Bush in Medioriente: Buona la prima!

Finalmente il grande giorno è giunto. La “prima” di Bush in Israele è arrivata ed è andata anche discretamente bene. Certo a suo favore vi sono molti punti, come ad esempio quello di giocare “in casa” (dato che gli USA sono notoriamente filo-israeliani). Ma nonostante questo, dalle sue parole si evince non solo forza, ma anche un grido di speranza per risolvere la situazione arabo-israeliana.

L’arrivo a Tel Aviv, seguito dal festoso saluto del presidente israeliano Shimon Peres, è stato entusiasmante per il presidente a “stelle e strisce” che nel suo discorso ha esordito con concetti decisi e chiari:

Israele: Sale la tensione per l’arrivo di Bush

E’finalmente arrivata l’ora X. In queste ore George Bush, presidente degli Stati Uniti d’America, si trova in Medio Oriente per discutere delle problematiche degli stati arabi. Tra i punti principali della visita la questione Iran e l’incontro a “sei occhi” tra Bush, Olmert e Abbas.

I media sono già pronti a non lasciarsi scappare nemmeno un istante di questa visita, che vedrà Bush prima in Israele. La situazione è tutt’altro che tranquilla nello Stato ebraico. Nemmeno di 24 ore fa due razzi lanciati dal Libano si sono abbattuti su Shlomi senza causare vittime. A tal proposito, il governo israeliano ha deciso di chiudere i confini con i territori palestinesi fino a sabato, al fine di prevenire eventuali attentati nella zona in concomitanza con le discussioni sulla pace.

Betlemme. E’ di nuovo Natale

Bethlehem

Betlemme torna ad essere la città sfondo di ogni presepe. La Cisgiordania si colora di nuovo di Natale, racconti, leggende, storie e Storia dalle tinte forti. Le più forti. Turisti, pellegrini, gente, voci, colori. Sono decine di miglaia, e sono proprio a Betlemme. Sono qui, nella città di Gesù Bambino, per festeggiare questo Natale. Di nuovo, ancora. Per la prima volta da quando è cominciata la seconda Intifada. Era il lontano settembre del 2000.

Un Natale ad Alta Tensione

Il problema che riguarda Palestina e Israele è una questione che prosegue ormai da molti decenni. A mio parere, nessuno sa come sia iniziata, o meglio nessuno sa chi abbia dato il via alle ostilità, ma peggio ancora non si riesce a trovare un modo per darne un fine.

Tregue, incontri diplomatici, dichiarazioni sono servite a ben poco negli ultimi anni. Durante un respiro, sono state subito dimenticate nel respiro successivo. Una situazione che nemmeno l’intervento dei grandi paesi occidentali, e nello specifico il presidente degli Stati Uniti d’America, è riuscito a placare.

Eppure uno spiraglio nelle ultime ore, che si avvicinano al Natale Cristiano simbolo universale di pace, sembrava esserci. Il leader di Hamas, nome della più nota organizzazione religiosa palestinese, Ismail Haniyeh, ha proposto al leader di Israele una tregua a tempo indefinito e a tal proposito auspicano l’intervento dell’Italia come intermediario della situazione: