Inciucio. Ovvero, la matematica non è un’opinione

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Il termine inciucio, applicato alla politica italiana, ha radici lontane. Fu l’ex Direttore de l’Unità Mino Fuccillo ad usarla la prima volta nel 1995 durante un’intervista a Massimo D’Alema per il quotidiano La Repubblica. In quell’occasione il giornalista romano coniò la parola per definire in maniera impietosa ciò che altri avevano definito più letterariamente “il patto della crostata”. La crostata era quella preparata dalla signora Letta, inappuntabile padrona di casa in una cena tra il Cavaliere e lo stesso D’Alema, su cui si ipotizzò una sorta di patto di non belligeranza tra i due partiti.
Secondo alcuni, fu l’inizio della fine della neonata Seconda Repubblica, scomparsa prematuramente dopo soli due anni di vita. Ma si sa, il tubo catodico appiattisce la realtà, ed oggi la parola non provoca più alcun sussulto, benchè, carte alla mano, sia più che prevedibile ipotizzarne un ritorno alla ribalta. La continua e naturale trasformazione del linguaggio ha poi portato alla definitiva mutazione dell’inciucio in “Governo delle larghe intese”.
Tratteniamoci e andiamo per gradi.

Di numeri, sondaggi e altre amenità

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Sempre più imbarazzati, signori. Ci vorrebbe un blog a parte. Per seguire questa altalena imbarazzante di numeri che, in verità, non fanno altro che confondere. Pensare che dovrebbero aiutare a capire. Supportare nella comprensione. Rischiarare le idee. Dare un polso minimamente scientifico della situazione.
Premesso ciò – un imbarazzo, si immagina, diffuso – notizia odierna, analoga però a altalenanti dati dei giorni precedenti, è che nelle ultime settimane il rapporto tra i due maggiori partiti – Partito Democratico e Popolo della Libertà – con gli altri movimenti politici si è ridotto. Come dire: l’appello di Berlusconi a votare solo Pdl o – se proprio lo si ritenga necessario, ma naturalmente sconsiglia fortemente per la salute – al massimo Pd è stato assolutamente disatteso. Che sia una reazione orticaria da parte della popolazione italiana?
Fatto sta che, con buona pace di Silvio – ma anche, in silenzio, di Walter – Pd e Pdl stanno risentendo di un certo calo. A fronte di una crescita – significativa in termini esistenziali – degli altri, gli alleati (o dichiarati tali) e i partiti esterni ai due grandi blocchi.

Serbia: Europa aspettami!

Povera Ex-Jugoslavia. Passano gli anni, gli stati si separano e conquistano l’indipendenza. Eppure i problemi restano. Ultimo di questi, solo in termini di tempo e non di importanza, è sicuramente quello che vede protagonista la Serbia. Questione del problema la situazione combinata Unione Europea e Kosovo.

Proviamo a fare un piccolo riassunto riguardo ciò che è accaduto e proviamo a capire quale situazione si sta alimentando nel paese. Come tutti ben ricorderete, e come già scrissi in passato qui su politicalive, la Serbia poco meno di un mese fa, si ritrovò a dover affrontare le elezioni politiche, per eleggere appunto il proprio presidente. Poteva scegliere fra una politica “europeista” e una politica “nazionalista”. I voti parlarono chiaro, e la scelta di voler divenire parte dell’Europa vinse.

Boris Tadic, sostenitore dell’idea che voleva la Serbia entrare nell’Unione Europea, divenne il simbolo della rinascita di questo piccolo stato, che sembrava avviato a percorrere la strada che porta verso il paradiso. Sembrava infatti, in realtà senza saperlo stava correndo verso l’inferno.

Pechino val bene una messa

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Mai come nel caso delle Olimpiadi di Pechino della prossima estate, possiamo scorgere con chiarezza la sconfitta della politica e del dialogo.E la vittoria del mercato. E’ di questi giorni la diffusione, ormai annuale, del documento del Dipartimento di Stato americano in cui sono elencati i cosiddetti Paesi canaglia.
E a sorpresa, si direbbe in questi casi, non troviamo il nome della Repubblica Popolare Cinese. Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan. Stop. Cina non pervenuta. E tutto questo nonostante nel documento sia ribadito il concetto che

la Cina continua a negare alla sua popolazione diritti umani e libertà di base e continua a interferire nella attività dei media e a torturare i prigionieri. Malgrado la rapida crescita economica che ha trasformato gran parte della società cinese il governo di Pechino continua a negare ai suoi cittadini riforme politiche e il rispetto dei diritti umani di base

Decisione apparentemente inspiegabile. Risulta difficile immaginare motivi non economici per arrivare a questo silenzio sulla violazione dei diritti umani del governo comunista cinese da parte di chi, ancora oggi, lo considera una minaccia a tutti i livelli.
Meno uno, evidentemente.

