L’editoriale

Lo dico senza spirito polemico: la manifestazione di oggi per la libertà di stampa per me è incomprensibile. Parola di Augusto Minzolini, direttore del Tg1. Che ha deciso, in diretta, nell’edizione delle ore 20 del primo Tg della Rai, di dare il suo giudizio negativo sulla protesta organizzata a Roma, in piazza del Popolo, dalla Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, sulla libertà di stampa. Un editoriale contro.

Manifestare è sempre legittimo e salutare per la democrazia, ma in un Paese dove negli ultimi tre mesi sono finiti nel tritacarne mediatico Berlusconi, l’avvocato Agnelli, l’ingegner De Benedetti, l’ex direttore di Avvenire, il direttore di Repubblica e tanti altri, denunciare che la libertà di stampa è in pericolo è un assurdo

Bisogna ascoltarlo, per capire cosa pensarne.

Annozero, arriva la D’Addario

annozero d'addario

Come diceva Maurizio Crozza giustappunto ieri, “Berlusconi, a Milano, ha detto moralità. Vi giuro, ha detto moralità. Credo che se le vada a cercare. Il che è strano, perché in genere gliele portano“. Giunge rapida ed efficace la notiziulla che da Michele Santoro arriva nientepopodimenoche la pietra (o la escort) dello scandalo. Colei che, insieme a Noemi Letizia, si contende il titolo di “incipit” del nostro presente.

La bella signora, al secolo Patrizia D’Addario, la escort pugliese che, presentata a Silvio Berlusconi dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini, ha trascorso una notte con il premier rendendo poi pubblica la notizia.

Ballarò, W Crozza

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W Crozza! E’ il settantatreesimo compleanno del Presidente del Consiglio, e Maurizio Crozza, a Ballarò, comincia con Happy Birthday to you, invitando Gasparri a cantare e facendolo immediatamente innervosire. E’, dopotutto – ricorda Crozza – anche il compleanno di Bersani.

Crozza ci ricorda l’aneddoto odierno: quanto accaduto questa mattina nel programma della Rai Uno mattina. Lì dove la frase è stata: Presidente, questa è casa sua. Crozza non se lo lascia sfuggire.

A Bersani, invece, gli hanno chiesto: l’ha pagato il canone?

E ancora…

Annozero, “farabutti” in onda

Travaglio sì, Travaglio no. Annozero sì, tra polemiche durate giorni, settimane, anni. Dopo giorni di polemiche, Annozero torna in tv su Rai 2. “Comunque la pensiate siamo qui”, esordisce Michele Santoro. “E tranquilli perché con noi c’è, senza contratto ma c’è, anche Marco Travaglio e le cose si sistemeranno”.

Santoro naturalmente ha da dire:

I numeri non sono tutto, non abbiamo un imperatore, abbiamo un presidente del consiglio eletto democraticamente,abbiamo diritto ad ascoltare il nostro cuore e la nostra coscienza

Cita anche un’omelia del cardinal Bagnasco e fa vedere il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi a Porta a Porta mentre attacca alcuni programmi Rai.

Pansa su il Riformista

pansa Oggi – lo trovate qui – un bell’articolo di Giampaolo Pansa su il Riformista, dal titolo Non resta che uccidere il Caimano. Molto interessante e che certo fa riflettere, trascinando neuroni ormai sopiti in qualcosa che, nuovamente, si può chiamare movimento (faccenda alla quale si sono ormai disabituati, i suddetti).

Lusso che si dovrebbe ricominciare a prendere, da queste parti. E in molti contesti.

Berlusconi compra Dagospia?

dagospia berlusconi

Dagospia passa alla Mondadori – quindi a Silvio Berlusconi? Il sito di gossip di Roberto D’Agostino, in effetti, passerebbe di proprietà. E la pubblicità viene gestita da Il Sole 24 Ore. A riportare la notizia, oggi, è Wall Street Italia. Il sito di gossip di Roberto D’Agostino, Dagospia, sarebbe stato venduto alla Mondadori, e per WSI si tratta di più di un rumor. Non ci sono, però, ancora state conferme ufficiali da parte di Roberto D’Agostino rimane però solo una voce.

