PDL e Lega uniti per la par condicio nei talk show

Foto: Ap/LaPresse

Talk Show ancora in pericolo. Come di consueto, in concomitanza con elezioni, referendum e quant’altro riguarda il mondo politico e le elezioni, i programmi della televisione pubblica, si trasformano in tribune politiche, dove esponenti delle diverse fazioni possono mostrare la loro idea in merito alle votazioni. Anche questa volta, però, non sono mancate le polemiche in merito alla par condicio, un argomento di cui sentiremo parlare abbondantemente nei prossimi giorni, non mancano però già le prime polemiche.

PDL e Lega stanno partendo all’affondo contro i programmi come Annozero con Michele Santoro e Ballarò con Giovanni Floris. In merito a quanto dichiarato da Lega e PDL, secondo le quali, i programmi come quelli citati poco sopra, sono a tutti gli effetti tribune elettorali e quindi andrebbero incontro alla legge sulla par condicio, lo stesso Floris ha dichiarato:

Il PDL: “par condicio” ,alternare i conduttori.L’ Antitrust blocca gli incroci giornali-tv.

Alessio Butti,del PDL, ha presentato in Commissione di vigilanza RAI un atto di indirizzo sul pluralismo che propone, fra l’ altro, di alternare, di settimana in settimana, conduttori di talk show “con diversa formazione culturale”, da far andare in onda in prima serata. Per Butti, l’ occupare sistematicamente le serate di martedì e giovedì ( quando vanno in onda, rispettivamente, “Ballarò” e “Annozero”,) ” E’ diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori“, e per questo chiede che “La RAI valuti l’ opportunità di sperimentare l’ apertura di altri spazi informativi e\o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale”. La bozza presentata dal PDL, comunque, rimane per ora  a livello di proposta, senza valore cogente, come si legge proprio nel testo, dove è scritto: “La Rai valuti l’ opportunità di sperimentare” tale modalità.
Duro il commento di Michele Santoro, conduttore di Annozero, una delle trasmissioni “nel mirino” , che ha dichiarato: “Siamo al  Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti”. Nella sede RAI di via Teulada sono state recapitate oggi una busta con 4 proiettili e una lettera di minaccie per Santoro, Gomez, Travaglio e Barbacetto; sull’ episodio indaga la Digos.

Assai critico, per quel che riguarda le reazioni politiche, anche il leader dell’ IDV Antonio Di Pietro, che ha affermato: “Siamo alle purghe dei peggiori regimi.” e ha assicurato: “L’ Italia dei Valorì farà le barricate fuori e dentro le Camere.”
Anche per il vicepresidente della Commissione di vigilanza RAI Giorgio Merlo, del PD,La bozza del senatore Butti non è condivisibile, poichè, ha spiegato, l’ atto di indirizzo sul pluralismo non dovrebbe diventare “una clava per colpire qualcuno”.
Dall’ UDC, Enzo Carra e Roberto Rao, segretario e capogruppo in commissione di vigilanza RAI, hanno ricordato, in una nota congiunta, di aver già presentato “un lungo documento con tutti gli elementi di critica rispetto al testo di Butti”, ma, aggiungono, “Ci sono stati dei cambiamenti, ma largamente insufficienti”. Per Flavia Perina. di Futuro e Libertà, tale proposta andrebbe estesa anche al TG ! di Minzolini e a “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
L’ Antitrust, invece, si è pronunciata sulla norma, presente nel decreto Milleproroghe, riguardante gli incroci proprietari fra stampa e tv, e, in una segnalazione inviata al premier Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, ha definito “inopportuno” che sia il presidente del Consiglio, che è anche il proprietario del più grande impero televisivo italiano, ad avere il potere di prorogare o meno il divieto di incroci proprietari stampa-tv oltre il 31 marzo 2011.

Raiperunanotte: streaming in diretta

Da questo post potete seguire in diretta dal Paladozza di Bologna lo streaming di Raiperunanotte, lo show di Michele Santoro patrocinato da FNSI e Usigrai che va in onda su Current TV (canale 130 di Sky) e su molti siti internet senza censura e senza par condicio. Cliccate sulle freccette a destra in basso per vedere a schermo intero.

Stop ai talk show, protesta domani di fronte alla Rai

floris

Oggi lo sciopero degli immigrati, sabato il popolo viola di nuovo in piazza. E veniamo da mesi di proteste dei lavoratori (Ispra, Alcoa, Fiat, Merloni, ex-Eutelia, Italtel e moltre altre realtà dimenticare). Il Paese si muove, prova a farsi sentire. Oggi è ufficiale lo stop ai talk show data la par condicio in tempi di campagna elettorale.