Primarie Usa: Mississipi? Yes we did, disse Obama

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Ormai parlare dell’ascesa di quest’uomo sta diventando quasi banale. Vince di nuovo, tanto, per cambiare, Barack Obama. Il senatore afroamericano delle meraviglie.
From the deepest south. Si chiama Mississippi lo stato dal nome evocativo ed immaginifico dove Barack Obama vince di nuovo. Perchè qui il voto degli afroamericani fa la differenza tra i democratici. Anche la tappa precedente delle primarie era stata un successo per Barack: in Wyoming, nel weekend. Ancora delegati per lui, dunque.
Siamo ai numeri: Obama ha raccolto il 61 per cento dei voti, mentre la sua rivale, alla faccia delle lacrime e della rimonta promessa, si porta a casa solo il 37 per cento di Hillary. In termini di delegati, bene tanto prezioso in Iu Es di questi tempi, in palio ce ne erano 33. Il che significa che Obama ha ulteriormente aumentato il suo distacco dalla povera Hillary. Nulla di incolmabile, sia chiaro.

[Candidati Politiche 2008]: Valter “Walter” Veltroni

Apre ufficialmente da oggi la sezione “Approfondimenti” di PoliticaLive. All’interno di questa sezione troverete una serie di articoli di approfondimento, con lo scopo di avvicinarci maggiormente a quel mondo chiamato politica. Per riconoscere gli approfondimenti basterà semplicemente guardare il titolo; l’argomento di approfondimento sarà contenuto tra le parentesi quadre e l’argomento posto dopo i 2 punti.

Da oggi troverete, nella sezione approfondimenti appunto, delle schede di approfondimento sui candidati alle prossime elezioni politiche. Ogni 2 giorni verrà pubblicata una nuova scheda che vi permetterà di conoscere al meglio i candidati, permettendovi di fare “la scelta giusta” il giorno delle elezioni. Al termine della scheda troverete il calendario di pubblicazione delle schede dei candidati. Naturalmente sono ben voluti tutti i vostri commenti per rendere voi stessi più ricca la scheda di ogni candidato.

Non mi resta che augurarvi buona lettura e naturalmente buon commento!

Savoia alla riscossa. Il Principe punta al Parlamento

Emanuele Filiberto Savoia
Il principe alla conquista del Parlamento. E’ ufficiale, anche se la notizia è in giro da tempo. Ci aveva provato, il Principe stesso, a smentire la faccenda un mesetto fa. Creare tensione e attesa fa parte dei giochi, no? Domani, presso il Circolo della Stampa di Milano, Palazzo Serbelloni verrà presentata la lista Valori e Futuro. Vera novità di queste elezioni 2008, in Europa, per la Camera. Il Capolista? Esattamente il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.
Discesa in campo reale a tutti gli effetti. Con una lista, per la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, arricchita di cognomi che hanno il sapore della regalità e della nobiltà. Anche a non conoscere i soggetti in questione. Nel frattempo, Il Giornale ha già detto la sua, in modo, in verità, poco clemente. Povero Principe.
Faccino pulito, sorridente, innocuo. Classe 1972. Non ci si era rivoltati per l’assenza insostenibile dei giovani nella politica italiana? Certo, volto nuovo non è esattamente.

Vota libero. Vota Wi-Fi

wifi
E’ tempo di proposte e campagne elettorali. Tempo di programmi, di carta straccia, di carta meno straccia – e lo si crede molto meno a quest’ultima possibilità. Molte proposte, nonchè le candidature di alcuni – salvo poi vaglio del partito per l’ufficializzazione e l’effettivo inserimento in lista – sono arrivate dal basso. Grillo, su tutti, è il fenomeno mediatico dal basso ma manipolato che può essere tenuto a mente come emblema.
Si fa poi un gran parlare, di questi tempi, di tecnologia, broadband e WiMAX, WiFi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Foneros all’attacco, quartieri senza fili. Digital Divide da combattere. Sì. Ma.

Amministrative Francia: Chapeau Hollande!

Oltre alla Spagna questo weekend ha visto anche le elezioni in Francia, ma a differenza della penisola iberica nel paese dei “galletti” di votava per le amministrative in ben 36.782 comuni. L’importanza di queste elezioni era sostanzialmente una sola, osservare come la destra avrebbe reagito. In Francia ogni cittadino voleva sapere se il partito del buon gossip-boy Nicolas Sarkozy ce l’avrebbe fatta a tenere testa al partito socialista.