WSI se ne occupa non perché il rumor abbia riflessi sui mercati borsistici (Mondadori è quotata a Piazza Affari) ma perchè la cessione del più celebre e aggressivo sito di gossip in Italia rappresenta l’ultimo atto di un tentativo di “normalizzazione” sui media messo in atto dal premier Silvio Berlusconi, che di Mondadori è il proprietario

Certa è invece un’altra notizia, datata luglio: la pubblicità del sito in questione fa ora capo alla gestione de Il Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria. Sta scritto proprio qui.

Quel grido: “Ritirateli”

kabul funerale romaUn grido. La messa. E un grido.

Ritirateli, quanti morti ci devono essere ancora?

Silenzio, frasi rituali, scambiatevi un segno di pace. E un grido dalla folla, mentre le supreme cariche dello Stato, in lacrime più o  meno sincere, come Santa Messa vuole, il segno di pace se lo scambiavano. Un grido. Pace, pace, pace. Chi ha seguito la diretta tv, da qualunque punto di accesso, ha sentito quell’uomo ripetere: pace subito.

E’ la stampa, bellezza

bogart

È la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente… niente!, diceva, e tutti lo ricorderanno, Humphrey Bogart alias Ed Hutchinson, giornalista ne L’ultima minaccia, film del 1952, diretto da Richard Brooks: uno dei più significativi in tema di libertà di stampa.

E’ la stampa, bellezza, e quella estera non cessa di seguire con particolare attenzione il Premier italiano. Certo, ci sarebbe da seguire (e materiale non manca), anche l’attuale opposizione nelle sue forme passate, presenti e future. Attendiamo che una qualche emanazione veramente indipendente – carta stampata, televisione… –  lo faccia. Siamo certi che accadrà.

E’ la stampa, bellezza, e Repubblica non manca di rilanciare quanto gli esteri scrivono. Il che è, se vogliamo, amaro, perché italiche emanazioni più o meno nobili hanno necessità di sottolineare che la faccenda è pregnante per il mondo, quindi in quanto tale dotata di dignità di copertura. Non ci dovrebbe essere necessità di sudditanza, no?

Afghanistan, 6 parà morti

attacco italiani afghanistanDa Spinoza.it su Twitter:

La Russa: “L’obiettivo della missione non cambia”. È sempre quello di tornare a casa vivi. [lorberto]

Insomma. Attentato kamikaze nella capitale dell’Afghanistan, Kabul, contro due blindati del contingente italiano. Le vittime (italiane) sono sei, tutti parà della Folgore, tra i 26 a i 37 anni. Ci sono anche quattro militari italiani feriti, insieme a 60 civili afgani e 15 morti. Le salme non arriveranno in Italia prima di sabato.

E via alla politica. Napolitano: “Dolore e riconoscenza ai nostri militari”. Berlusconi: “Cordoglio e solidarietà, sono caduti per la libertà”. La Russa in Senato: “Infami e vigliacchi, non ci fermeranno”. Karzai: “Grati agli italiani, non dimenticheremo mai”. Bossi: “A Natale tutti a casa”. Salvo poi sentire le smentite del resto della maggioranza. Che suonano più o meno come un “non si è spiegato bene”. La solita confusione all’italiana, insomma. Interessante la ric0struzione e l’analisi di Lucio Caracciolo, direttore di Limes.

A sei anni da Nassiriya (12 novembre 2003), una nuova tragedia. E voi cosa ne pensate? Le truppe italiane in Afghanistan dovebbero rientrare? La missione di pace è veramente tale, o siamo in guerra?

