Pillola abortiva, Viale: da Sacconi minacce e intimidazioni sulle donne

pillola“Minacce e intimidazioni” sulle donne da parte del ministro Maurizio Sacconi. A dirlo è il medico ed esponente Radicale Silvio Viale, il primo a somministrare la pillola RU486 all’ospedale Sant’Anna di Torino.

Se Sacconi vuole intervenire per costringere le donne a rimanere in ospedale nonostante nessuna necessità clinica o legale, deve avere il coraggio di modificare la 194. Altrimenti ogni iniziativa contro i medici avrà solo il significato della intimidazione e della rappresaglia anche contro le donne, le quali sarebbero responsabili della ipotetica violazione al pari dei medici. Se il ministro Sacconi avesse le “palle” come il Presidente del Consiglio imporrebbe per legge il Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) alle donne.

Aborto, monito di Sacconi: “No alla Ru486 in day hospital”

sacconi2Secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, la pillola abortiva Ru486 non va somministrata in day hospital, ma solo in ricovero ospedaliero ordinario. “Qualche Regione ha già dichiarato che vorrebbe risolvere la cosa anche con la forma del day hospital, che a nostro avviso non corrisponde alle esigenze di salute della donna per un processo che non è semplice”, ma “molto complesso”, il quale “può dare luogo a molte complicanze”, ha detto ministro, intervistato questa mattina da Maurizio Belpietro durante la trasmissione “Mattino 5”. “Stiamo cercando di evitare ogni contenzioso aggiunge Sacconie di chiarire in modo inequivoco quali sono i modi per rispettare la legge dello Stato”.

RU 486. E il corpo delle donne

ru-486 senato

E certamente ce lo si aspettava. No? Sì, su. C’era da aspettarselo. La pillola abortiva, la Ru 486, diffusa e utilizzata nel resto del mondo da almeno già una ventina di anni (è stata la Francia la prima ad introdurla), qui in Italia continua a vagare alla ricerca di commercializzazione.

Bloccata dal Senato per “ragioni amministrative” (la verifica della compatibilità con la legge 194 sull’interruzione della gravidanza). Mentre il resto della società civile, forse, a questo punto si interroga smarrito sul senso recondito non tanto dell’aborto farmacologico (abortire ingerendo una semplice pillola sembrerebbe essere un modo troppo soft, per alcuni, di espiare la “colpa” che si sta compiendo), quanto sul perché questo Paese funzioni così.

Ru486, pillola abortiva in Italia

Ru486, arriva il via libera dall’Aifa. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dice sì a maggioranza alla pillola abortiva Ru 486. Il Consiglio di amministrazione dell’Aifa ha approvato l’immissione in commercio del farmaco in Italia, come già accade in altri paesi.

Il sì è passato per in Cda per 4 a 1. Sì del presidente del Cda dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Sergio Pecorelli, e dei consiglieri Giovanni Bissoni, Claudio De Vincenti e Gloria Saccani Jotti. No di Romano Colozzi, assessore alle Risorse e Finanze della Regione Lombardia.

Ferrara l’imcompreso. Da Silvio e da lassù

Ferrara
Non si candida più a sindaco di Roma. Il Pdl non ha dato sostegno alla sua lista pro-life, e Giuliano Ferrara ha preferito quindi comunicare per iscritto a Fini e Alemanno che insomma, il Campidoglio non rischierà di vederlo e Rutelli non lo avrà come avversario. annunciando il ritiro della sua candidatura a sindaco di Roma. Va detto che Silvio Berlusconi non sembra esattamente essersi rotolato per terra dal dolore.
Ma ancora più grave, e più significativo per l’ormai ex direttore de Il Foglio, è il mancato appoggio, per la sua lista, da parte della Cei.
Avvenire aveva già accolto tiepidamente – per usare un eufemismo – la faccenda. Ieri un editoriale di Davide Rondoni ha senza possibilità di equivoci bocciato la lista.

Donne in rivolta. Contro la sinistra

Aborto
Io vorrei che per una volta Veltroni, Fassino,Bertinotti & Co. la smettessero di abbassare sempre la testa, perchè ora hanno veramente rotto le palle con tutto questo perbenismo. E’ ora di prendere posizioni di decidere da che parte stare. W Zapatero. Questo è solo uno dei tanti commenti alla petizione. Le cui prime firmatarie sono, in ordine rigorosamente alfabetico: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Elisabetta Visalberghi.
L’appello è forte, e a prescindere dal contenuto (se possibile) è l’ennesimo richiamo ad una sinistra che si guarda bene dal rappresentare il suo elettorato.
Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L’offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta – ha raggiunto livelli intollerabili.