Requiem per la Sinistra Arcobaleno

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La Sinistra L’Arcobaleno (ignota, ai più, la ragione di quegli assurdi articoli nel nome di battaglia) è morta. Viva Rifondazione. La Sinistra L’Arcobaleno è durata, sì e no, un mese e mezzo, prima di passare a miglior vita. Un’esistenza breve, ma in qualche modo storica: passerà alle cronache future come la lista, il simbolo, l’idea, il progetto politico che ha catapultato fuori dal Parlamento Italiano la sinistra.
Il grande assente è Faustino. Fausto Bertinotti. Un uomo, una storia, e ben controversa, per alcuni. Alle elezioni primarie del 16 ottobre 2005 per la scelta del candidato premier della coalizione dell’Ulivo alle elezioni politiche del 2006, vinse Prodi, ma Bertinotti arrivò secondo, con la bellezza di ben 631.592 voti, cioè il 14,7% dei consensi. Una campagna elettorale diversa, tra le prime, in Italia, interattive. Era basata sullo slogan Voglio…. Attraverso internet o post-it i cittadini potevano completare lo slogan. Mettendo il complemento oggetto. Cosa volevano dal centrosinistra.
Bertinotti ha abbandonato così.

La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta […] Lascio ruoli di direzione, farò il militante. Un atto di onestà intellettuale impone di riconoscere questa sconfitta come netta, dalle proporzioni impreviste che la rendono anche più ampia

Roma, il Pdl corre da solo

Ci ho probabilmente perso un aperitivo. Ma meglio così. (più o meno)
Il Popolo della Libertà corre da solo. No, non è un errore storico. Non ho messo una l di troppo. E’ la verità. Corre proprio da solo. Qui a Roma. Dove la Lega non c’è. In vista del ballottaggio nella Capitale, e della sfida finale che vedrà Gianni Alemanno confrontarsi con il candidato del Pd Francesco Rutelli. L’ex vice premier.
E Alemanno, insomma, disse:

Dopo aver riflettuto abbiamo deciso di andare da soli, per il ballottaggio non faremo accordi

Parola di Alemanno, nel corso di una conferenza stampa.

Niente barcone con l’Udc, dunque. Strano, io su Casini ci avrei scommesso (in realtà, ci ho scommesso). Andare con il vincitore è pratica politica. Soprattutto alla Pier Ferdi. Probabile che abbia sufficienti assicurazioni del fatto che l’ex miessino nun gliela farà.

Veltroni e la sconfitta

A Sinistra non parlano di sconfitta. Boselli ha parlato di

cedimento strutturale della sinistra italiana

Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.

E’ che negli ambienti, la parola sconfitta è un tantinello dura da pronunciare. Massimo Giannini, su la Repubblica, il 18-04-2008 ha intervistato Uolter.

Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato

Roma al ballottaggio. Rischio capitale sulla scia del nazionale?

Primo chiarimento. Francesco Rutelli ha la rara caratteristica di urtare. Urta negli atteggiamenti, urta per il tono di voce, urta per il bigottismo latitante. Urta nella pacatezza, nella sicurezza ostentata, nel faccino pulito, nel decantare i clamori. La moglie, Barbara Palombelli.
Molte cose ha fatto, Francesco Rutelli, mentre era Ministro dei Beni Culturali. Come, ad esempio, far fallire (o non riuscire a far riprendere, perchè la colpa, come sempre nei lunghi processi, non è di una singola unità o di un singolo colore), per la modica cifra di 45 milioni di euro, il portale italia.it.
Comunque, insomma, la faccenda è lontana nel tempo, e ben altre beghe avanzano. Rutelli, nella sua riconquista della Capitale, dopo che Uolter si è dato alla lotta a Berlusconi, è fermo al 45 per cento. Alemanno al 40 per cento. Insomma, gli tocca il ballottaggio. A lui, che pensava di portare a casa il bottino a primo colpo.