Berlusconi e gli euro, a Porta a Porta

Domandina semplice, a Porta a Porta del 15 settembre (la famosa puntata, sì). Quanto fanno per Silvio Berlusconi 60 miliardi di vecchie lire se convertite in euro?

Fini querela Feltri

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Lotta, parte seconda. Dopo il caso Boffo, scoppiato e già chiuso, almeno per i più, ecco che Gianfranco Fini querela Vittorio Feltri. Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e avvocato del presidente della Camera, lo conferma. Il tutto nasce dall’editoriale di ieri: Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: O Cambia rotta o lascia il Pdl.

In particolare, a far scattare il caso Fini/Feltri sono i riferimenti al dossier a luci rosse del 2000 che, secondo il direttore del Giornale, riguarderebbe uomini di An.

Fini ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E’ sufficiente ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme

Sssshh.

Il premier indisposto

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Da Piovono Rane, il blog di Alessandro Gilioli.
Boh, che strano. Se uno va a guardare i giornali in archivio, scopre che il 17 dicembre scorso il premier non è uscito da Palazzo Grazioli, per via di uno strappo alla schiena procuratosi durante la ginnastica mattutina.

Oh, niente, poveraccio, tutto il giorno chiuso a Palazzo Grazioli, non è potuto nemmeno andare al Quirinale per lo scambio di auguri natalizi con Napolitano.

Poi però se uno legge il Corriere di stamattina scopre che il 17 dicembre scorso a Palazzo Grazioli lui non è uscito, ma in compenso è entrato Gianpaolo Tarantini, in una macchina con i finestrini oscurati, e sul sedile posteriore c’erano tre signorine, tra cui questa graziosa brasiliana, che poi è rimasta a intrattenersi con il premier.

Ps: Qui il comunicato ufficiale con cui Palazzo Chigi spiegava l’assenza del premier agli appuntamenti ufficiali (grazie a Fabrizio P. che me l’ha segnalato).

Via|PiovonoRane

Politica, la grande assente

veronica-lario-divorzio-berlusconi

Un’altra voce si leva oggi contro Silvio Berlusconi. Nella giornata in cui il Corriere della Sera pubblica i verbali di Tarantini – il racconto: “diciotto serate e mille euro a chi restava” – ma anche “donne al pd Frisullo per dei favori. Le accompagnavo nel suo appartamento”, l’Associazione nazionale magistrati si solleva.

L’Anm esprime “indignazione” per le dichiarazioni “inaccettabili” del presidente del Consiglio. Quali? Quelle inerenti le procure di Milano e Palermo.

La lotta alla mafia non può tollerare infondate operazioni di delegittimazione dei magistrati e delle forze dell’ordine, esposti in prima linea nell’azione di contrasto alla criminalità mafiosa

Ieri il Premier, nel corso della sua visita alla Fiera tessile milanese, aveva dichiarato:

So che ci sono fermenti in procura, a Palermo e a Milano. Si ricominciano a guardare i fatti del ’93, del’94 e del ’92. Mi fa male che queste persone, con i soldi di tutti, facciano cose cospirando contro di noi, che lavoriamo per il bene del Paese

La risposta di Marco Travaglio oggi: Le procure complottano? Magari.

Lo chiamavano Papi

noemi

Perché è un po’ diva, Noemi Letizia. E la giovane diciottenne rilascia interviste. Sceglie un tabloid britannico, il Daily Mail, e le telecamere della tv di Murdoch, Sky. Racconta la sua storia. Nega di essere alla base del divorzio tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario.

Tutti possono vedere che non sono io la ragione del divorzio. Come è possibile che la festa di una diciottenne rovini un matrimonio? Se è così, che tipo di matrimonio era? Non ho niente a che fare con questo. Quello che dice Veronica non mi interessa. Sono problemi familiari loro. Io non posso essere incolpata per questo

Noemi racconta, giacché, perché lo chiama papi.