legge rende più restrittivi gli scioperi: potranno aderire solo quelli che hanno un lavoro.

In compenso nasce lo sciopero virtuale. È il primo passo verso la busta paga virtuale

Ma capiamoci, insomma. Il ha la delega a “integrare e modificare, eventualmente anche abrogandola e sostituendola con una nuova disciplina” l’attuale legge sullo sciopero nel settore dei trasporti. Questo quanto riportato dal primo articolo della bozza di disegno di legge ‘per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi di lavoro con riferimento alla libera circolazione delle persone”.

Quando c’è uno sciopero in Francia, nessuno se ne accorge, ha amato dire Nicolas Sarkozy.

Franceschini, nuovo segretario PD. Il giuramento sulla Costituzione

Dario Franceschini è stato eletto segretario del Partito Democratico. Il che significa che il gruppo dirigente del partito, ad oggi, non è stato TOTALMENTE bocciato dalla sua base. Le primarie avrebbero voluto dire ciò, e le primarie non sono arrivate. Il che lascia molti interrogativi aperti.

Debole, reggente, dilettante, signor Nessuno, scelto dalla nomenklatura. A Dario Franceschini ne hanno dette di tutti i colori. Ma lui sembra avere le idee chiare: ricorda Walter Veltroni, la sua azione, i suoi errori (che sono anche i miei), promette e fa. L’ha detto ieri alla Fiera di Roma, nel discorso con cui ha lanciato la sua candidatura alla leadership del partito. E oggi lo farà: andrò a Ferrara, la mia città, a giurare sulla Costituzione.

Battisti, lettera dal carcere

Battisti chiede il perdono dell’Italia cristiana. Una mossa, la sua, che farà parlare. Cesare Battisti ha scritto e consegnato ieri otto pagine in portoghese al senatore Eduardo Suplicy. Un appello alla gente del Brasile. Perché proprio io? Por que eu?

Continua a dirsi innocente, Battisti. Di non essere colpevole dei quattro omicidi per i quali è stato condannato all’ergastolo in Italia. E scrive, buttandola in “la mia scheggia, la tua trave” (e Berlusconi era pure iscritto alla P2). La storia,e i suoi punti di vista:

I miei avversari, al contrario di me, sembra che abbiano qualcosa da difendere. Chissà se le proprie miserie o ricchezze, o piuttosto, come nel caso di alcuni attuali ministri del governo italiano, il proprio passato di attivisti di estrema destra (fascista!) responsabile diretta o indirettamente dei massacri con le bombe. Non so che cosa motivi esattamente i miei avversari ad entrare in questa lotta, ma sono certo che non abbia nulla a che fare con la giustizia

Italia, Italia che uccidi il sogno dei tuoi figli e tagli le ali a coloro che ti difendono, non è mai tardi per un gesto di nobiltà sull’esempio del Vaticano che ha riconosciuto i suoi errori durante l’Inquisizione….

Berlusconi, gaffe sui desaparecidos

Berlusconi, battuta infelice sui desaparecidos. Gaffe-prone lo definisce l’AFP. E in effetti ne avrebbe, a detta di molti – anche dell’Argentinafatta un’altra. Anche se continua a sostenere con i suoi di essere frainteso, e che le sue paole vengono perennemente rovesciate. Decidete voi.

Comunque, il risultato al momento è: il ministero degli Esteri argentino convoca l’ambasciatore italiano, Stefano Ronca. Esprime profonda preoccupazione per le presunte frasi attribuite al Presiddente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla tragedia dei desaparecidos. Ronca risponde: da parte di Silvio non c’è stato certamente alcun intento offensivo. Piuttosto c’è stata netta presa di distanza dalla dittatura argentina.

Palazzo Chigi rincara: attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato su un finto caso che provoca indignazione. A far scoppiare il caso è stato Clarin, che ha citato l’Unità.

L’addio di Walter


Veltroni si è dimesso. E’ ufficiale, già da ieri.

Ecco il discorso di Walter Veltroni oggi, alla conferenza stampa di ufficializzazione delle sue dimissioni da segretario del Partito Democratico. Veltroni solo, Veltroni che parla al suo popolo. Veltroni che lascia. Veltroni pacato. Veltroni, a modo suo, senza mezzi termini.

Pacatamente, serenamente. Dopo il salto.