Perquisita la casa di Gianluca Cassieri. Misteri sull’hard disk del suo computer

Perquisita la casa di Gianluca Cassieri a Roma. Mistero sull'hard disk

Continuano le indagini per cercare di ricostruire la vita di Gianluca Casseri, il killer che ieri ha ucciso due senegalesi a Firenze e ne ha feriti altri tre per poi togliersi la vita. Gli investigatori stanno effettuando diverse perquisizioni in queste ore, quella, ovviamente, più accurata viene svolta nell’abitazione di Cassieri a Firenze una piccola casa vicino a piazza Dalmazia dove si è sfogata la sua furia omicida nel pomeriggio di ieri.

C’è un giallo, però, che avvolge queste prime indagini, la scomparsa dell’hard disk di Cassieri. L’hard disk del computer di casa, non è stato trovato. Alla luce di questa nuova scoperta gli investigatori non pensa più che si sia trattato di un raptus di follia dell’uomo, ma più possibilmente di una resa dei conti o di un’ideologia contorta ed omicida che viveva nell’uomo.

Foto omicidio di Carpi

Foto: Ap/LaPresse

Alla base di questo nuovo efferato omicidio, ci sarebbe la gelosia. Un uomo di 41 anni ha ucciso la moglie di 45 anni, con ben 5 coltellate. Al momento dell’omicidio, nella casa era anche presente la figlia di nove anni. La piccola, durante il gesto di follia estrema del padre dormiva, non si è accorda di nulla. Il tutto è avvenuto intorno alle 6:30 di ieri mattina nell’abitazione dei due, a Carpi, nel modenese.

Sul posto è intervenuto il sostituto procuratore Marco Niccolini. Le forze dell’ordine intervenuti sul posto, hanno portato via la bambina che è stata temporaneamente affidata ai nonni.

Foto omicidio via Amleto Palermi

Foto: Ap/LaPresse

Intorno alle 16.30 di ieri, un uomo di 38 anni è stato accoltellato nei pressi di Via delle Vigne Nuove a Roma, più precisamente in via Amleto Palermi. Seconda una prima ricostruzione degli uomini del 113 di zona, l’uomo sarebbe stato accoltellato per un debito di 10 euro che aveva con il suo assassino. L’uomo aveva dei problemi psichici e durante il trasporto in ospedale è morto in ambulanza.

L’assassino è stato subito fermato dagli uomini delle forze dell’ordine, che dopo aver ricevuto la chiamata dello stesso, forze pentito per il gesto, lo hanno rintracciato ed arrestato. Il tutto sarebbe nato dentro l’appartamento dell’assassino, dove prima i due hanno avuto una colluttazione riportando delle ferite sul corpo. L’assassino successivamente, avrebbe rincorso  per strada l’uomo a cui ha inferto alcune coltellate sulla schiena, al costato, al collo e alla mandibola.

Thilandia, ucciso un italiano

Il corpo di un italiano, proprietario di un ristorante sull’isola PhiPhi, in Thailandia, è stato ritrovato questa mattina dalle forze dell’ordine del posto. Luciano Butti, questo è il nome dell’uomo, sarebbe stato ucciso con 4 colpi d’arma da fuoco a Phuket, una delle mete thailandesi più amate dagli italiani. La polizia ha trovato il corpo a circa 200 metri dall’entrata della cascata di Bang Pae.

L’uomo poche ore prima aveva noleggiato una motocicletta che è stata ritrovata vicino al suo corpo, e proprio grazie a questo particolare è stato possibile risalire all’identità dell’uomo. Butti, aveva 60 anni, ed era uno dei sopravvissuti allo tsunami dello scorso dicembre 2004.

Uccide anziana a Ravenna, fermata la badante

Foto: Ap/LaPresse

Una donna anziana di 88 anni, sarebbe stata uccisa dalla propria badante con dei colpi sferrati da un arma contundente, si pensa ad un coltello. Almeno due di questi colpi, sono stati inferti nella gola della donna, la quale è morta sul posto. I carabinieri per entrare in casa della donna hanno dovuto sfondare la porta e in concomitanza con questa operazione, la badante ucraina di 33 anni, ha tentato prima la fuga e poi il suicidio lanciandosi dal balcone.

