Harris ha un vantaggio di 4 punti su Trump in un sondaggio elettorale finale

Ci sono nuovi contributi, oggi, in merito al fatto che Harris avrebbe un vantaggio di 4 punti su Trump in un sondaggio elettorale finale per le presidenziali negli Stati Uniti.

Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2024, la vicepresidente Kamala Harris detiene un vantaggio di 4 punti sull’ex presidente Donald Trump tra i probabili elettori a livello nazionale, secondo l’ultimo sondaggio PBS News/NPR/Marist . Harris ha il sostegno del 51 percento dei probabili elettori rispetto al 47 percento di Trump, un vantaggio appena al di fuori del margine di errore di 3,5 punti del sondaggio.

Harris
Harris

Cosa dice il sondaggio elettorale finale su Harris e Trump per le presidenziali USA

Poco più della metà degli indipendenti sostiene la candidata repubblicana, con un vantaggio di 5 punti su Harris. “È stata e rimane un’elezione serrata”, ha detto Lee Miringoff, direttore del Marist Institute for Public Opinion. “Per quanto riguarda il voto popolare, è sua la sconfitta”.

La campagna del 2024 è stata caratterizzata da eventi drammatici diversi da qualsiasi altro anno elettorale nella storia americana moderna: il ritiro del presidente in carica e presunto candidato democratico dalla corsa meno di quattro mesi prima del giorno delle elezioni; la prima donna di colore nominata come candidata di un partito importante; due tentativi di assassinio del candidato repubblicano; e lo stesso candidato condannato per 34 capi d’imputazione per reati gravi.

Nonostante tutto ciò, i probabili elettori intervistati in questo sondaggio assomigliano molto all’elettorato del 2020, che ha sostenuto il presidente Joe Biden con il 51 percento dei voti popolari, contro il 47 percento di Trump. “Abbiamo attraversato tutto questo per tornare a… più o meno dove siete finiti quattro anni fa”, ha detto Miringoff. “Vedremo se il Collegio Elettorale rispecchia ciò”.

Oltre ai numeri principali, Miringoff ha notato alcuni spostamenti ai margini che spiegano le coalizioni che si schierano dietro i due candidati e perché i sondaggi continuano a mostrare una gara serrata. In particolare, il divario di genere si è ridotto della metà nell’ultimo mese della campagna.

Trump ha mantenuto il suo vantaggio tra gli uomini, ma si è ridotto a 4 punti, in calo rispetto ai 16 punti di vantaggio che aveva su Harris in ottobre. Allo stesso tempo, il 55 percento delle donne afferma che sosterrà Harris nell’ultimo sondaggio. Il vantaggio del vicepresidente tra le donne si è ridotto da 18 punti a 11 punti rispetto al mese scorso.

Secondo i sondaggi AP VoteCast condotti tra gli elettori, la ripartizione di genere in questo sondaggio è quasi identica a quella tra Biden e Trump nel 2020. In generale, Harris al momento pare leggermente avanti.

Mike Bongiorno Senatore a vita?

Mike Bongiorno Senatore? E’ il suo sogno, e non ne ha mai fatto mistero. E forse il 2009 potrebbe finalmente essere l’anno buono.

Chissà che davvero nel 2009 non riesca a ottenere il regalo più grande, diventare senatore a vita

Michael Nicholas Salvatore Bongiorno è nato a New York il 26 maggio 1924. Ha 85 anni ed è una certezza della vita e della culura (dalla tv) italica da oltre mezzo secolo. Ecco perché spera in questo riconoscimento istituzionale: la poltrona a Palazzo Madama sarebbe un ottimo modo per sottolineare che ha rappresentato e rappresenta un pilastro per la televisione italiana ma anche per il costume del nostro Paese.

Filoberlusconiano, deve molto al suo datore di lavoro.

Tutte le volte che lo incontro, Berlusconi mi saluta con un ‘Ciao, senatore’

Mike Bongiorno ha votato per le presidenziali americane, e ha contribuito alla vittoria di Barack Obama. Peccato che poi dichiari:

Un Obama italiano? Non c’è, godiamoci il nostro Obama Berlusconi

E godiamocelo…

Berlusconi Presidente? Ma non sarebbe un monarca, rassicura Dell’Utri



Bossi frena il premier: “Non parliamo di presidenzialismo”. Probabilmente perché non riesce a pronunciarlo


Scrive Spinoza, che si supera giorno dopo giorno.


