World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 17 giugno 2008

Ore 01:12. Il grande giorno è finalmente giunto. Per un paio di ore, come due anni fa, l’Italia intera di destra e sinistra sarà unita in un unico scopo, tifare gli azzurri. Una squadra e uno spirito quello della Nazionale che ci fa riscoprire la bellezza di essere italiani. Tutto questo mentre il nostro premier rincorre, e chissà per quale motivo, i pm di sinistra e mentre le conseguenze dell’incontro Bush – Brown inizio a farsi sentire.

Salva-Premier, a volte ritornano. Il Lodo Schifani Redux

Il Quirinale è preoccupato. Il Colle emana e propaga nell’aria di Roma inquietudine. Il Consiglio Superiore della Magistratura, nella persona del suo vicepresidente, Nicola Mancino, pure. Ma si sa, il Csm troppo spesso si è posto nella condizione di essere e poter essere criticato.
Pochi cittadini lo sanno e lo tengono presente nella quotidianità: c’è un processo, il processo Mills, in cui Silvio Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari. In cui rischia, si è detto in passato, di essere condannato.
Il futuro: oggi un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che

non destino grave allarme sociale

per i reati commessi fino al 2001. Esattamente il lasso di tempo necessario per i fatti del Processo Mills.

L’inchiesta che ha portato al processo Mills, condotta dai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, sostiene che Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari all’avvocato Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone, le informazioni in suo possesso sulle società estere, che la procura ritiene la «tesoreria occulta» del gruppo

Lecce, omicidio e coltellate

Lecce è una città bene. Un paesotto-città: mentalità grande paese dell’entroterra, a volte, dimensioni cittadine. Lecce è bella, pulita – in alcune zone – ma soprattutto ripulita. Ripulita nell’anima e nell’aspetto. Lecce è la nuova borghesia, i Mastro Don Gesualdo, i nobili che ancora sottolineano le loro origini, il Circolo Cittadino, lo shopping a Piazza Mazzini. Lecce è gruppi di ragazzi da pseudo-centro-sociale, cani al seguito, dred in testa, quanto ci sia di rivolta o denuncia non sta a me dirlo. Non se ne occupano neppure loro. Lecce mi ha accolta nella mia adolescenza.
Lecce è tranquilla, non accade mai nulla, o quasi, di criminoso. O meglio, quello che accade non lo vedi, difficilmente lo senti, è ovattato.
L’assassino, a Ugento – che non è esattamente Lecce, distando quei 60 chilometri verso sud – lo aspettava sotto casa nel cuore della notte.

Limitare le intercettazioni telefoniche. Cui prodest?

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Ieri mattina uscendo di casa la mia attenzione, benchè ancora intorpidita dal sonno, è stata rapita da un particolare inedito per l’androne dello stabile in cui vivo attualmente. Sotto le cassette della posta, una pila di quotidiani caldi di stampa. Una cinquantina di copie del quotidiano nazionale Il Tempo giacevano lì per i condomini. Duecento metri risparmiati, passo più passo meno, per sapere cosa succede intorno a noi. Il fascino della copia cortesia – leggasi omaggio – fa il resto e se qualcuno tra i miei condomini ha avuto la tentazione di prendere quella copia e poco tempo per informarsi, beh il gioco è fatto.
Il gioco di cui parlo si chiama disinformazione. Il quotidiano romano in questione – liberissimo di dire ciò che vuole naturalmente – titola come raffigurato dall’immagine qui sopra. Vogliono continuare a spiarci. La comunicazione politica, si sa, ha le sue regole ma su questioni tanto delicate occorrerebbe a mio avviso maggiore cautela. Ma soprattutto sarebbe necessaria più chiarezza. La polemica forse è strumentale – come alcuni esponenti della stessa maggioranza hanno lasciato intendere sostenendo che la decisione in materia verrà presa dal parlamento – ma dà la possibilità di porsi alcune domande.
Negli ultimi due anni numerose sono state le pubblicazioni che i giornali hanno messo a disposizione dei lettori, delle intercettazioni telefoniche che avevano per protagonisti personaggi del mondo della televisione, della finanza, della politica. La non rilevanza penale fu la clava per demolire – politicamente parlando – la pubblicazione delle intercettazioni sui giornali per questioni di privacy. Era l’epoca del Prodi II, ed in piena bufera Why not pensammo di avere toccato il fondo. Ci sbagliavamo.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 09 giugno 2008