La donna è caduta su una macchina parcheggiata lì sotto. Lievemente ferita, la badante è ora ricoverata presso l’ospedale Santa Maria delle Croci. Gli uomini delle forze dell’ordine, stanno piantonando la donna in ospedale. Ancora ignaro il motivo di tale gesto sul quale stanno indagando i Carabinieri.

Web giornale politicalive: 6 agosto 2010

SOMMARIO:
1. Gianturco (NA): deraglia treno, un morto e decine di feriti. “Il macchinista era al cellulare”;
2. Milano: romeno uccide a pugni una passante dopo essere stato lasciato dalla fidanzata;
3. Aeroporto Siena: Giuseppe Mussari, Presidente MpS, indagato per concorso morale per falso e turbativa d’asta;
4. Corte dei Conti: il debito dei Comuni supera i 62 miliardi di euro;
5. Taranto: Asl pagava medici per 4 mila pazienti defunti;
6. Hiroshima: Giappone e Usa ricordano la bomba atomica
7. Matrimoni gay: Italia e Grecia, unici “no” in tutta Europa;
8. Dell’Utri: “Anche l’ultimo diario di Mussolini è mio”

PER APPROFONDIRE
Elezioni: Berlusconi (PdL) e Fini (Fli), ultimo treno (il voto alletta ma fa paura a entrambi)
Bersani – Finocchiaro (Pd), Alfano – Pisanu (PdL): punti di vista
Patrimonio An: soldi e immobili, valore tra 350 e 500 milioni di euro

WEB GIORNALE DI POLITICALIVE. Flash news dei principali avvenimenti di politica e cronaca del 6 agosto 2010.

CIRCUMVESUVIANA KILLER: un morto e decine di feriti. E’ il bilancio del deragliamento ferroviario avvenuto in mattinata a Gianturco, periferia di Napoli, causato dall’eccessiva velocità con cui è stata affrontata una curva. Tratta percorsa quotidianamente dalle centinaia di persone che si recano nel capoluogo campano: poteva essere una strage. Giuseppe Marotta, 71 anni, non è sopravvissuto all’amputazione delle gambe; di 58 il novero parziale dei feriti (due dei quali in condizioni gravi). Ancora presto per definire con certezza i motivi che stanno alla base del fuori binario anche se prende corpo l’ipotesi – avvallata da qualche testimonianza – che il macchinista fosse al cellulare. Di oltre 20 chilometri il superamento del limite di velocità, l’episodio è avvenuto poco dopo le 11 e un’illesa ha dichiarato: “Il treno è andato dritto, fuori dai binari. Io lo prendo spesso, in quel punto la velocità si avverte ma non so dire che cosa è successo. La prima carrozza era completamente distrutta, la seconda le è finita sopra, ponendosi quasi in verticale. Una scena terribile, scappavamo tutti mentre c’era i feriti e sague dappertutto. Io sono stata miracolata”. Non mancano le polemiche circa la mancata tempestività dei soccorsi: “Sentito Il boato – raccontano due operai – abbiamo immediatamente telefonato, sia con i cellulari che con il telefono dell’azienda a polizia, vigili del fuoco e 118. Ci hanno chiesto informazioni dettagliate, le ambulanze sono arrivate dopo circa 20 minuti dopo il deragliamento”.

