Berlusconi: “Mi farò fare senatore a vita”

Berlusconi ApicellaÈ stata una serata talmente piacevole  e sono stato talmente bene con i senatori, che quando sarò anziano mi farò fare senatore a vita”. L’ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la cena di ieri a Palazzo Grazioli con un gruppo di senatori a vita.

Il premier prima ha cantato, accompagnato alla chitarra da Mariano Apicella e poi ha intrattenuto i suoi ospiti con molte barzellette (una delle quali su D’Alema e Violante).

Ballarò, il governo alla prova

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Ci fa molto piacere che Giovanni Floris si sia ripreso dalla suina. Guarito – meglio di Topo Gigio – dall’H1N1, Floris torna al timone del suo Ballarò. Al centro del dibattito temi caldi che spaziano dall’economia alla giustizia e alla sicurezza. Temi che sono al centro di una “lotta intestina” all’interno della maggioranza. No, mai si tratta di uno scontro con l’opposizione: pare che in Italia non si usi più.

Giovanni Floris chiederà ai suoi ospiti (il ministro di giustizia Angelino Alfano, il leader dell’UdC Pierferdinando Casini, il capogruppo dei deputati della Lega Nord Roberto Cota, Luciano Violante del PD, l’imprenditrice Luisa Todini, la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli): La maggioranza resterà unita, e a che prezzo per il Paese?

Vedremo la rrisposta. Intanto attendiamo con ansia la copertina di Maurizio Crozza.

Stato-Mafia, Grasso intervistato dal Tg3

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La parole della settimana è papello. Peccato che non se ne stia praticamente già più parlando. I contenuti sono noti. Analizzarli e farne contenuto dell’agenda politica? Perplime l’ipotesi. Eppure chi si è veramente stupito del papello? Del sentirsi dire: la trattativa Stato-Mafia…

Eppure il procuratore nazionale antimafia, intervistato dal Tg3, parla.

Il momento era terribile, e bisognava cercare di bloccare questa deriva stragista che era cominciata con la strage di Falcone

La trattativa con la mafia nei primi anni 90 c’è stata. Cosa nostra aveva capito di poter ricattare lo Stato. Alla Procura di Palermo, il figlio di Vito Ciancimino ha consegnato, nei giorni scorsi, quello che assicura essere il “papello” elaborato da Riina per avviare la trattativa tra Stato e mafia. Aizzando – assolutamente non abbastanza – la polemica, e lasciando molti dubbi e interrogativi aperti con l’indagine della Procura di Palermo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e i riscontri sull’attendibilità del celebre pezzo di carta in oggetto (per l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, quello pubblicato da l’Espresso è una “bufala”).

Violante: il ponte tra maggioranza e opposizione



Dunque. Oggi la puntata della trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata su RaiTre ha visto protagonisti Luciano Violante, colui che viene, per molte ragioni, considerato il vero – nonché unico – ponte tra Pd e Pdl, e Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega e passato nell’immaginario, tra l’altro, per essere stato un’anima portante dei girotondi antiberlusconiani ormai di qualche anno fa. Violante critica il partito e ammette la questione morale. Fin qui, tutto bene.


Violante è la stessa persona che, in questo periodo, ha affermato più volte la necessità di riforma della Giustizia.


Nulla da dire, in termini di massimi sistemi, nemmeno qui. Ma quando nell’intervista, alla domanda Cos’altro è necessario? Violante afferma:

Integrare la composizione del Csm, con la nomina di un terzo dei componenti da parte del capo dello Stato


Mi fermo. Perché mi immagino la scena, nella persona del successore di Napolitano.