Il buco di Roma

Ma il buco c’è o non c’è? Il debito di Prodi c’era o non c’era? Da una settimana è balzato a copertura mediatica – sui dorsi locali de Il Messaggero e dei quotidiani nazionali, per poi passare al nazionale nel giro di pochi istanti. Roma è tappezzata da manifesti de Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Alemanno, che recitano:

Veltroni ha lasciato un buco stratosfereico nel bilancio del Comune. Noi lo risolveremo

Il punto? Partiamo da un paio di considerazioni. Il buco c’è, è in corso l’avvio di un’indagine della magistratura. Il buco c’è, è pesante – il Comune di Roma è praticamente fallito – anche se le ricostruzioni dello stesso sono, naturalmente, assai diversi a seconda del punto di vista dal quale si guardi il subddetto benedetto buco di bilancio.
Ricordo nitidamente. Immediatamente post-elezioni, vinte da Gianni Alemanno, il neo-sindaco, finalmente ospite a Viva Radio 2, con Fiorello e Baldini, in verità dall’alto di un apprezzabile umorismo, aveva aggiunto a mozzichi e bocconi che stava verificando la presenza di un possibile ebuco nel bilancio del Comune.
Lo si sa da allora, lo si sa da sempre. Ma prima, forse, un tacito patto di apparente strumentale armonia delle parti – quella grandissima presa in giro che il Veltrusconi ha chiamato dialogo – prevedeva in agenda un’uscita del BUCO assai più soft di quella poi avvenuta.

Una giornata per la giustizia

RaiNews24 – 18 giugno 2008

L’aula del Senato ha approvato l’emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza che prevede la sospensione dei processi fino al giugno 2002. I senatori del Pd e dell’Idv hanno lasciato l’aula, mentre sono rimasti nell’emiciclo gli esponenti dell’Udc e i radicali

Questo il flash attualmente in home page.

Salva-Premier, a volte ritornano. Il Lodo Schifani Redux

Il Quirinale è preoccupato. Il Colle emana e propaga nell’aria di Roma inquietudine. Il Consiglio Superiore della Magistratura, nella persona del suo vicepresidente, Nicola Mancino, pure. Ma si sa, il Csm troppo spesso si è posto nella condizione di essere e poter essere criticato.
Pochi cittadini lo sanno e lo tengono presente nella quotidianità: c’è un processo, il processo Mills, in cui Silvio Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari. In cui rischia, si è detto in passato, di essere condannato.
Il futuro: oggi un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che

non destino grave allarme sociale

per i reati commessi fino al 2001. Esattamente il lasso di tempo necessario per i fatti del Processo Mills.

L’inchiesta che ha portato al processo Mills, condotta dai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, sostiene che Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari all’avvocato Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone, le informazioni in suo possesso sulle società estere, che la procura ritiene la «tesoreria occulta» del gruppo

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 13 giugno 2008

Ore 01:28. Il mondo arabo invade l’Europa. Se non fisicamente almeno a parole è sempre l’Islam ad essere l’argomento principale delle conversazioni e delle discussioni che raccolgono l’attenzione in questa giornata. Il vecchio continente teme l’estremo oriente e quella cultura tanto diversa che lo sta invadendo.

Piazza del Dissenso. E dissenso sia

Notizia da Articolo 21 Liberi di. Furio Colombo, del Partito Democratico, Giuseppe Giulietti, Italia dei Valori, e Francesco Pancho Pardi, sempre Italia dei Valori.
I tre, in fondo, devono aver capito l’inghippo di massa che sta alla fonte del fenomeno Beppe Grillo. Il Pancho è bello agguerrito. Faccia decisamente gioconda. Giuseppe Giulietti è stato capo del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) prima di Giorgio Balzoni, Roberto Natale e Carlo Verna. Mettono su Piazza del Dissenso.

Quale relazione?

Ma il cielo è sempre più blu. E non se ne capisce la relazione. Come faccia a resistere.
A quell’ex comunista di Giorgio Napolitano, che non è tra i migliori presidenti della nostra Repubblica, ma per ruolo istituzionale e non solo, di cose serie parla, in occasione della Festa della Repubblica in effetti… parla e dice: in Italia c’è il rischio di una

regressione civile

Lo scoop del Pigneto e la società alla deriva

Stamattina mi sono svegliata (anvedi). Mancando da tre giorni il caffè a casa – e rifiutandosi caparbiamente la sottoscritta di andare da quei ladri del supermercato sotto casa, ma attendendo piuttosto tempi migliori (semplicemente, del tempo) per andare al discount un po’ più lontano ed ergo illudersi di risparmiare – mi sono recata piuttosto al bar per assumere della caffeina (dimostrando per l’ennesima volta a me stessa di essere l’antitesi di una qualsiasi logica economica di base. Pace).
Ivi, al bar (o bare, in cadenza locale), come mia consuetudine ho sbirciato il giornale sorseggiando la sostanza di cui sopra. La Repubblica, ndr. Annoiata, debbo ammettere, ndr. E i rifiuti, e Bertolaso, e il Salva Rete 4, e il Governo Ombra (e continuarsi a chiedere ma perchèèèèèèèè? è frustrante, in fondo), e l’emergenza sicurezza, e la Sapienza, fascisti sì, fascisti no, fascisti ma dove, comunisti sì, comunisti no, comunisti ma dove.
E invece no. Per una volta no. Per una volta, c’era la variante sul tema. C’era lo scoop. Il Pigneto va a La Repubblica.

