I due Presidenti

Castro
E’ il giorno della verità, o quasi. Oggi all’attacco i grandi partiti, ricevuti alla Corte di Marini per brancolare tra gli spiragli. Verranno ricevuti Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi (ha confermato, nonostante il lutto) e Walter Veltroni. Nel pomeriggio sarà la volta dei tre ex presidenti Cossiga, Scalfaro e Ciampi. E poi stop. Pace, fine. Tra stasera e domani mattina Franco Marini dovrà salire al Quirinale.
L’esito delle consultazioni dello spiraglio è quasi certamente senza spiraglio. Il centrodestra non si è schiodato dalle sue posizioni. Il no è rimasto no. Il governo per fare la riforma elettorale non s’ha da fare e a Marini non resta molto probabilmente che desistere. Non ci sarebbero le condizioni per continuare.
A decidere, però, nel centrodestra, che gli alleati lo ammettano e vogliano o meno, è il Silvio. E Marini lo vuole ascoltare assai attentamente. Anche perchè, e non se ne capisce in realtà la recondita ragione, Marini pare ancora ottimista.

Sotto a chi tocca: Franco Marini

Napolitano Bertinotti Marini
Foto ricordo. Di un tempo ormai lontano, e che non sarà più. Silvio non sarà contento. Montezemolo lo è un po’ di più. Marini è una persona che stimo, una persona capace, che ha il senso del bene comune e del lavorare insieme. Altro non posso dire: queste le sue parole sull’ipotesi di un incarico al presidente del Senato da parte di Napolitano.
Ipotesi che si è avverata. Napolitano ha scelto Franco Marini. Lo scenario era già stato intravisto dalla maggior parte degli osservatori e dei commentatori: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito al presidente del Senato, Franco Marini, un incarico esplorativo per verificare le possibilità di consenso per una riforma delle legge elettorale e di un governo che se ne occupi.
Sembrava che Napolitano avrebbe preso più tempo per riflettere sull’intricato enigma. Invece, ieri ha terminato le consultazioni di rito con i leader politici e i presidenti emeriti della Repubblica, e oggi ha sentenziato.

Napolitano in pausa di riflessione

pausa
A questo punto, avrà una poderosa emicrania. Sarà confuso, stonato, e soprattutto senza la minima, lontana idea del dafarsi. Dieci anni sono passati in pochi giorni. Si ripete una considerazione sciocca: avesse ancora un numero idoneo di capelli, saprebbe dove mettere le mani.
Giorgio Napolitano, Capo di Stato di fronte a Governo caduto, ha preso tutti gli appunti possibili e immaginabili. Ha dichiarato, stanco, che farà un riscontro nei suoi appunti e poi farà sapere dopo una pausa di riflessione, com’è nella tradizione e come io sento il bisogno di fare.
Un giorno, due? In realtà la decisione dovrebbe già arrivare questa sera. 4 giorni di consultazioni e 19 colloqui con altrettanti gruppi politici: l’unica cosa che a questo punto il Presidente della Repubblica può commentare, è il trovarsi di fronte ad una situazione molto frammentata e complessa.

Walter e Silvio, questo matrimonio non s’ha da fare

Veltroni Berlusconi
Sarà una considerazione più umana ed estetica, eventualmente, che politica, ma per me questi due ci guadagnano a stagliarsi l’uno di fronte all’altro come nemici, e non come coppia falsamente felice per esigenze strategiche.
L’idea del Grande Centro stile DC di altri tempi forse, per esigenze numeriche, a un certo punto li ha colti. Ma con la caduta del Governo Prodi, il problema e la prospettiva sono sfumate immediatamente. Neanche aveva Marini terminato di leggere la condanna a morte in Senato, che già il Silvio nazionale gongolava il suo Veltroni chi????
Ora bisogna raccogliere i cocci di una politica che non c’è, e capire la direzione da intraprendere. E questa, come coppia, è in verità male assortita. Uno più alto dell’altro, l’altro abbastanza igienicamente risentito nel porgere la mano.
Ora, siccome qui a questo punto la lotta è sulla contrapposizione, nonché sulle promesse fatte in maniera più convinta, anche Walter, che molto avrebbe da imparare dall’unico uomo che ha fatto la storia della comunicazione in Italia, ci prova a modo suo.

Napolitano e la grossa gatta da pelare

Gatta
Napolitano ci prova, ma la gatta è grossa e ardua a pelarsi. Avesse ancora un numero idoneo di capelli, le mani sarebbero lì. Le consultazioni al Quirinale, in corso da ieri, proseguono, per trovare una soluzione alla crisi di governo.
Il Presidente della Repubblica ha cominciato in modo soft, se vogliamo: ha incontrato tutti i piccoli partiti di maggioranza e opposizione. La sua è una strada in salita. Difficile.
Al termine delle consultazioni di oggi ha affermato, serafico stanco e probabilmente con il buio più totale sul da farsi – che avrebbe chiunque, al suo posto: Per ora è impossibile fare anticipazioni.

Prodi “valuta” le dimissioni e va a colloquio da Napolitano. Mentre Bossi dice: o urne, o rivoluzione armata

MOntecitorio
Si è fatto sue conti – in verità non troppo difficili. Le ha tentate tutte. Ma Romano Prodi potrebbe decidere di evitare il confronto in Senato e dopo avere incassato questa sera la fiducia nell’aula di Montecitorio, salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato.
C’è di tutto a bollire nel pentolone. Dini e i suoi spaccati. Il Professore a colloquio per mezz’ora con Napolitano. L’Udeur che si rivolta contro Berlusconi, già sicuro di avere i mastelliani a breve nel centrodestra. Su di noi concussioni politiche. Restiamo al centro, dicono dal partito che ha portato alla crisi di queste ore. Ci ritroveremo senza accorgercene Clemente Mastella Premier?
Ma il vero colpo di scena arriva con le parole perentorie del Senatur. Cade, cade. Può reggere alla Camera ma cade al Senato, ipse dixit. Prima di concludere con l’affermazione che più di tutte dovrebbe far riflettere: O andiamo al voto o c’è la rivoluzione. Troveremo le armi.

Cartoline da Napoli. Barricate, cariche della polizia e le 24 ore per la vita di Prodi

cumuli immondizia napoli

Ieri Prodi ha trascorso l’intera giornata passando da una riunione all’altra, Straordinarie e ordinarie. Infine, la capatina al Quirinale per riferire a Napolitano: un’ora di colloquio. Imperversa il caos, per fare una descrizione sinteticadi tutti i fronti del dramma che è l’emergenza rifiuti in Campania, le proteste della gente e le polemiche dei politici.

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente, dal canto suo ha poi precisato: Ho chiesto l’uso dell’esercito e l’aiuto del genio non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalle strade e attrezzare le aree provvisorie di stoccaggio.Ospite, ieri sera, a Porta a Porta, il ministro ha specificato che non è vero che i termovalorizzatori non si fanno. Ad Acerra non è stato fermato da me, ma dalla magistratura. I termovalorizzatori vanno utilizzati, ma facendo anche la raccolta defferenziata.

Prodi, dal canto suo, ha passato la giornata ad assicurare entro la giornata di oggi una soluzione radicale alla crisi. Dei rifiuti, ma anche delle proteste. La maggioranza resta però divisa, tra polemiche e responsabilità. Tra Antonio Di Pietro e la mozione di sfiducia dei consiglieri regionali dell’Italia dei Valori al governatore Antonio Bassolino in Regione e il rinvio del verticedi ieri con il ministro dell’Ambiente.