Ore 01:09. L’eco dell’abbandono di Hillary Clinton dalle primarie democratiche si fa ancora sentire in alcuni paesi del vecchio continente, ma come spesso è usanza la domenica, ma ancor più in particolare nel weekend, l’attività politica tende spesso a stabilizzarsi e a concentrarsi sui piccoli problemi nazionali che ogni stato possiede. Poche le notizie riprese da tutti i quotidini a parte le vicende sportive di Euro 2008, ma quello è un altro discorso (ma a tal proposito un bel FORZA ITALIA per questa sera non me lo toglie nessuno). Tutto questo mentre il caro-petrolio impazza in tutta Europa quasi fosse una nuova malattia…

Piazza del Dissenso. E dissenso sia

Notizia da Articolo 21 Liberi di. Furio Colombo, del Partito Democratico, Giuseppe Giulietti, Italia dei Valori, e Francesco Pancho Pardi, sempre Italia dei Valori.
I tre, in fondo, devono aver capito l’inghippo di massa che sta alla fonte del fenomeno Beppe Grillo. Il Pancho è bello agguerrito. Faccia decisamente gioconda. Giuseppe Giulietti è stato capo del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) prima di Giorgio Balzoni, Roberto Natale e Carlo Verna. Mettono su Piazza del Dissenso.

Sapienza, la verità non si arresta!

Si riceve e si pubblica comunicazione inoltrata via mail alle maggiori testate da Rete per l’’autoformazione Sapienza, Roma.

Sono ore convulse, dove poco è il tempo per scrivere, ma molto è il tempo che serve per raccontare.
Per raccontare in primo luogo la verità sui fatti accaduti la mattina di ieri (meercoledì 27, ndr), la verità sulla violenza
subita, la verità sociale e politica che continua a tenere lontani neofascisti e squadristi
dall’università la Sapienza

Nostra Signora di Confindustria

Tutti noi siamo chiamati a una grande sfida. C’è uno scenario nuovo e irripetibile. Abbiamo la possibilità di far rinascere il Paese

Parola di Nostra Signora di Confindustria, oggi ufficialmente insediatasi dove di dovere. Anche la Signora ha avuto modo di dire che

l’Italia non è un paese per giovani

A me come ai miei coetanei e non solo viene, in effetti, in mente di espatriare almeno una volta al giorno. ALMENO.

Chi è l’Emma? Accento del Settentrione. 43 anni, sposata e madre di una bimba. La sua azienda è specializzata nell’acciaio. Nostra Signora dell’acciaio, di acciaio avrà le palle. Ed è stata eletta con tanto di plebiscito – solo due voti contrari – alla guida di chi veramente comanda, in Italia. Prima donna alla Presidenza di Confindustria, è stata la Primadonna alla Presidenza dei Giovani di Confindustria nel ’96. Una vera e propria chiamata alle armi, nel suo discorso, per imprenditori, politici e anche sindacati.

Berlusconi IV. Tra Di Pietro e la pipì

Una novità. Silvio Berlusconi è il nuovo Premier, ora è ufficiale. Questa mattina il suo Governo ce l’ha fatta anche al Senato a ottenere la fiducia con 173 senatori favorevoli, 137 contrari e due astenuti. In tutto 313 i senatori in aula, ma i voti registrati sono stati solo 312. L’assente eccezionale?
L’ex ministro dell’Interno di Forza Italia, Giuseppe Pisanu. Che, immediatamente, ha chiesto la parola per precisare che la sua assenza era dovuta

ad un fatto puramente accidentale

Pipì? Che tempismo. Ha comunque precisato che, insomma, il suo voto

sarebbe stato favorevole

naturalmente. Quindi si è scusato per l’accaduto. La pipì?

