Scommettiamo che… vince Obama?

Vista la pochezza del palinsesto televisivo RAI, scusate lo sfogo ma dopo essere rimasto a casa un sabato sera per alcuni problemi personali mi sono ritrovato a guardare I MIGLIORI ANNI e la carrellata di “mummie”, si potrebbe finalmente riportare in auge un vecchio programma che da tempo non c’è più SCOMMETTIAMO CHE…

E magari farne una bella puntata speciale dove si parli di politica e di SuperTuesday, ovvero il famoso super martedì che sta accompagnando i cittadini americani aventi voto, verso la scelta dei due candidati che concorreranno definitivamente verso la Casa Bianca.

Obama e Clinton da una parte, McCain e Romney dall’altra. Democratici contro Repubblicani. La novità (un candidato di colore e una donna) contro il classico (due candidati bianchi). Insomma in qualsiasi modo la si voglia guardare queste elezioni americane stanno raccogliendo interesse. E non solo sul territorio nazionale ma anche in campo internazionale.

Prodi, grazie grazie grazie

Non sono completamente ubriaco o sotto effetto di droghe tranquilli. E il titolo del mio post non vuole nemmeno essere un atteggiamento ironico nei confronti di colui che è riuscito in circa metà della sua legislatura a scontentare qualsiasi classe economica del paese. La scritta “Prodi, grazie grazie grazie” come anche “Grazie Prodi, campione di coerenza, pazienza e resistenza” sono solo alcuni dei motti, scritti su cartelloni colorati, che alcuni manifestanti hanno portato ieri sera, sotto casa dell’ex premier a Bologna.

Parlare di manifestanti pacifici, vedendo soprattutto le scene che ci giungono dalla Campania, sembra strano, quasi improbabile. Ed invece è proprio così. Come sabato scorso anche questo sabato alcuni sostenitori di Prodi sono giunti in via Gerusalemme nella città delle due torri per abbracciare e sostenere l’ex premier in un momento come questo.

Marini e gli spiragli

Marini
Non si capisce se a muoverlo sia la disperazione oppure una consapevolezza atavica. Concluse le odierne consultazioni, Franco Marini si pronuncia. E parla della presenza di uno spiraglio ancora aperto per la formazione del nuovo governo. Dove? Come? Quando?
Sembra sereno. Naturale, se fosse chiuso starei in vacanza, invece devo lavorare fino a lunedì. Il ragionamento non fa, in effetti, una piega. Io passerò il week-end a riflettere, voi a divertirvi. Gli elementi per la valutazione conclusiva li darò lunedì. Queste le parole del Presidente del Senato ai giornalisti.
Il bilancio della giornata vede tutti gli interlocutori che hanno concordato all’unanimità sulla necessità di un cambiamento della legge elettorale. Almeno quello.

La Crisi, di Franco Marini. Non è La Cura, di Franco Battiato

Battiato
Franco – e non si tratta di Battiato, evidentemente – continua a ripetere che Uno spiraglio c’è. Uno spiraglio che è un pertugio strettissimo, ma per il quale vale la pena, si vede, di provarci. Ieri la seconda giornata di consultazioni.
Una giornata importante, nella quale, soprattutto, Franco Marini ha parlato direttamente a Forza Italia. Un appello vero e proprio, from presidente del Senato 2 Cavaliere.
Marini, infatti, acqua alla gola e marasma mentale, ha esplicitamente chiesto all’uomodi Arcore di ascoltare la società.

Ue – Serbia: Questione di Asa

Tra pochi giorni la Serbia, il 3 febbraio, deciderà sul suo futuro politico nazionale con il voto presidenziale al turno di ballottaggio. I candidati, come già anticipato alcuni giorni fa su politicalive, sono l’ultranazionalista Tomislav Tadic e il democratico nonché europeista Boris Tadic.

Elezioni che avranno un riscontro non solo nazionale ma anche internazionale, in quanto a seconda del risultato ottenuto potrebbe avvenire, nel giro di pochi giorni, l’ingresso in Europa. La UE che nelle ultime ore ha progettato un accordo “ad interim” di Associazione e Stabilizzazione, chiamato appunto Asa.

L’accordo attualmente non contiene tutti i capitoli negoziali facenti parte dello standard Asa, ma ne è costituito dalla maggior parte. Un testo che rappresenta il 75% dello standard di Associazione e Stabilizzazione, prevedendo intese commerciali, dialogo politico, liberalizzazione dei visti.