E’ di oggi la rassicurazione di un uomo che lo conosce bene, e da tempo. Marcello Dell’Utri dixit:

se tra cinque anni si dovesse realizzare “l’utopia” dell’elezione diretta del presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi potrebbe tranquillamente candidarsi, come in fondo e’ giusto che sia


A Cesare quel che è di Cesare, insomma. Mica quell’uomo si sta prodigando in opere da (buh? Ormai sempre? Da quando è nato l’Uomo?) per nulla…


Finalmente pure da noi c’e’ un premier eletto dal popolo


Dice Dell’Utri in un’intervista a La Stampa. Invece che eleggere direttamente il presidente della Repubblica forse basterebbe rafforzare i poter del premier, azzarda il giornalista intervistatore.


Risposta?

Certo si potrebbe. Berlusconi non ha emesso dei diktat, per imporre all’Italia un monarca assoluto, tanto meno se stesso


Mica.


Tanti auguri da Berlusconi

E’ tanto che non parliamo di Silvio. Provvediamo subito.
Conferenza stampa di fine anno, da Villa Madama – decisamente una bella location, eh – del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Mi sono divertita a mandare avanti e indietro i video di RepubblicaTV, con la gestualità degli inquadrati accelerata e rallentata all’occorrenza.

L’Italia sarebbe pronta per il presidenzialismo

Questa la posizione di Silvio. Che, in fondo, in questo sogna una sponda nel Pd. Assai meno conciliante il commento di Repubblica, nella persona di Eugenio Scalfari.

I PARTITI non fanno più politica. Hanno degenerato e questa è l’origine dei mali d’Italia. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune

Obama e McCain come Tom e Jerry

Sarà che Obama è un uomo che si commuove facilmente, è un emotivo e come tale si lascia andare a far cadere qualche lacrima nei momenti che lo necessitano, vedi morte di sua nonna pochi giorni prima della sua elezione a presidente degli Stati Uniti d’America. Probabilmente un sorriso, e una leggera soddisfazione, deve averla avuta quando, in diretta tv e di fronte al suo elettorato John McCain ha fatto i complimenti al suo rivale dopo le presidenziali, erigendolo ancor di più come il “nuovo” presidente.

Presidenziali USA: Virginia e Ohio i primi risultati

Finalmente si parte. E i dati sembrano dare un leggero, piccolo svantaggio per Barack Obama che pare essere in svantaggio in Ohio, ma in compenso in vantaggio in Virginia. Una situazione che non lo mette, almeno per ora, in difficoltà se non per un fatto statistico.

Infatti i repubblicani vittoriosi in Ohio, alla fine, hanno sempre vinto le presidenziali negli USA, un dato importante, specie per chi potrebbe risultare troppo scaramantico in un momento topico come quello attuale. Una sfida che potrebbe vedere, negli indipendenti, un punto cardine per strappare voti ad Obama.

I primi dati ufficiali giungono da Kentucky e New Hampshire con nel primo in vantaggio i repubblicani con un 60% al 38%, mentre invece nel secondo sono i democratici ad essere in vantaggio con un 32 voti a 16. Poco per iniziare, ma i dati fanno credere che la sfida potrebbe essere molto più dura di quanto ci si poteva aspettare. Forse…

Chi ben comincia è a metà dell’opera

I sondaggi hanno sempre parlato chiaro: da molte settimane a questa parte è sempre stato Barack Obama a stare davanti con diversi punti di vantaggio dai 2 ai 12 punti. Ai dati attuali, basandosi sulle possibili promesse di voto e su come la gente si è registrata per la votazione, Obama è intorno ai 280 electoral votes.

Il punto cardine di questa sfida sarà sugli stati “contesi”, ovvero quelli dove i sondaggi non permettono di dire, con una sicurezza quasi assoluta, chi sarà il vincitore. Il fatto è che se McCain dovesse riuscire a vincere in tutti questi stati, comunque, dovrà conquistare uno degli stati che, secondo le previsioni, è in mano ad Obama.

Una sfida insomma che si preannuncia più che impossibile e che potrebbe definirsi chiusa già alle 2, se il North Carolina e la Florida dovessero finire nelle mani dei democratici. Ovviamente rimanete collegati con noi per saperne di più sui risultati di queste presidenziali live on PoliticaLive.com.

