Condannato il giornalista che tirò le scarpe su Bush

Ve lo ricordate? Era diventato famoso in tutto il mondo. E’ lui l’uomo che, il 14 dicembre scorso, ha lanciato le sue scarpe contro l’allora (già ex) presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Muntazar al-Zaidi, giornalista iracheno, dopo quell’azione eclatante nel corso dell’ultima conferenza stampa di Bush in Iraq come inquilino della Casa Bianca.

Per quel gesto, il giornalista rischiava fino a 15 anni. Lui si è sempre dichiarato innocente. Ora è stato condannato a tre anni di carcere. Dhiaa al-Saadi, uno degli avvocati che difende Muntazar, fa sapere: Questa sentenza non è in armonia con la legge, faremo ricorso.

La solita tristezza delle manifestazioni contro Israele

Ieri in Italia (da Milano a Roma indica il Corriere della Sera) e nel mondo sono andati in scena violente proteste (violente sul piano ideologico) contro Israele. Sono state bruciate alcune bandiere, in alcuni striscioni la Stella di Davide è paragonata addirittura ad una svastica nazista e naturalmente tutto questo è stato condito dai soliti slogan contro il governo degli USA e quello di Israele. Nota di colore: presenti iracheni (o pseudo-iracheni) con le scarpe in mano. Come sempre è giusto manifestare, esprimere la propria opinione: il tutto però non deve mai andare oltre la legalità. A questo punto, cari manifestanti, non vi mettete forse sullo stesso piano (quello della violenza) dell’odiato governo israeliano?

Scarpe su Bush: dall’Iraq con amore



Da un lato fa ridere. Dall’altro, la prima domanda che mi è venuta in mente – e della cui eventuale risposta non si trova traccia, almeno sui giornali on line italiani – è stata: che faranno al franco tiratore di scarpe?


A George W. Bush (che io amo italianizzare, chiamandolo Giorgio Passeggiatore Cespuglio) è venuta una geniale idea. Invece di uscire di scena discretamente, ha voluto fare una bella visita a sorpresa in Iraq.


Già che c’era, ha svelato un paio di segretucci del mestiere, sottolineando che la guerra non è mica finita.


è il bacio dell’addio, sei un cane

(cane, nella cultura islamica, è uno tra i più pesanti insulti, perché l’animale in questione è considerato impuro. E anche le scarpe non vogliono certo comunicare stima). Gli ha urlato a un certo punto un giornalista iracheno, Muntazer al-Zaidi, della rete tv sunnita e antiamericana al-Bagdadia che trasmette dal Cairo, in Egitto. Letteralmente inferocito. E lanciandogli le scarpe.


Accusava – pensate – l’ormai ex Presidente USA di essere responsabile della morte di migliaia di iracheni.