Partito Democratico, arruolati Ferrero e Diliberto?

La voce è un po’ più di una indiscrezione: il Pd, stando alle prime rimostranze avanzate da Walter Veltroni (a cui l’idea piace pochissimo) avrebbe ingaggiato nelle proprie file Paolo Ferrero (segretario di Rifondazione comunista) e Oliviero Diliberto (leader del Partito dei Comunisti italiani).

Alla diffusione della notizia, è accaduto che Veltroni si sia impuntato affinchè venisse convocata la Direzione nazionale: quel che non va giù neppure a Marco Minniti è che tale percorso rischierebbe di minare “le ragioni fondative del partito stesso“.

A monte, la volontà di Pier Luigi Bersani di intessere rapporti con i partiti di sinistra che a suo tempo non riuscirono a superare lo sbarramento necessario al fine di occupare seggi in Parlamento ma il corteggiamento avrebbe quale scopo non quello di aggregare gli stessi in una eventuale alleanza programmatica quanto piuttosto l’intenzione di coinvolgerne parte dei referenti e dare loro l’opportunità di farsi eleggere alla Camera (gli equilibri precari al Senato non consentono di correre rischi affidandosi a chi in passato non sempre ha ricambiato fiducia) con il Pd.

Requiem per la Sinistra Arcobaleno

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La Sinistra L’Arcobaleno (ignota, ai più, la ragione di quegli assurdi articoli nel nome di battaglia) è morta. Viva Rifondazione. La Sinistra L’Arcobaleno è durata, sì e no, un mese e mezzo, prima di passare a miglior vita. Un’esistenza breve, ma in qualche modo storica: passerà alle cronache future come la lista, il simbolo, l’idea, il progetto politico che ha catapultato fuori dal Parlamento Italiano la sinistra.
Il grande assente è Faustino. Fausto Bertinotti. Un uomo, una storia, e ben controversa, per alcuni. Alle elezioni primarie del 16 ottobre 2005 per la scelta del candidato premier della coalizione dell’Ulivo alle elezioni politiche del 2006, vinse Prodi, ma Bertinotti arrivò secondo, con la bellezza di ben 631.592 voti, cioè il 14,7% dei consensi. Una campagna elettorale diversa, tra le prime, in Italia, interattive. Era basata sullo slogan Voglio…. Attraverso internet o post-it i cittadini potevano completare lo slogan. Mettendo il complemento oggetto. Cosa volevano dal centrosinistra.
Bertinotti ha abbandonato così.

La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta […] Lascio ruoli di direzione, farò il militante. Un atto di onestà intellettuale impone di riconoscere questa sconfitta come netta, dalle proporzioni impreviste che la rendono anche più ampia

La classe operaia va in Parlamento

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Passi la propaganda, che in queste settimane sembra avere preso decisamente la ribalta. Ma adesso forse si sta esagerando. Dopo i primi giorni di sbigottimento dovuti a dichiarazioni di fuoco e candidature preoccupanti – è vero – ci si fa l’abitudine ed anche le indiscrezioni più scabrose scivolano nottetempo nell’oblio. Ci sono però delle notizie che non possono passare inosservate. Proprio non ci riescono. Meno male.
E’ di ieri la polemica tra il Piddì e l’Arcobaleno, per la candidatura col botto da parte della sinistra – finalmente basta equivoci! – di Ciro Argentino, operaio della Thyssen e dirigente locale del Pdci piemontese.