Due sì al IV Governo Berlusconi sono arrivati anche da due senatori a vita: Francesco Cossiga e Giulio Andreotti. Carlo Azeglio Ciampi, invece, uscì. Uscì dall’Aula per non dare alla sua astensione alcuna valenza. Si fece presumibilmente convinto che fare la pipì sarebeb stato meglio. N.P. gli altri senatori a vita: Oscar Luigi Scalfaro, Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina.

Il nano è tratto. E dice che ora non ha più scuse

nano
Il manifesto titola Il nano è tratto. Come di consueto, giocano con le parole. Il nano, adesso, si fa grave, mentre esce dall’in pectore.

Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra. Se non faremo, saremo travolti

L’idillio, chissà. Chi può dirlo. Chi lo sa. Come si pone, oggi, l’italiano medio, di fronte a quel che l’è. Il nuovo Governo. La nuova direzione.

La popolarità è faccenda strana. Viene e va. Chiedetelo a Sarkozy. Viene e precipita, è fascinosa e bizzarra faccenda.
Il Silvio saggio.

Questo non può essere il governo del “sole in tasca”, ma quello dei “piedi per terra”

Ricordando al mondo che

La situazione del Paese è difficile, non c’è spazio per i facili ottimismi

E’ da quando ha vinto che mette le mani avanti.

Berlusconi’s team

Consultiamoci. Riparliamone, quindi consultiamoci.
Sono ripartite, durante la mattinata, le consultazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la formazione del nuovo governo al Quirinale.
Alleanza Nazionale un po’ di malumori ne ha. Ma Matteoli assicura che ogni problema verrà risolto in giornata. La prima delegatio a salir sul Col fu l’Udc. Poi Iddivvù, Lega Nord, Piddì, e Piddielle. Napolitano concluderà in gloria con i presidenti emeriti della Repubblica Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Nel pomeriggio, in tempo in tempo per il tè. In serata dovrebbe esserci il conferimento dell’incarico. Il parto plurigemellare, l’italico Godot.

Waiting for Godot

Berlusconi e Napolitano a colloquio. Poi le consultazioni. Ma arriva Calderoli:

La Lega avrà due ministeri con portafoglio, due senza e un viceministro

E’ più il rumore, che altro. In questa attesa, che sembra infinita, di conoscere i nomi che popoleranno le nostre menti da qui a… Cinque anni. Tutti e cinque. Attesa breve, eppure che non sembra potere avere fine. E di cosa? Sempre minore è il tempo per formare il benedetto esecutivo. L’in pectore, Silvio, insomma, è ottimista assai:

Sta andando tutto bene

Silvio, la mattinata se l’è passata sul Colle, per ben 50 minuti (questo cronometrare ha dell’assurdo). Face to face, vis à vis con Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio, invece, è iniziata la prima giornata di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Giuramento venerdì, si dice.

Gianfranco Fini, nuovo Presidente della Camera

Dopo il comunista, l’ex comunista, ecco l’ex fascista.

Come i miei predecessori Violante e Bertinotti sono anch’io un uomo di parte, fortemente convinto della bontà dei valori che hanno ispirato il mio impegno politico, ma in questo importante incarico istituzionale mi impegnerò per il rigoroso rispetto della parità dei diritti di tutti i parlamentari

C’erano una volta due politici. Forse gli ultimi due politici di razza che l’Italia abbia avuto. Un destino parallelo, questo quanto ho sempre visto in loro. Un declino quasi contemporaneo, dalle ideologie alle istituzioni. Oggi il leader di An è il primo esponente della destra postfascista a ricoprire la terza carica dello Stato.