Sicurezza, la Consulta boccia i “sindaci-sceriffi”

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La Corte Costituzionale ha sancito un’altra bocciatura di parte delle misure del “pacchetto sicurezza” varato dal governo nel 2008, quelle relative ai poteri attribuiti ai “sindaci sceriffi” che avevano potuto così adottare in molte città misure anti-prostituzione o anti-accattonaggio. In particolare, la Consulta ha bocciato la legge 125 del 2008 nella parte in cui consente al sindaco di adottare provvedimenti ” a contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato” per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana, anche al di fuori dei casi di “contingibilità e urgenza”. La Corte Costituzionale aveva già bocciato il reato di clandestinità e la sanzione penale per gli extracomunitari che per il loro stato di indigenza non possono adempiere all’ ordine di espulsione.
Era stato il Tar del Veneto a sollevare la questione, dopo che ad esso si era rivolta l’ associazione ” Razzismo stop” contro l’ ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro. Per i giudici costituzionali, le norme sui “sindaci sceriffi” sarebbero in contrasto con tre articoli della Costituzione, l’ articolo 3, sull’ uguaglianza dei cittadini, l’ articolo 23, riguardante la riserva di legge, e l’ articolo 97, riguardante il principio di legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative .

Fiat, Mirafiori: il referendum vinto dai sì con il 54,05%. Marchionne: “Svolta storica”

Passa sul filo di lana il referendum sull’accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori firmato il 23 dicembre scorso, da Fim, Fismic, Uilm, Ugl e Associazione quadri. Dopo quasi 10 ore di scrutinio, nei 9 seggi, oltre a quello del turno di notte, il risultato ha assegnato la vittoria al si con 2.735 voti, pari al 54,05%.

Il no si è fermato a 2.325 voti, pari al 45,95%. Per la prima meta’ dello scrutinio, riguardante i seggi dove hanno votato gli operai addetti al montaggio, si era avuta una predominanza del no, poi con lo scrutinio del quinto seggio, quello degli impiegati, il risultato si è ribaltato. In totale i voti validi sono stati 5.060, mentre le schede bianche o nulle sono state 59. I votanti, quindi, sono stati 5.119, su 5.431 aventi diritto.

Telebavaglio: Chiamparino vs grillini

Nuova puntata di Telebavaglio, in onda su Current Tv – canale 130 di Sky e su ilfattoquotidiano.it. E’ la volta dello scontro tra il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino del Pd e Davide Bono del Movimento 5 stelle.

Dagli inceneritori alla Fiat, dalla Tav alla Lega è contrasto. Chiamparino, in più, è anche al centro del dibattito delle primarie del suo partito, che sta vivendo giornate concitate tra veltronismo redivivo e percentuali di popolarità troppo ferme. Chiamparino poi aggiunge: “Se fossi stato Fassino una domanda a Schifani sulla mafia l’avrei fatta”.

Primarie Pd, il partito con Bersani ma Di Pietro frena: “Prima la coalizione e il programma”

Da un lato l’esposizione ufficiale di Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, che lancia una nuova coalizione di partiti trasversali nell’ottica di una alleanza democrtica con cui sconfiggere Silvio Berlusconi; dall’altra, il solito guazzabuglio tutto interno per decretare il nuopvo candidato Premier del centro sinistra. Eccole, invocate a gran voce: le primarie. Espressione di alta democrazia in seno al Pd ma pure momento periodico nel quale più di un protagonista della vita di partito coglie l’occasione per contrapporsi in maniera evidente all’altro.

Non solo un dibattito sui contenuti ma – a volte – una vera e propria resa dei conti che implica la formazione di fazioni contraddistinte. Nichi Vendola e Sergio Chiamparino hanno già avanzato la propria candidatura, Bersani è candidato di diritto, essendo stato ultimo vincitore delle primarie e in virtù del ruolo di segretario di partito. Già schierati i sostenitori dei primi due, stanno ora iniziando a rendere pubblica la propria posizione anche i cosiddetti bersaniani.

Piero Fassino lo dichiara apertamente: “Bersani è il candidato del Pd, lo vuole lo schema europeo – che condivido in pieno – secondo cui il candidato è il leader del principale partito della coalizione“: in una intervista a Europa, Fassino ribadisce anche l’importanza strategica di una alleanza che includa la sinistra e l’UdC, “non sarebbe per nulla un’ammucchiata”.

Primarie Pd: Vendola e Chiamparino, sfida a Bersani con l’incognita D’Alema

C’è aria di elezioni anticipate, i pronostici più rosei parlano di possibile accordo tra PdL e Fli su un accordo programmatico composto da quattro punti cruciali (giustizia, Federalismo, Mezzogiorno e fisco) ma tra i banchi dell’opposizione in pochi credono a una intesa. Motivo per il quale ci si inizia a preparare in vista dell’ennesimo ritorno alle urne.

Il Partito democratico, nonostante il clima balneare da “chiuso per ferie” pare un laboratorio in cui ci si organizza per fare gli straordinari. Sembra l’occasione più ghiotta – anche in virtù della fuoriuscita dei finiani – per tornare a investire su una vittoria elettorale.

Che, a quanto pare, passerà attraverso un ritorno alle primarie al fine di individuare un candidato premier. Di fianco alla figura di Pier Luigi Bersani, attuale segretario del Pd, iniziano a comparire alternative vogliose di porsi alla guida di una eventuale coalizione.