MILANO NERA: erano le otto di mattina quando, all’altezza del civico 66 di viale Abruzzi, Oleg Fedchenko, ucraino di 25 anni, comincia a massacrare di botte la prima donna passatagli di fianco. La malcapitata, deceduta dopo essere stata trasportata al Fatebenefratelli già in arresto cardiaco, era una filippina 41enne, Emilu A. Ex muratore, appassionato di boxe, buttafuori, mani fratturate: non serve altro dettaglio per lasciare intuire la forza e la brutalità con cui l’uomo si è avventato sulla donna. L’ucraino è stato immobilizzato, portato al reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda e poi condotto in carcere a San Vittore. A cercare di ricostruire l’avvenimento è stata la stessa madre dell’uomo che aveva chiamato i carabinieri non appena accortasi di cosa stesse facendo suo figlio: “E’ stato lasciato dalla sua ragazza e sono due giorni che è senza controllo. Adesso è uscito di casa e ho paura che voglia uccidere qualcuno”. La testimonianza di un custode, testimone oculare: “Prima l’ha tirata per la borsa, poi l’ha spinta contro il muro e l’ha picchiata con calci e pugni. Lei stava camminando sul marciapiede verso piazzale Loreto quando ha incrociato il ragazzo  che arrivava in senso opposto. All’inizio sembrava che lui volesse scipparla, poi l’ha spinta contro il muro e ha iniziato a picchiarla, lei non reagiva. Io ho iniziato a urlare, ma nessuno si fermava”.

SIENA, AEROPORTO: con l’accusa di concorso morale relativamente ai reati di falso e turbativa d’asta, Giuseppe Mussari, presidente della Monte dei Paschi di Siena e di Abi, è indagato dalla Procura della città toscana in merito all’inchiesta privatizzazione dell’aeroporto di Ampugnano (Sovicille, Si). A rendere noto il procedimento, è lo stesso Mussari che dichiara: “Ho ricevuto un avviso di garanzia con cui vengo informato di essere sottoposto a indagini per concorso morale in ordine ai reati di falso e turbativa d’asta, relativamente alla procedura di privatizzazione dell’aeroporto di Siena. Mi ritengo assolutamente estraneo alle ipotesi di reato ipotizzate dalla procura di Siena ed esprimo la mia più ferma fiducia nei confronti della magistratura senese”. Oltre al vertice di MpS, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati altre 16 persone e aperto una indagine sull’iter di privatizzazione con cui il fondo Galaxy ((di proprietà delle Casse depositi e prestiti italiana, francese e tedesca; le azioni sono state immediatamente poste sotto sequestro) è entrato in società. A ritroso, accadde che l’areoporto rese pubblico un bando per l’individuazione di un partner che investisse nello sviluppo aeroportuale e Galaxy stilò un piano con investimento immediato di 50 milioni di euro. L’ipotesi della Procura è che il fondo abbia goduto di privilegi al momento dell’ufficializzazione del partner.

Idv, auguri ad Andreotti

Andreotti, no grazie. Questo il titolo dell’articolo scritto ieri sul sito dell’Italia dei Valori da Felice Belisario in occasione del novantesimo compleanno – viene da scrivere “anniversario”… Com’è strana la mente umana… – di Giulio Andreotti. Quelli dell’Idv sono degli auguri un po’ particolari. Certo originali.

Una foto: in bianco e nero un po’ sgranato (ha trent’anni). E’ la foto del cadavere del giornalista Mino Pecorelli riverso sul sedile della sua auto e colpito a morte.

Nei commenti, qualcuno posta questo articolo di Repubblica:

PERUGIA – Non esistono prove che colleghino Giulio Andreotti all’omicidio di Mino Pecorelli “al di là della sussistenza di un valido movente”. È questa, in breve, la motivazione della sentenza del processo di Perugia per l’omicidio del giornalista direttore del settimanale “Op” […]. Ma il documento della corte d’Assise aggiunge un altro elemento: i pentiti di mafia che hanno testimoniato al processo sono da considerarsi “attendibili”. Un’assoluzione destinata a far discutere: da un lato Andreotti è stato assolto per la mancanza di elementi certi che lo colleghino alla morte di Pecorelli e dall’altro, i giudici ritengono comunque che l’impianto accusatorio in larga parte sostenuto attraverso i collaboratori di giustizia (Tommaso Buscetta, Gaspare Mutolo, Francesco Marino Mannoia, Giuseppe Marchese e Baldassarre Di Maggio) sia stato valido. Insomma, quei pentiti – nonostante le tante vicende che ne hanno messo a dura prova la credibilità – dicevano il vero. Ma questo non è bastato all’accusa per dimostrare la colpevolezza del senatore a vita.

