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Non è un paese per vecchi. O forse sì
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Un titolo diverso onestamente non mi viene proprio in mente. La sconfitta nerazzurra in Champions di ieri sera mi ha portato a riprendere il famoso coro dei “reds” del Liverpool, che inneggiano alla loro squadra, sia che le cose vadano bene sia che le cose vadano male, con il famosissimo “You’ll never walk alone!”, ovvero non camminerete mai soli.
Con qualche piccola modifica fatta ad hoc al coro ecco pronto per voi, direttamente dalla mia testolina, un possibile spot pubblicitario elettorale per il partito di Casini e compagni; un bel “We’ll always walk alone”, ovvero cammineremo sempre soli.
Casini non ne vuole proprio sapere. Ormai è diventato completamente riluttante all’idea di avere qualcuno al suo fianco. Lo posso capire assolutamente. Ha passato dal 1994 i suoi anni di governo a fare gavetta dietro a uno che di gavetta in politica non ne ha mai fatta e che al massimo gli permetteva di lucidargli le scarpe. Ed è giusto, se il momento ai suoi occhi è quello propizio, cercare di farsele lucidare lui le scarpe ora.
Silvio Berlusconi ormai se lo chiede la notte prima di andare a dormire: Quel Casini non ha un cognome casuale, secondo me qualcosa deve pure significare se lo possiede. In effetti a vedere gli ultimi 10 anni il leader dell’UDC sembra, quasi in maniera assurda, il peggior problema del Cavaliere di Arcore.
Le ideologie dell’UDC non si discostano poi di molto da quelle del PDL o di FI prima della sua nascita. Essendo un partito di centro, molto simile come posizione agli “azzurri” berlusconiani, le sue idee moderate e liberali allo stesso punto fanno dell’UDC il tipico partito che può minare un’alleanza. E’come un mare prima di una tempesta insomma. Calma piatta prima del disastro.
Il progetto PDL di Berlusconi è chiaro. Annettere più partiti possibili nell’alleanza così da concorrere tutti sotto un unico simbolo e battere la possibile alleanza fatta dai tanti partiti della sinistra. Che abbiamo visto, negli ultimi due anni, non è che poi fosse così unita. Anzi tutt’altro. La scelta del PDL è sicuramente coraggiosa. Annettere quanti più possibili partiti in un simbolo significa, unire tutti sotto un unico programma ma anche sotto un unico simbolo. Ed è proprio questo che Casini non vuole, ovvero perdere l’identità del suo UDC.
Se dovessimo segnare un appunto sulla data del 9 gennaio, per quanto riguarda l’Italia e la sua politica, potremmo appuntarla come il Casini-Day. Non tanto per il gioco di parole che ne nasce (casini = disordini, che tra l’altro potrebbero riportarci benissimo alla situazione di Napoli) quanto dal cognome del leader dell’UDC.
Il fatto che sia il suo giorno è dovuto alla posizione che ha preso, in maniera pare definitiva, riguardo la “bozza Bianco”, ovvero la riforma sulla legge elettorale, che attualmente vedono alleati i “nemici-amici” Walter Veltroni, leader del PD e Silvio Berlusconi, leader di FI.
Sono parole che rimbombano forti, quelle di Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’incontro con gli ambasciatori di tutto il Mondo presso la Santa Sede. Un’occasione per illustrare, seppur tra le righe, come un’ ampliamento della moratoria sulla pena di morte all’aborto possa essere la “via giusta” da prendere per il futuro.
Davanti ai diplomatici di 176 paesi diversi, Ratzinger si è mostrato convinto:
La situazione è sull’orlo del precipizio. Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perchè sta mettendo in gioco il paese. Parole non allegre (già accantonata la ventata di ottimismo delle Feste, vero?) dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, che, da Bologna, ha detto la sua sulla drammatica emergenza rifiuti nel napoletano. Il Premier sa e sostiene la necessità di risolvere il problema, e di risolverlo per sempre.
Intanto, non si placano le proteste e gli scontri. Ieri pomeriggio un gruppo di persone, una ventina, ha bloccato un autobus e incendiato i cassonetti dei rifiuti a San Giorgio a Cremano, uno dei centri più colpiti dalla crisi dello smaltimento dell’immondizia. I presenti? Applaudivano.
A Napoli nel pomeriggio, in pieno centro, lo stesso scenario: cassonetti dei rifiuti dati alle fiamme e correlati interventi dei Vigili del Fuoco. E non si placa la rabbia contro la riapertura della discarica di Pianura: si è unito ieri ai manifestanti anche un gruppo di una cinquantina di mamme con bambini. La protesta contro la discarica del contendere ha causato anche il blocco della circolazione ferroviaria sulla linea Napoli-Roma, tra Pozzuoli e Giuliano.
Ed è proprio a Pianura che, in seguito ad una sassaiola contro le forze dell’ordine, sono state fermate, e poi rilasciate, una decina di persone. Scontri e tafferugli hanno causato il ferimento di due agenti della polizia. Nella notte, la polizia ha scortato una trentina di camion adibiti a movimentare la terra per creare l’invaso che poi sarà coperto dai teloni impermeabilizzati già portati all’interno nei giorni scorsi. Anche questa operazione è stata ostacolata dai manifestanti, che si sono seduti nella carreggiata.