Repubblica
Giustizia? Update: Salerno e Catanzaro fanno pace
Giustizia?
Pd, questione di morale
Non siamo la tangentopoli rossa
Repubblica, la vittima di Mumbai e la barca di Gino Paoli
Ci deve essere qualcosa che mi sfugge. Quello in foto è il trafiletto che, sull’edizione cartacea di Repubblica in edicola oggi, dettaglia la foto del povero Antonio Di Lorenzo, l’italiano rimasto ucciso negli attentati di Mumbai. A Repubblica ritengono tremendamente importante informarci che il nostro connazionale comprò una barca da Gino Paoli. C’è tanto di titoletto riassuntivo per incuriosire chi non avesse nemmeno voglia di leggere tutte e 25 le parole della didascalia: “La Barca di Paoli”.
Una triste pagina di cronaca deve avere il suo siparietto. Questo signor Di Lorenzo, devono aver pensato a Repubblica, è uno sconosciuto un po’ troppo sconosciuto, vediamo di trovare qualcosa che lo colleghi ad una persona nota, dimostriamo ancora una volta che la teoria dei sei gradi di separazione non perde un colpo.
Il Pd? Diviso sullo sciopero
Giornalismo, mea culpa necessario
Lettera a Gomorra
Montanelli e Freddie Mercury. Questione di crucci
Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello
ha detto Indro Montanelli. Oggi sono filosofica. Sarà il tempo, il grigiume che incombe.
Chi è Umberto Bossi?
Appello di 100 costituzionalisti (bolscevichi)
I sottoscritti professori ordinari di diritto costituzionale e di discipline equivalenti, vivamente preoccupati per le recenti iniziative legislative intese: 1) a bloccare per un anno i procedimenti penali in corso per fatti commessi prima del 30 giugno 2002, con esclusione dei reati puniti con la pena della reclusione superiore a dieci anni; 2) a reintrodurre nel nostro ordinamento l’immunità temporanea per reati comuni commessi dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Presidenti di Camera e Senato anche prima dell’assunzione della carica, già prevista dall’art. 1 comma 2 della legge n. 140 del 2003, dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004, premesso che l’art. 1, comma 2 della Costituzione, nell’affermare che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, esclude che il popolo possa, col suo voto, rendere giudiziariamente immuni i titolari di cariche elettive e che questi, per il solo fatto di ricoprire cariche istituzionali, siano esentati dal doveroso rispetto della Carta costituzionale, rilevano, con riferimento alla legge di conversione del decreto legge n. 92 del 2008, che gli artt. 2 bis e 2 ter introdotti con emendamento a tale decreto, sollevano insuperabili perplessità di legittimità costituzionale perché: a) essendo del tutto estranei alla logica del cosiddetto decreto-sicurezza, difettano dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza richiesti dall’art. 77, comma 2 Cost. (Corte cost., sentenze n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008); b) violano il principio della ragionevole durata dei processi (art. 111, comma 1 Cost., art. 6 Convenzione europea dei diritti dell’uomo); c) pregiudicano l’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.), in conseguenza della quale il legislatore non ha il potere di sospendere il corso dei processi, ma solo, e tutt’al più, di prevedere criteri – flessibili – cui gli uffici giudiziari debbano ispirarsi nella formazione dei ruoli d’udienza; d) la data del 30 giugno 2002 non presenta alcuna giustificazione obiettiva e razionale; e) non sussiste alcuna ragionevole giustificazione per una così generalizzata sospensione che, alla sua scadenza, produrrebbe ulteriori devastanti effetti di disfunzione della giustizia venendosi a sommare il carico dei processi sospesi a quello dei processi nel frattempo sopravvenuti; rilevano, con riferimento al cosiddetto lodo Alfano, che la sospensione temporanea ivi prevista, concernendo genericamente i reati comuni commessi dai titolari delle sopra indicate quattro alte cariche, viola, oltre alla ragionevole durata dei processi e all’obbligatorietà dell’azione penale, anche e soprattutto l’art. 3, comma 1 Cost., secondo il quale tutti i cittadini “sono eguali davanti alla legge”
World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 30 giugno 2008
Immunità all’estero
Questione di stile.
Anna Finocchiaro, presidente Senatori Pd: «Sul lodo Schifani o Maccanico io non ho nessuna pregiudiziale di principio. Nel senso che un sistema di immunità per le alte cariche esiste anche in altri Paesi europei» però «il problema qui è che lo propone il presidente del Consiglio in carica per un procedimento a proprio carico. Diciamo che c’è una ineleganza, una inopportunità che io non fatico a vedere. Mi chiedo se altri fatichino a vederla».
Per bon ton Berlusconi dovrebbe lasciare a loro l’incombenza di proporla?(r.a)
Finalmente l’Italia sta diventando un paese normale
Vediamo se è vero.