Alcune considerazioni sulla terza Repubblica

austerlitz-716040.jpg
Il risultato del voto politico di domenica e lunedì non ha semplicemente, come segnalato da più parti, sancito il ritorno al potere dell’immarcescibile Cavaliere. L’esito del voto ha scatenato un vero e proprio cataclisma politico.
Innanzitutto ha segnato il definitivo superamento della II Repubblica e del suo bipolarismo di cartapesta, inaugurato quindici anni fa e raramente dimostratosi all’altezza della situazione. Una situazione anomala, a cui si era tentato di rimediare con il referendum maggioritario del ’93, per ridurre la frammentazione di partiti, e che ha invece prodotto l’effetto contrario, trasformando le due coalizioni in veri e propri cartelli elettorali.
Contenitori di consenso incapaci di trovare una sintesi programmatica al loro interno, incapaci di fare “reggere” i governi degli ultimi anni, incapaci di rispondere alle esigenze dell’elettorato che li ha sistematicamente bocciati. In una parola, incapaci.

Veltroni e l’Uovo di Pasqua

veltroni
Scusi Uolter. Qui non è che la si voglia tacciare di anacronismo. Perchè è vero, non di avvenimenti di secoli fa si parl, ma di almeno un paio di settimane fa sì. Scusi, Uolter, non gliel’hanno detto che la Santa Pasqua è bella che passata? E’ vero, è vero, quest’anno è caduta prima, rispetto al solito. Forse l’orologio biologico medio non è proprio riuscito ad abituarsi. Però insomma.
Bisognerebbe dirglielo che non è il caso di aspettare ancora la sorpresa dell’uovo di Pasqua, perchè la Santa Pasqua è passata. Come si fa? Perchè poi, come al solito, l’Italia è una questione di punti di vista.
Walter Veltroni avrebbe, a detta di Roberto Calderoli ,

una rabbia tremenda e sa di aver perso

Questo il commento, in seguito alle critiche mosse dal leader del Pd all’alleanza tra Lega Nord e Movimento di Lombardo al Sud.

Chi fa l’accordo con la Lega al nord e il Movimento per le autonomie al sud ha già vinto. Veltroni sa di aver già perso

G8: De Gennaro, rinvio a giudizio. Uè uè

g8
Gianni De Gennaro, che pure attualmente di problemi da risolvere ne ha, e non pochi, apprende della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Per? Torniamo indietro nel tempo, al di là dei luoghi. A quella che è una delle ferite più recenti della troppo recente storia italiana. Una ferita che non può chiudersi e che si chiama G8 di Genova.
I Pubblici Ministeri che hanno l’ingrato compito – delicato, quantomeno – di indagare su quelli che sono già passati alla storia come i fatti del G8, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia. Motivo: avrebbe istigato l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a rendere falsa testimonianza. Falsa testimonianza resa durante il processo per la drammatica, controversa, violenta irruzione nella scuola Diaz.

Mafie. Un voto. Un fiorino. Da 50 euro. Omaggio a Saviano

Saviano
Roberto Saviano, autore di Gomorra,viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra ha scritto un lungo, agghiacciante articolo sul settimanale Time. Lo riporta oggi, in versione integrale, Repubblica.it. Ennesima denuncia terribile. Sulle economie criminali, sulle mafie, ma soprattutto su queste elezioni.
Torbide, definirle torbide ad una lettura appena oltre la superficie è ormai atto dovuto. Giochi di partito, retorica galoppante. Inutilità del contenuto del messaggio politico. Fascisti, veline, Grande Fratello, Chiesa, corruzione, indagati, condannati. Come ha fatto l’Italia ad arrivare a tanto?
C’è veramente tutto. All’appello non manca nulla. Roberto Saviano ha sempre un’espressione seria. Corrucciata. Classe 1979, è giovanissimo. Nella sua pagina su Wikipedia – dove, stranamente, c’è una foto in cui sorride – la scheda comincia con due frasi.

Io so e ho le prove. E quindi racconto.

Scrive in Gomorra. E un’altra, di Enzo Biagi, in un’intervista a Rotocalco televisivo, su Rai Tre.

Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti Di queste verità

Salvate il soldato Bassolino

ryan1.gif
Si fa un gran dire da qualche mese a questa parte di quanto l’immagine del paese sia danneggiata dall’emergenza rifiuti della Campania. E non si può certo dare torto a coloro i quali indicano la giunta regionale Bassolino, quando interpellati sulle responsabilità del disastro. Sembrano infatti fuori discussione – quand’anche emergesse nella fase dibattimentale l’estraneità del Governatore della Campania ai fatti a lui contestati nello svolgimento del suo incarico istituzionale – le responsabilità di natura politica del suo gruppo dirigente.
Gruppo dirigente che da quindici anni a questa parte ha saputo consolidare una vera e propria egemonia in Campania. Ma anche in grado di allargare la base del consenso costruendo un sistema di clientele, da un lato devastante per il dinamismo economico e sociale della regione, dall’altro capace di consegnare a Veltroni il 60% di preferenze, blindando progressivamente una regione divenuta stabilmente di sinistra – pardon – riformista.
Chapeau.

Bassolino rinviato a giudizio

Rifiuti
Prima o poi doveva pure arrivare. Sembrerebbe, diciamo pure, un atto dovuto. Il presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, e altri 27 imputati nel procedimento per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti sono stati rinviati a giudizio. Questo quanto deciso oggi dal GUP, meglio comprensibile come Giudice per le Indagini Preliminari, Marcello Piscopo, oggi stesso. L’appuntamento è per il 14 maggio prossimo, al cospetto della quinta sezione del Tribunale di Napoli.
I reati contestati? Dalla frode in pubbliche forniture alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al falso e all’abuso d’ufficio. Ce n’è per tutti, insomma. Nel rinvio a giudizio ci sono anche le persone giuridiche: le società Impregilo, Fibe, Fisia Italia Impianti, Fibe Campania e Gestione Napoli. Per illecito amministrativo.
Si ricordi che Bassolino è anche ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Ha preceduto il supercommissario De Gennaro.

Napoli: La “Caporetto” della sinistra

Lo dice anche il famoso detto: “Vedi Napoli e poi muori” e purtroppo mai così reale. I gas che si sprigionano dai rifiuti abbandonati ancora per le strade, della cui tossicità si è parlato a destra e a manca, invadono l’atmosfera della città, inquinandone la purezza.

E’un peccato vedere una situazione simile in Italia. Certo, sicuramente l’Italia non sarà il paese più moderno e tecnologico del mondo, non sarà il paese più all’avanguardia nelle tecnologie, non sarà il paese, almeno a livello economico, più felice. Però mi aspetto dal mio paese, un paese che comunque sia è e rimane di prima categoria, che il servizio di base venga svolto e eseguito. Non dico alla perfezione, ma che venga almeno eseguito.

In Campania sappiamo tutti come sono andate le cose. L’intervento di un commissario per lo smaltimento dei rifiuti prima, l’arrivo del super-commissario con i super poteri De Gennaro poi e ora uno stanziamento di un fondo per verificare l’effettivo tasso di salute della popolazione campana non sono serviti e non possono servire a risolvere un problema che in realtà ha radici molto più profonde.

Beppe Grillo + Rosario Fiorello = Beppe Fiorello

Fiorello
L’hanno già chiamata la grillite di Fiorello. La fiorellite alla Grillo. Una volta a Lippmann, nel lontano 1922, c’era voluta una vita per coniare la definizione di stereotipo. Oggi l’attività mediatica produce definizioni e neologismi – che pure, a volte durano, a velocità incontrollabile.

Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada

Rifiuti: Che ore sono? Sono 5 tonnellate alle 10.

Lo sa come misuro il mio tempo a Napoli? In tonnellate. Ogni minuto che perdo, 5 tonnellate in più sul disastro.

L’ironia che nasconde la verità. Con queste parole Gianni de Gennaro ha specificato quanto in questo momento ogni minuto buttato al vento, comporti migliaia di problemi a livello di smaltimento dei rifiuti che ormai da mesi infestano la Campania.

Gli occhi sono, forse per la prima volta ad quando è iniziato il problema, indirizzati verso un’altra direzione (diciamo un 150 km più a nord, destinazione Roma – Senato della Repubblica) e questo costringe il buon “superman” De Gennaro ad una dichiarazione mantenga gli occhi lontano da Napoli e allo stesso tempo non faccia dimenticare ai “capi” che in realtà lì, la soluzione, ancora non la si ha trovata.