Kenya: E’aperta la caccia al Kikuyu

Da alcuni giorni ormai in Kenya è aperta la caccia al Kikuyu. Non si tratta di una specie animale particolarmente preziosa o in via d’estinzione ma di un’etnia tribale del paese. Un’etnia che da ormai un mese è presa di mira da tutte le altre per i sospetti di broglio elettorale, per le presidenziali che hanno visto vincere il leader uscente Mwai Kibaki.

Scontri sempre più sanguinosi e violenti, di qualsiasi genere e specie dalle lapidazioni ai roghi, si stanno svolgendo in questi giorni nella regione di Nakuru, capoluogo della provincia della Rift Valley. Una situazione che, fino a questo momento in cui scriviamo, ha portato circa 70 cadaveri causati dagli scontri, ma con una stima sempre pronta a salire.

Le morti ormai avvengono in entrambe le fazioni. Da una parte c’è tutto un paese contro i Kikuyu, colpevoli di aver vinto “rubando” durante le ultime elezioni e presi di mira da assalti e violenze senza esclusione di colpi dalle tribù avversarie. Dall’altra c’è il calvario della tribù Luo, guidata dal leader dell’ODM Raila Odinga, presa di mira dalla polizia, che non mostra problemi a utilizzare il machete per sedare e disperdere le manifestazioni che nascono per le strade.

Germania: Il duro schiaffo dell’Assia

E’ tempo di elezioni regionali in Germania con il voto in Bassa Sassonia e in Assia, due dei piu grandi “lander” dell’Allemania (in tedesco il lander è appunto la regione). Un voto che arriva giusto a metà della legislatura di Angela Merkel è la sua grande coalizione che tanto ha fatto parlare un paio di anni fa, giusto giusto mentre in Italia si polemizzava su chi avesse realmente le elezioni dopo un clamoroso 50 a 50.

La Bassa Sassonia è, geograficamente parlando, la regione di Hannover. Qui la CDU, il partito cristiano-democratico di Angela Merkel, ha visto confermati i risultati ottenuti in precedenza nella regione. Il presidente uscente Christian Wulff, potrà continuare a governare come già in precedenza seppur la percentuale di preferenze siano scese, nell’arco di 5 anni, dal 48 al 42%. Punti persi, e molti anche da parte del SPD, il partito socialdemocratico, che ha visto ottenere il suo peggior risultato di sempre in Bassa Sassonia.

L’Assia invece riporta un risultato completamente opposto a quello ottenuto nella regione di Hannover. Infatti nel lander di Francoforte il partito della Merkel, nonché quello del governatore uscente della regione Roland Koch, ha visto perdere 12 punti di preferenza rispetto al 2003 vedendosi superato dal SPD.

Napolitano e la grossa gatta da pelare

Gatta
Napolitano ci prova, ma la gatta è grossa e ardua a pelarsi. Avesse ancora un numero idoneo di capelli, le mani sarebbero lì. Le consultazioni al Quirinale, in corso da ieri, proseguono, per trovare una soluzione alla crisi di governo.
Il Presidente della Repubblica ha cominciato in modo soft, se vogliamo: ha incontrato tutti i piccoli partiti di maggioranza e opposizione. La sua è una strada in salita. Difficile.
Al termine delle consultazioni di oggi ha affermato, serafico stanco e probabilmente con il buio più totale sul da farsi – che avrebbe chiunque, al suo posto: Per ora è impossibile fare anticipazioni.

L’importanza del Mare Nostrum

Fin dai tempi dei greci e quindi dei romani, l’importanza del mare Mediterraneo è sempre stata fondamentale per l’economia e per il processo di scambio culturale. Un mare che permetteva di collegare in maniera particolarmente veloce, rispetto alle vie di terra, l’Italia con il Medio Oriente, una terra già da allora mitica.

Con il passare degli anni l’importanza del Mediterraneo è rimasta consolidata, nonostante la scoperta degli oceani e del nuovo continente. E a salvaguardare questa importanza, già da tempo, è stato istituito un consiglio di cooperazione sulla politica del Mediterraneo, meglio noto come “Dialogo 5 + 5”.

Serbia: Europa, Addio?

In un epoca come la nostra dove tutti sembrano aver voglia di “globalizzarsi” in qualche cosa di più grande, si veda ad esempio gli stati europei con la UE oppure anche solo i partiti italiani con la possibile riforma elettorale, la situazione della Serbia sembra davvero troppo antitetica.

Giorni di elezioni presidenziali in Serbia quelli appena passati e quindi giorni di spogli ci aspettano, sperando di non incorrere in un nuovo broglio elettorale stile kenyota. Sette i possibili candidati, ma solo due si presenteranno al ballottaggio ad inizio febbraio. I loro nomi sono già stati scritti.