Ma Michele Santoro si ribella e dice che andrà in onda (o almeno ci proverà) ugualmente con Annozero. E domani, martedì 2 Marzo, a partire dalle ore 20.00, presidio sotto la sede RAI di Via Teulada 66 a Roma. Davanti agli studi da cui sarebbe dovuto andare in onda Ballarò, la Federazione Nazionale della Stampa italiana chiama tutti i cittadini a protestare contro la decisione di fermare i programmi d’informazione (Annozero, Ballarò, Porta a Porta e L’Ultima Parola) in campagna elettorale.

Tg1, editoriale di Minzolini su Bertolaso

Credevate forse che non avremmo postato qui per voi l’ultimo editoriale del direttore del Tg1 (delle 20) Augusto Minzolini? Eccolo qui sopra. Dice Minzolini:

Le intercettazioni sono strumenti di indagine, non sono prove, e lo sanno bene anche i magistrati. Al telefono si usa un linguaggio diverso rispetto a quello che si userebbe davanti a un pubblico ufficiale, ma non si può condannare una persona per un aggettivo se non c’è una prova

Altra questione la condanna mediatica, dice il direttore del Tg1:

E il condannato mediatico, se pure dimostra la sua innocenza davanti a un tribunale, la sua pena la sconta già davanti alla società. Cosa che può accadere anche a Bertolaso

Quanto sta emergendo in questi giorni derviderebbe il suo tempimo, secondo Minzolini, perché

siamo in campagna elettorale e puntualmente le inchieste giudiziarie sostituiscono la campagna elettorale: è successo l’anno scorso con la vicenda delle escort, mentre quest’anno il primo giorno della par condicio siamo stati sommersi dalla pubblicazione di un mare di intercettazioni. Tutto finirà il giorno dopo il voto, ma intanto l’intero Paese subirà un altro colpo

Buona visione.

Annozero, Santoro scrive a Masi

travaglio_annozero

Annozero scrive oggi ai suoi e commenta quanto “esploso” il 9 febbraio scorso, quando la Commissione parlamentare di Vigilanza RAI ha approvato un regolamento che, nell’ultimo mese di campagna elettorale, di fatto impedisce alla nostra trasmissione di andare nella sua forma consueta.

Spiegano: Nei 30 giorni prima del voto infatti potranno andare in onda solo le tribune regolamentate dalle norme della comunicazione politica, se Annozero vorrà continuare la sua programmazione, dovrà sottostare alle direttive che regolamentano questo tipo di trasmissioni.

Per capire la posizione di Michele Santoro, dopo il salto il testo della lettera che il conduttore ha mandato al Direttore generale della Rai Mauro Masi, chiedendo di andare in onda senza politici. Qui invece potete trovare la nota dell’avvocato Paola Rizzo scritta per Annozero sul Regolamento della Commissione.

Par Condicio Rai, è rivolta

annozero

La notizia la sapete già (dovreste essere sulla Luna per non averla sentita anche solo per sbaglio). Per inciso, è stata data ieri dalle agenzie, e Floris l’ha letta al termine di Ballarò. Concita De Gregorio era inorridita.

Insomma, fatto sta che la commissione di vigilanza della Rai, su proposta radicale, ha deciso quanto segue. Ovvero che dal 28 febbraio al 28 marzo, cioè fino alle elezioni amministrative, non potranno andare in onda le più popolari trasmissioni di approfondimento e informazione targate Mamma Rai. Quelle Mediaset sì: d’altro canto si tratta di una decisione della tv pubblica, appunto. Si usa solo il termine “sospensione”, ma non è corretto. Potranno andare in onda: non nel solito format, ma solo (se vogliono) con il format della tribuna politica. E dunque probabilmente salteranno.

Rai e par condicio

Da –IL VELINO SERA–Agenzia di Stampa Quotidiana Nazionale

Europee: se la Rai stende il red carpet alla propaganda

Roma, 26 MAG (Velino) – Gli italiani vanno alle urne il 6 e 7 giugno per eleggere i 72 eurodeputati che per cinque anni faranno la spola tra Strasburgo e Bruxelles. E per la Rai – a partire da mercoledi’ 27 maggio – sara’ tempo di “Interviste” e “Conferenze stampa”. Due format – a cura della Rai Parlamento diretta da Giuliana Del Bufalo – che daranno spazio a ben 15 liste nazionali individuate dalla commissione di Vigilanza. E due format parecchio noiosi, vincolati all’inverosimile da San Macuto e dalla “par condicio”, e che – causa lo share rasoterra – saranno un vero e proprio incubo per i palinsesti.

Governo, troppo spazio nei Tg per l’Agcom

Vi ricordate della Par condicio? Eh, sì, avete ben ragione. Che d’è sta par condicio. E’ passata di moda, non è più momento, insomma, per caso siam di nuovo in campagna elettorale???
Moda o non moda, il fine teorico della Legge 28 del 22 febbraio 2000 è quello, come si diceva, di ribadire ed estendere il principio di pari opportunità: tutti i soggetti politici devono avere le stesse possibilità di accedere e comunicare le proprie posizioni, i programmi e i contenuti. Questo, indipendentemente dal loro peso elettorale, perché l’idea di base è quella di garantire all’elettore le informazioni rilevanti per compiere una scelta consapevole.
Ed eccoci arrivare ai nostri giorni, alle beghe quotidiane: il governo domina la scena nell’informazione dei nostri telegiornali. Sai che novità, direte voi.