De Gennaro salvaci tu!

Alla fine ce l’ha fatta. Il nostro “superman” è riuscito finalmente a dare un piano definitivo per lo smaltimento dei rifiuti in Campania, che dovrebbe portare con una stima approsimativa di 100 giorni allo smaltimento delle diverse tonnellate di rifiuti ancora da smaltire.

Tramite l’apertura di 3 discariche e 3 siti di stoccaggio la super commissione guidata da Gianni De Gennaro ha annunciato di avere risolto il problema dei rifiuti, almeno sulla carta. Ora è giunto il momento di mettere in pratica la parole.

Inoltre si è attivata anche una sezione adibita alla ricerca che permetterà di studiare la realizzazione di un termovalorizzatore nel casertano. Caserta, e non Napoli, scelta come città fulcro per lo smaltimento dei rifiuti e che, proprio per questo motivo, è divenuto il quartiere generale degli uomini di De Gennaro.

Tutto bene, tutto bello e tutto perfetto verrebbe da dire. Ed invece non è così.

A De Gennaro il compito di convincere l’Ue. Mission: impossible

Mission Impossible
Italia sgridata. Italia indisciplinata. Italia richiamata per la seconda volta dall’Unione Europea. La marachella? L’ormai consolidata tragedia dei rifiuti in Campania.
La Commissione Europea ha tutta l’intenzione di andare avanti con la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. La decisione arriverà per il prossimo 30 gennaio: prevederà l’invio o meno di un nuovo richiamo alle autorità italiane. A giugno, l’Italia si è già vista arrivare una poco dignitosa lettera di messa in mora .
Ora torna il pericolo del richiamo, un pericolo che vuol dire molti soldi e molte pene. Corrisponde alla messa in forse dei sostanziosi contributi che la Ue concede all’Italia per finanziare i progetti legati allo smaltimento dei rifiuti. Che fine avranno fatto quei soldi, alla luce degli eventi partenopei? L’Unione Europea, insomma, commina una salata multa quando uno dei 27 Stati viola le legislazioni comunitarie.

Napoli: Oggi i rifiuti vanno a scuola, non i ragazzi

La battuta che viene, tragicamente, spontanea è quella che riprende una famosa citazione storica, leggermente modificata ad hoc:

Vedi Napoli e poi muori

Purtroppo, oggi come oggi, la situazione sembra proprio questa visto l’allarme igiene scattato in queste ore. E’inconcepibile, a mio parere, una situazione come quella napoletana in un paese come l’Italia.

Napoli: Questa monnezza qua, devi metterla là

I più giovani sicuramente non lo ricorderanno, ma quelli che hanno vissuto il periodo dei “paninari” (che ho vissuto solo di striscio, stavo diventando un ragazzo allora) sicuramente ricorderanno il successo musicale di Francesco Salvi, che si improvvisava parcheggiatore in una nota canzone. Riprendendo quella canzone sembra che a Napoli vogliano parcheggiare un po ovunque i loro rifiuti, tant’è che miglior titolo non si poteva veramente trovare.

Ma ormai, i tempi per scherzare in Campania sono finiti. E’iniziata la seconda fase, quella di pulizia, quella del commissariato speciale di Gianni De Gennaro. Assistito dal suo braccio esecutivo, Franco Giannini, all’ ex superpoliziotto il governo ha affidato pieni poteri per rimettere in sesto la regione entro 120 giorni.

Napoli come Beirut: “Sembra ci sia stato un bombardamento”

Le parole del sindaco di Quarto, comune coinvolto nella crisi-rifiuti del napoletano, lasciano sbigottiti:

Sembra di stare a Beirut il giorno dopo un bombardamento.

A leggere sembra che il primo cittadino di Quarto stia esagerando, eppure a guardare le strade della cittadina di quarantamila abitanti l’affermazione rilasciata dal sindaco sembra veramente calare a pennello. Macerie a terra, pietre, pezzi di vetro, cassonetti rovesciati, rottami di carrozzerie di automobili ancora infuocate. Un “tipica” giornata di guerriglia verrebbe da dire.