Il primo è Tomislav Nikolic. Con i suoi 38,26% delle preferenze si è aggiudicato il primo turno delle elezioni. Leader del partito radicale Serbo (SRS), Nikolic è un leader ultra-nazionalista. La sua eventuale vittoria al ballottaggio porterebbe il paese a richiudersi su stesso, allontanando l’eventuale integrazione europea.

Uno x tutti e tutti con nessuno!

Le legge elettorale è stata definita da molti, il punto che deve unire il centrosinistra per mantenere in vita il governo. Considerando che le parole “mantenere in vita” fanno già capire quanto un governo in quelle condizioni non possa continuare, almeno a mio parere, da questa bozza Bianco stanno apparendo le vere intenzioni dei diversi leader.

Come era chiaro aspettarsi dai piccoli partiti, le loro posizioni sono più che altro di disturbo. Sembrano quegli insetti estivi che, quando si prende il sole tranquilli in mezzo ad un prato in un caldo pomeriggio di luglio, arrivano e iniziano a punzecchiarti in ogni qual dove. Lo fanno per sopravvivere ovviamente, per salvaguardare i loro elettori.

Dalla parte opposta sta invece Silvio Berlusconi, che con il suo FI non ha nessun problema di sbarramento anzi. Vuole mostrare a tutti i partiti, siano questi di centro-destra o di centro-sinistra che il bipartitismo è la soluzione giusta per questo paese. E che uno di quei due partiti sarà il suo.

Berlusconissimo!!!

Quando si muove, è inutile dirlo, tutti lo ascoltano. Chi sta dalla sua parte ne segue le parole deliziato, chi “gioca” contro di lui cerca il minimo cavillo per remargli contro ed infine chi non ha una posizione politica ed un poco scettico lo ascolta, solo perchè lui è “Silvio”.

Sono bastate le poche parole proferite riguardo alla riforma Bianco (quella elettorale per intenderci), che subito i media si sono scatenati. Si sa il Berlusconi pensiero tira sempre ed in ogni occasione spallate contro qualcuno e, su questo argomento, colpisce a destra a sinistra e pure un poco al centro.

La posizione del Cavaliere riguardo la legge elettorale nelle ultime ore sembra cambiata. Infatti, le sue parole, che indicano il referendum come sbocco preferito per quanto concerne la legge elettorale, fanno capire quanto le posizioni di amore tra PD e Ppl si siano allontanate, seppur solo temporaneamente. Da parte dell’ ex-premier viene criticata la scelta, da parte di Bianco e della sua bozza, di aver reso la riforma troppo “proporzionale”.

Gli uomini della Consulta han detto SI’

I 14 della camera di consiglio hanno deciso. Ed è un SI grande come l’Italia, che porterà i cittadini a votare in referendum, con argomento la legge elettorale, tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Una decisione, quella della Consulta, che promuove a pieni voti il comitato di “Mariotto” Segni, di nuovo in prima fila per quanto riguarda i referendum.

Come detto sono tre i quesiti referendari, ma possono riassumersi in due semplici concetti: eliminazione della candidature in più collegi elettorali e attribuzione del premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione.

Soprattutto quest’ultimo concetto sta facendo impazzire i piccoli partiti del centro sinistra (Sinistra Radicale, UDEUR,…) che vedono, in caso di approvazione dei quesiti referendari, la sparizione praticamente QUASI certa dalle “sedie” che contano, ovvero le loro.

Metalmeccanici, per le trattative, semplicemente, non ci sono spiragli

Altan
Rottura annunciata, attesa, quasi banale. E così è stato. La trattativa odierna, tra Sindacati e industrie, non ha trovato, come prevedibile, alcun punto di accordo.
E dopo la rottura, il Governo si interroga. E’ un bel grattacapo, invero. A placare gli animi si impelaga il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Provando a riallacciare la trattativa tra imprese metalmeccaniche e sindacati di categoria, cercando di capire come arrivare finalmente – e se, a questo punto – ad un complesso accordo per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da ormai oltre sei mesi.
Al Ministro, infatti, non è rimasta altra scelta: ha convocato le parti per domani mattina. Sottolineando il suo augurio ad una ripresa del negoziato. Damiano si è definito interessato e disponibile all’eventuale istituzione di un un tavolo di contrattazione. Un aut-aut: il Ministro non aveva altra scelta, dopo l’odierna apparentemente insanabile rottura di Cgil, Cisl e Uil con Federmeccanica.