Prodi: io non c’entro

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In questi ultimi due anni gliene abbiamo dette di tutti i colori. Non che nei precedenti dieci ci fossimo risparmiati, però dalla sua ultima ascesa a Palazzo Chigi l’Italia con quest’uomo è stata a tratti crudele. Tra un Mortadella e un Prodino, gli italiani si sono potuti sbizzarrire al tiro al piccione senza che mai nessuno prendesse sue difese.
Capisco la responsabilità che sta in capo a chi governa, ma davvero si è esagerato. E Prodi ha detto basta.
All’indomani della disfatta elettorale – ma la lettera a Veltroni risale a domenica, prima che si conoscesse l’esito e l’entità della sconfitta – l’ex premier passa la mano. I maligni hanno commentato che lo avrebbe dovuto fare prima.

Ho preso una decisione molto chiara, molto semplice, molto ferma e molto coerente: non mi sono presentato alle elezioni perchè ritenevo e ritengo sia necessaria una nuova leva, un nuovo gruppo dirigente per portare avanti la crescita ed il rafforzamento del Pd

La nuova leva. La crescita del PD. Alla luce del risultato elettorale direi anche un ripensamento. Sì perchè la sensazione è che se cambiamento repentino c’è stato all’interno del parlamento – con il brusco assestamento a 4/5 partiti rappresentati – come minimo ancora non è stato completato. Sembra quasi che il rompete le righe in cui si era dissolto il bipolarismo “rametto o bandierina” avesse il solo scopo di fare capire ai nanetti che è impossibile per loro andare da soli.

Berlusconi-Bossi, come andrà a finire?

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Ci saranno misure impopolari

Che, insomma, si pone sulla falsariga dell’altrettanto simpatico Verranno tempi duri. Non gli si potrà certo dire che non ci aveva avvisato… Silvio Berlusconi, al termine del vertice con i leader di Pdl, Lega e Mpa a Palazzo Grazioli parlò così.

Silvio è forte. Molto forte. Ha una maggioranza schiacciante, su ambo i Rami del Parlamento. I nuovi miracoli li può tenere lì, come una promessa non necessariamente da mantenere. E di nuovo si potrà ricordare che, anche in campagna elettorale, lui l’aveva detto.

riforme necessarie che avranno anche contenuti di impopolarità

Quindi zacchete sui

privilegi e dalle spese nella pubblica amministrazione

E la Lega. La Lega e la sua grande forza, donatale dal popolo sovrano.

E il Messia (Berlusconi) disse: Verranno tempi duri

Pensare che l’attacco del video è meglio dei Radiohead nel loro periodo migliore. Avevo visto una vignetta, in questi giorni. Di Altan.

Berlusconi dice che verranno tempi duri

Risposta

E se lo dice lui…

Verranno tempi duri, ci ripete anche oggi. Sono già tempi duri. E il Messia mette le mani avanti.

Alcune considerazioni sulla terza Repubblica

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Il risultato del voto politico di domenica e lunedì non ha semplicemente, come segnalato da più parti, sancito il ritorno al potere dell’immarcescibile Cavaliere. L’esito del voto ha scatenato un vero e proprio cataclisma politico.
Innanzitutto ha segnato il definitivo superamento della II Repubblica e del suo bipolarismo di cartapesta, inaugurato quindici anni fa e raramente dimostratosi all’altezza della situazione. Una situazione anomala, a cui si era tentato di rimediare con il referendum maggioritario del ’93, per ridurre la frammentazione di partiti, e che ha invece prodotto l’effetto contrario, trasformando le due coalizioni in veri e propri cartelli elettorali.
Contenitori di consenso incapaci di trovare una sintesi programmatica al loro interno, incapaci di fare “reggere” i governi degli ultimi anni, incapaci di rispondere alle esigenze dell’elettorato che li ha sistematicamente bocciati. In una parola, incapaci.

Lega sitter? Ecco il Berlusconi III

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Come Napoleone. Il Berlusconi III è arrivato. Da subito, è proprio lui.