Presidenziali USA 2008. Obama sogna, McCain spera

Eccoci qui. Un anno e mezzo di curiosità. E stanotte, finalmente, sapremo. Stanotte, finalmente, gli americani sceglieranno, e gli occhi del mondo potranno anche guardare altrove.
Obama sogna, dagli ultimi polls ai primi risultati. McCain spera e non può fare a meno di farlo.

Segui in diretta le presidenziali USA su PoliticaLive

Ore 19:00 ET, ovvero ore 01:00 in Italia. Questa sarà l’ora in cui si chiuderanno ufficialmente i seggi dei primi stati della costa est degli Stati Uniti e che regaleranno i primi voti elettorali ai candidati premier. Naturalmente alcuni seggi sono già chiusi, come nel New Hampshire, dove una piccola cittadina di 21 abitanti, Dixville Notch, ha già chiuso dando il primo risultato: 15 voti per Obama e 6 per McCain.

Una prima vittoria per Obama che poco conterà nel risultato finale. Potrete però seguire l’evoluzione del voto qui, in diretta, su PoliticaLive con aggiornamenti flash ogni 30 minuti a partire dalle 23.30, con le prime notizie e i primi commenti a caldo dei due candidati presidente.

Ovviamente potrete partecipare anche voi, con i vostri commenti alle flash, a queste presidenziali USA 2008, esprimendo in diretta i vostri pareri, le vostre opinioni e perché no anche le vostre “voci di corridoio”, per rendere PoliticaLive la pagina di riferimento per quanto riguarda l’Election Day. Non mi resta che rinnovarvi l’appuntamento a tra qualche ora con i primi risultati ufficiali delle presidenziali USA.

Obama vs McCain: Benvenuto, Election Day

4 Novembre. Ci avreste creduto che saremmo mai arrivati a vederlo? Io sinceramente non più di tanto, eppure i sondaggi dicevano che il 4 novembre sarebbe arrivato con il 99,8% delle possibilità. Così è stato. A parte le battute sarcastiche su quanto i sondaggi stiano invadendo questa presidenziale, oggi finalmente è il grande giorno: il giorno in cui gli Stati Uniti dovranno dimostrare di avere il coraggio di svoltare e prendere una nuova strada.

Obama vs McCain: Una volata troppo lunga

Approfittando del week end che il 1 novembre mi ha offerto ho deciso di lasciarvi tra le braccia di Angela, che comunque rimangono delle belle braccia, per questo week end su Politicalive, per poi riprendervi al mio ritorno. Un ritorno che mi vede ricco di pensieri su questa elezione presidenziale americana. Un week end che mi ha fatto ricordare le parole di mio nonno, grande appassionato di ciclismo, che quando da piccolo guardavo con lui le gare in bici mi diceva sempre: “E’partito troppo presto, lo riprendono, non ce la fa ad arrivare solo”. E così categoricamente accadeva. Un po’ come sta accadendo a Barack Obama.

Obama vs McCain: La corsa dei sondaggi e il metodo di voto

La corsa alla poltrona presidenziale negli Stati Uniti d’America si sta per concludere, il 4 novembre infatti si avvicina inesorabile e con lui anche le risposte a tante domande, a tante supposizioni e pensieri che, ogni giorno, penetrano nella nostra testa anche solo per qualche minuto, ma che aumentano l’ansia e l’emozione per scoprire il risultato che sarà e poter finalmente dire: “Io avrei vinto!”.

Obama vs McCain: Le paure di Barack

Quando l’uomo ha fatto la sua discesa sulla Terra, l’Onnipotente, probabilmente per fargli uno scherzo o per riuscire a mettergli i bastoni tra le ruote ogni tanto ha creato una scienza inesatta atta al solo scopo di confondere le idee: la sondaggistica. Da quanti si ricordi nel passato più remoto, quanto ovviamente anche in quello più recente, i sondaggi in grandi occasioni si sono sempre resi presenti e, categoricamente, hanno portato a casa delle bastonate non indifferenti.

Obama vs McCain: Il Presidente di uno stato che fu

Signore e signori mancano ormai meno di 20 giorni alle presidenziali americane. So che può sembrare incredibile come la data del 4 novembre si stia avvicinando cosi velocemente, e so anche come questa estenuante campagna presidenziale, in fondo, un po’ vi mancherà una volta finita. Perché, seppur lunga e a tratti un po’ noiosa, questa presidenziale ha sparato qualche colpo che veramente ha tirato su il morale di molti di noi.