Roma, 30 anni dopo

Nuove tensioni politiche in quel di Roma. Il Pigneto è già quasi storia. Mentre stamane Roma è ripiombata in racconti e parole di tanti anni fa.
Scontri in via Cesare De Lollis, davanti all’Università La Sapienza. Scontri? Dati da, ebbene sì, così si è detto e così sono convinti gli stessi protagonisti, tensioni politiche.

Stavamo attaccando i nostri manifesti dopo che per tutta la notte Forza Nuova ha attacco i suoi davanti all’università, e all’improvviso sono arrivati i fascisti. Un nostro compagno è stato accoltellato e altri si sono ritrovati con la testa spaccata

Questa la versione dei Collettivi di sinistra. La rissa, durata una decina di minuti, ha coinvolto una ventina di militanti antifascisti e un gruppo di ragazzi di estrema destra.

Spagna-Italia: e l’immigrazione cruccia

Continua il botta e risposta tra Italia e Spagna. Anzi, tra Spagna e Italia. Continua il

no ma i toni sono soft, no ma non c’è nessuna polmica

Mentre i contenuti vengono prima veicolati, e poi parzialmente ritrattati.

Nuova puntata, da Madrid. Glien’è scappata un’altra. A un altro ministro dell’esecutivo socialista spagnolo. Tale Celestino Corbacho, ha accusato Roma di voler

criminalizzar

l’immigrazione invece di gestirla. Lo riporta El Mundo online citando l’agenzia di stampa Europa press.

Chi è Corbacho? Ma il ministro del Lavoro e dell’Immigrazione spagnolo. Le parole? Il governo di Berlusconi vuole

criminalizzare quanti sono diversi mentre io mi assumo la responsabilità di gestire il fenomeno

Una lezione alla spoagnola direttamente dalla controparte coinvolta.

Italia razzista? Destino clandestino

trigliata spagnola in salsa razzista. La Spagna fa sapere che giudica la politica italiana in materia di immigrazione con una parolina di tutto effetto. Xenofoba.
Xenofobia. Dal greco ξενοφοβία, xenophobia: paura del diverso. Parola composta da ξένος, xenos, estraneo, straniero, insolito e φόβος, phobos, semplicemente paura.
Ad attaccare la politica italiana e le sue recenti scelte è la numero due dell’esecutivo Zapatero, Maria Teresa Fernandez de la Vega. A riportarlo, non certamente un giornaletto di provincia, ma El Mundo.

Berlusconi IV. Tra Di Pietro e la pipì

Una novità. Silvio Berlusconi è il nuovo Premier, ora è ufficiale. Questa mattina il suo Governo ce l’ha fatta anche al Senato a ottenere la fiducia con 173 senatori favorevoli, 137 contrari e due astenuti. In tutto 313 i senatori in aula, ma i voti registrati sono stati solo 312. L’assente eccezionale?
L’ex ministro dell’Interno di Forza Italia, Giuseppe Pisanu. Che, immediatamente, ha chiesto la parola per precisare che la sua assenza era dovuta

ad un fatto puramente accidentale

Pipì? Che tempismo. Ha comunque precisato che, insomma, il suo voto

sarebbe stato favorevole

naturalmente. Quindi si è scusato per l’accaduto. La pipì?

Due sì al IV Governo Berlusconi sono arrivati anche da due senatori a vita: Francesco Cossiga e Giulio Andreotti. Carlo Azeglio Ciampi, invece, uscì. Uscì dall’Aula per non dare alla sua astensione alcuna valenza. Si fece presumibilmente convinto che fare la pipì sarebeb stato meglio. N.P. gli altri senatori a vita: Oscar Luigi Scalfaro, Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina.

Marco Travaglio Parte II

Dei suoi procedimenti penali, e dei risultati degli stessi, potrete leggere qui. Sito non ufficiale.

I fascistelli di destra, di sinistra e di centro che mi attaccano, ancora non hanno detto che cosa c’era di falso in quello che ho detto

Si difende – o meglio, risponde – Marco Travaglio.

Indro Montanelli, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiamò a collaborare al Giornale. Dicendogli:

Gratis, naturalmente. Anzi dovrai versarmi qualcosa tu per l’onore che ti faccio

E lui narra:

Ho fatto l’abusivo al Giornale come vice-corrispondente da Torino dall’87 al ’92. Il corrispondente era Beppe Fossati, bravo e simpatico, ma con poca voglia di lavorare. A volte scrivevo pure i suoi articoli e lui mi dava cinquantamila lire al pezzo.

Le parole con cui il buon Indro Montanelli descriveva Marco Travaglio sono il sunto perfetto di questa recente, torbida faccenda del nuovo lodo Schifani:

No, Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un’arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l’archivio

I trombati. Michela Vittoria Brambilla?

brambilla
Michela Vittoria Brambilla nacque quasi 41 anni fa – se li porta bene, su – in quel di Calolziocorte, nella provincia di Lecco. Wikipedia la definisce, a beneficio dei più:

una imprenditrice e politica italiana, ex-presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio

Ma anche

Erede di una famiglia di industriali dell’acciaio da quattro generazioni, laureata in filosofia all’Università Cattolica

Una filosofa, dunque.

Michela Vittoria Brambilla si è candidata alle elezioni politiche del 2006 con Forza Italia nella VII circoscrizione Veneto 1, senza però risultare eletta. Successivamente nel 2007 si è autonominata presidente dell’Associazione Nazionale Circolo della Libertà

L’autonomina ha un sapore tutto suo. Non dimentichiamo un altro particolare della sua biografia:

Ha precedentemente lavorato come giornalista televisivo per il gruppo Mediaset