Mamma quanta gente, sembra quasi che abbiamo vinto le elezioni…

In ritardo, il Berlusconi III si scusa:

Ma sapete com’è, da stamani non faccio che ricevere gradite telefonate dai massimi leader europei e internazionali

L’hanno chiamato in tanti. Willfred Martens, leader del Ppe. Hans Gert Poettering, (nome da Pollyanna, invece no), il Presidente del Parlamento Europeo. E lui, il belloccio, il marito di Carlà Brunì. Pardon, Sarkozy. Poi il Re, Juan Carlos. Gordon Brown. Angela Merkel. E gli amici, dove li mettete gli amici:

e poi ovviamente Bush e Putin che giovedì sera sarà qui a cena

Torna il Pentapartito. E la Sinistra è extraparlamentare

Pentapartito è l’espressione usata per definire la coalizione di governo in Italia dal 1980 fino al 1992: il governo si sosteneva mediante l’appoggio di cinque partiti politici: la DC, il PSI, il PSDI, il PRI e il PLI. L’attuale quadro delle forze politiche, uscito dallo spoglio impetoso delle schede di Camera e Senato, un parallelismo con quei tempi lontani ce l’ha.
Le cinque forze si chiamano Forza Italia-Alleanza Nazionale (ormai le differenze sfumano), Lega Nord, Pd, Italia dei Valori e Udc. Fausto Bertinotti sembrava disperato, poi ha assunto un aspetto più dignitoso. Ma la realtà è una e una sola. La Sinistra L’Arcobaleno è fuori. Il quadro, Lega a parte – ma la Lega parla alla pancia, non ad altro. Alla pancia del Nord – è quello di un grande, enorme centro. Il voto utile, quel che l’è, ha stravinto. Un po’, in fondo, è strano.

Ho telefonato al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e gli ho fatto gli auguri, come usa nelle democrazie occidentali

Mai caduto in contraddizione nel non nominarlo – orticaria spontanea, chissà – ora non può che saltare agli occhi, anzi, alle orecchie: lo evoca, nome e cognome, per la prima volta. Perchè, con una coerenza intoccata, per tutta la campagna elettorale, deliberatamente, quel nome non l’ha pronunciato.

La terza giovinezza di Re Silvio

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Già dagli exit poll del primissimo pomeriggio – poi rivelatisi a dir poco generosi nei confronti del neonato piddì – due erano i dati che poi, confermati dallo spoglio effettivo dei voti, davano la dimensione del cataclisma elettorale abbattutosi sul paese.
E non mi riferisco al SI’ – pur chiaro – espresso dagli elettori nei confronti del Cavaliere. Non mi riferisco, ancora, all’incredibile exploit della Lega lombarda, che ha dimostrato di avercelo ancora durissimo nonostante l’età e gli acciacchi. Penso ai comunisti.

Voto estero, che casino

Intercettazioni. Sempre loro. A volte ritornano.

Ciao Marcello, sono Aldo, Aldo Micciché. Posso darti una mano qui in Sudamerica?

Le conversazioni risalgono – pare siano in tutto non più di tre – a gennaio e febbraio.

L’ombra dei brogli.

Posso darti una mano

Coinvolti nella faccenda, nella quale nulla è certo ma che pulita non sembra, ci sono alcuni personaggi che fanno rifleettere.

Berlusconi, le cosmicomiche. In diretta dall’estero

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Oggi sabato di silenzio elettorale. Perchè domani, domenica del Signore e di votazioni, la parola passerà al Popolo Sovrano. Impossibile dire con certezza cosa deciderà di farne, di questa preziosa parola. Paura, sussurri e grida serpeggiano.
Nel mentre, strascichi di vita di campagna elettorale che fu, continuano per sollazzarci in questo sabato italiano. Follie varie, come di consueto. Un esempio: il caso Pupone. Totti arriva fino a Londra. E’ dal Regno Unito che arrivano, oggi, in un giorno di silenzio necessario, le critiche. E la critiche dall’esterno arrivano in direzione Silvio Berlusconi. Critica pesante che arriva dalle pagine del Times.

Con la vittoria alla sua portata alle elezioni di domani, Berlusconi ha commesso un errore potenzialmente disastroso attaccando Francesco Totti durante il comizio al Colosseo

Cogito ergo sum. Ovvero: Meno male che Silvio c’è ERGO I’m PD

Siamo arrivati al dunque. Quello di domani sarà un sabato quasi tranquillo. La quiete prima della tempesta. E non solo per i so calle operatori dell’informazione, che passeranno i periodici tre giorni più brutti della loro vita. Ma per tutti. Cosa succederà? Di sondaggi ne sono stati sparati fin troppi nell’etere.
Volevamo ricordarli così. Tra un I’m PD a un Meno male che Silvio c’è.