Legge 28 del 22 febbraio 2000, ovvero la Par Condicio

Sia chiaro, il video è per sdrammatizzare: L’università di Vip World City è incaricata di effettuare dei test per la sperimentazione di nuove forme di Par Condicio.
Politica Live, invece, oggi vi spiega, in Istruzioni per l’uso, lo spauracchio della campagna elettorale mediatica. La cosiddetta Par Condicio. Tradotta in norma, la par condicio è regolata dalla Legge 22 Febbraio 2000, n. 28: Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 22 febbraio 2000.

Pensioni, sondaggi, duelli tv. Berlusconi-Veltroni, guerra aperta

porta a porta
E’ scontro. A questo punto, a dirla tutta, è scontro un po’ su tutto. E’ cominciata una settimana fa la lotta sulle pensioni, tema caldo e difficile, nonché naturalmente sentito da presenti e futuri. E’ stato condito con l’esplosione del problema del duello tv e della par condicio. Mai è terminato o si è placato quello sui sondaggi,. così cari al Silvio nazionale.
Scontro sulle pensioni, sui benedetti programmi, soprattutto TV, la madre di tutte le polemiche, perchè no. Silvio Berlusconi e Walter Veltroni sono sul piede di guerra. L’uno dice all’altro di essere inaffidabile. L’altro dice all’uno di contare balle.
E quella che tanto sembrerebbe una provocazione. Walter che dà forfait a una puntata di Porta a Porta e la Rai costretta, per la par condicio, sempre lei, ad annullare anche l’invito all’uomo di Arcore.

Compra il mio voto, Walter

Pasqua
La Pasqua è giunta e passata. La Pasquetta sta scorrendo via. Le elezioni stanno avanzando e si stanno appriopinquando con velocità inaspettata. Assai strana questa tregua. Meno male che c’è stata.
La ricarica prima del rush finale, in qualche modo, può essere ritornata utile a tutte le parti coinvolte. In tutto questo rumore, un attimo di silenzio non è stato sgradito ai più. Soprattutto agli elettori, probabilmente. Cui ancora va stretto questo ruolo assunto in troppo poco tempo e senza una reale scelta proattiva.
Il silenziatore su Alitalia, forse, è l’aspetto più gradito. Certo, è solo una pausa. Un attimo di respiro prima della battaglia decisiva.

Più Par Condicio per tutti. Anzi no, aboliamola. Questione di Fede

griffin
L’Italia è assai bizzarra. Lui ha già fatto sapere – e non è una novità – che la prima cosa che farà – e la farà, potete esserne certi – sarà abolire quella normativa probabilmente a lui inspiegabile nota ai più come par condicio.
Sarà quell’aggettivo. PAR. Un certo fastidio nell’ascoltarlo, leggerlo, vederlo, non parliamo poi del seguirlo. Ora se ne esce anche quell’altra strana istituzione del… Come la chiamano…? Autorità… Che fastidio. Garante. Peggio che mai. Delle Comunicazioni. dell’Agcom, sì, la chiamano così.
Un richiamo dall’alto. Più par condicio. Più equilibrio in tv tra le forze politiche. Questa la nuova richiesta – bizzarra, ne converrete – è contenuta appunto, nell’atto di richiamo rivolto dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. Il bello è che l’Agcom sgrida tutti. Sia la Rai che le tv private.

Dalla Russia con amore. Vostro Medvedev

Russia
Il titolo, in realtà, poteva anche essere: Elezioni? No, grazie, non fumo. Oppure: campagna elettorale? E perchè? Diciamolo: quest’uomo fa e ha fatto l’invidia dei potenti e dei politici del mondo. Almeno un paio, in Italia, ad esempio, lo stanno invidiando oggettivamente.
Qui, insomma, ci si sbatte tanto per una manciata di voti in più. E comizia, e gira in pullman, e fai il gazebo, e fai la conferenza stampa, e presenta il programma, e inventati dei nomi originali per i punti del programma. Missioni, punti-polari, punti semplici, titoli, mozioni, elenchi, chi più ne ha più si sbizzarrisca. Pure fantasia ci vuole. E poi componi i candidati, componi gli alleati, ma non li chiamare alleati, armonizza, fai scoppiare coppie, crea strategie, cerca i giovani e candidali, tieni a bada Bossi e Fini. Un lavoro difficile. L’invidia è quasi spontanea. Perchè lui, per essere eletto. Lui, per essere, pardon, per essere designato.