In pochi ci credevano, ed in infatti così è stato. Tutti si aspettavano una caduta di voti per la destra e quindi per Sarkò, fatto puntualmente avvenuto. Infatti con il 47,5% delle preferenze attualmente la sinistra è in vantaggio sulla destra, ferma al 40%. Ovviamente sono dati che vanno comunque presi con la pinzetta, ma tutti i francesi consideravano questo voto come il primo esame per il partito di Mr.Bruni e, se così fosse, non possiamo che definirlo una cocente sconfitta.

Al momento in cui scrivo ovviamente si può parlare solo ed esclusivamente di exit poll. I dati ufficiali ancora non sono stati pubblicati, ma ovviamente un distacco comunque così elevato, addirittura di 7 punti, fa pensare che i risultati difficilmente potranno cambiare radicalmente.

Walter, ovvero Santa Maria Goretti

Maria Goretti
Se le cerca. Non c’è che dire. Perchè gesti come quello di oggi del Silvio da Arcore non possono non attirare una critica e una risposta anche abbastanza facile. Insomma. A Uolter gliel’ha servita su un vassoio d’argento.

Noi non stracciamo i programmi degli avversari, li leggiamo e li rispettiamo

Si aggiunga poi che Uolter da Roma ultimamente pare Santa Maria Goretti. Quindi, dal Veneto dove il suo allegro pullmen attualmente fa tappa, risponde a Silvio. A te, o Silvio, che hai distrutto e buttato via il documento dei punti programmatici del Partito Democratico, io Uolter da Treviso dico. Ah, per inciso: Treviso era la prima tappa del viaggio considerata a rischio. Invece il teatro Eden è pieno e i simpatizzanti fuori hanno anche chiesto a Uolti di parlare all’aperto. Santa Maria Goretti, dunque, è pacata/o e positiva/o.

Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

La classe operaia va in Parlamento

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Passi la propaganda, che in queste settimane sembra avere preso decisamente la ribalta. Ma adesso forse si sta esagerando. Dopo i primi giorni di sbigottimento dovuti a dichiarazioni di fuoco e candidature preoccupanti – è vero – ci si fa l’abitudine ed anche le indiscrezioni più scabrose scivolano nottetempo nell’oblio. Ci sono però delle notizie che non possono passare inosservate. Proprio non ci riescono. Meno male.
E’ di ieri la polemica tra il Piddì e l’Arcobaleno, per la candidatura col botto da parte della sinistra – finalmente basta equivoci! – di Ciro Argentino, operaio della Thyssen e dirigente locale del Pdci piemontese.

L’informazione ai tempi del colera. Ah, no, sono le elezioni

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Mirko Tremaglia, istituzionale figura del voto degli italiani all’estero, ormai in là con gli anni, stanco ma presente, biascicante ma parlante. Tremaglia, insomma, l’unico nome che si ricordi collegato alle parole votoitalianiall’estero, è sorridente, contento, non si sbottona sulle candidature, meno che mai sui brogli che già stanno imperversando nella Circoscrizione Estero.
Dice di essere positivo per queste elezioni anticipate targate aprile 2008. Per il loro grado di partecipazione, che non sarà inesistente come qualche maligno va già dicendo, no. Tutto sarà assolutamente implementato verso il miglioramento.

Non è più possibile considerare gli italiani all’estero come una volta. Bisogna assolutamente dare maggiore visibilità a 3 milioni di italiani che meritano la nostra considerazione. Questa lenta ma inesorabile opera di cancellazione dai nostri media, ad esclusione di Rai International, delle vicende degli italiani all’estero, non rende merito ai nostri concittadini

A volte ritornano

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Ci saremmo meravigliati del contrario. Davvero. Nel giorno del dietrofront del Piddì sull’esclusione di Beppe Lumia (alè!) – n.b. l’immagine evidenzia addirittura il diverso carattere tipografico del pdf rilasciato dall’ufficio stampa di Sant’Anastasia, a testimonianza dell’estemporaneità della decisione, giunta a furor di popolo – inserito come capolista al Senato in Sicilia, altre bombe di mercato hanno caratterizzato la giornata di ieri.
Il tempo stringe, e il walzer delle candidature sembra diventato un rock & roll, acrobatico. Gente che entra, gente che esce. Chi non entrerà mai e chi invece mai uscirà, grossi punti interrogativi. Eccoci al punto.