Belisario commenta la foto spiegando perché i parlamentari del suo gruppo si siano allontanati dall’aula di Palazzo Madama mercoledì scorso, nel momento della standing ovation bi-partitica di auguri a Giulio Andreotti.

Noi non c’eravamo perché non volevamo esserci, perché per noi Giulio Andreotti non è il modello di uomo politico da cui vorremmo fossero rappresentati i cittadini italiani

Melchiorre Contena, il Tempo ti aiuterà

Non ti facevo cosi vanitoso, Tempo, tanto da essere protagonista su tutti i maggiori quotidiani di ieri per due storie tanto diverse tra loro. La prima, più leggera, è quella di un gatto che grazie al microchip è potuto tornare a casa, dopo ben tredici anni di pellegrinaggio per gli States. La seconda, di carattere totalemente opposto, è la vicenda di Melchiorre Contena. Condannato per sequestro e omicidio, Melchiorre Contena è stato riconosciuto non colpevole dopo aver passato trent’anni della sua vita in carcere per un reato non commesso. Se è vero che sei guaritore di tutti i mali, o Tempo, mi auguro che Melchiorre possa tornare a fare il pastore, dimenticandosi di tutto quello che ha dovuto sopportare; allo stesso modo mi auguro che nel frattempo qualcuno riconosca i propri errori. Scusami, non fai miracoli: tu guarisci solo i mali.

Fascist legacy (repetita iuvant)

Il seguente documentario, firmato BBC, è invero un pò datato (1989). Eppure noi, gli italiani, non lo abbiamo mai potuto vedere. D’altro canto nel nostro bel paese – come dimostrano le recenti dichiarazioni di eminenti politici prima e di illustri sconosciuti poi – a quanto pare non è mai troppo importato di capire che cosa abbia provocato il regime fascista. E il perchè, anche chi non ha combattuto sull’appennino tosco emiliano per evidenti ragioni anagrafiche in quei tragici anni, desidera dichiararsi fermamente antifascista.
Mica come Marcello Dell’Utri che alla storia della Resistenza vorrebbe dare una mano di vernice nera. Nè tantomeno come il nostro caro premier, che dice addirittura di non avere il tempo di rispondere alla domanda se anche lui si ispiri ai valori dell’antifascismo che, per inciso, sono quelli della Costituzione. E a forza di non avere tempo per pensarci, alle cose, ecco che ti ritrovi con la xenofobia assassina fuori dall’uscio di casa.
Tutti ci hanno messo bocca dicevamo, sulla polemica che da settimane coinvolge nostalgici, vecchi fasci ed illuminati reggenti delle nomenklature di centro destra. La spaccatura ci sembra tanto evidente quanto ingombrante. Non crediamo che il lavoro della BBC sia da solo in grado di chiarire le idee a chi evidentemente ha mostrato di averne poche e confuse, ma ugualmente ci auguriamo che possa trovare una sempre più larga diffusione allo scopo di veicolare quella che a noi, modestamente, appare una verità incontrovertibile: gli orrori del fascismo. Si aggiunga che il programma era stato comprato all’epoca da mamma Rai, che aveva deciso però di non trasmetterlo pubblicamente. La 7, nel 2004 mandò in onda alcuni stralci, poi stop, chiuso, buio. Dopo la visione delle cinque parti capirete quanto forse tutta questa prolusione sia stata addirittura inutile.
Buona visione, si fa per dire.

Omicidio Bhutto: Scotland Yard sulle tracce dell’assassino

E’passata ormai una settimana dall’omicidio a Benazir Bhutto, avvenuto il 27 dicembre scorso, a Rawalpindi. Molti sono i fatti che si sono susseguiti, sia politici, come la salita a leader del PPP del figlio di Benazir, Bilawal, sia di costume, con lo stesso figlio definito dai media un politico “very cool”.

Ma non è questo che il Pakistan sta cercando di scoprire. E lo si evince dalle parole del presidente del paese, Pervez Musharraf che con un sintetico

Non sono del tutto soddisfatto