Pd, questione di morale



Non siamo la tangentopoli rossa


Sono due sindaci piddini a parlare, nel bel mezzo della questione morale che sta travolgendo il non-partito, inguaiato tra D’Alema e Veltroni.


Parlano: il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, e quello di Firenze, Leonardo Domenici, che ieri si è incatenato davanti alla sede della sede del gruppo Repubblica-l’Espresso con un cartello che rivendicava un’informazione corretta in merito alla vicenda politica innestata dall’inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai. E anche a Napoli, inchieste giudiziarie hanno coinvolto esponenti delle amministrazioni locali.


La crisi, in realtà, è della politica tutta, con buona pace del Premier che non perde l’occasione e che cavalca, naturalmente, l’Onda – non quella, ma la sua. Perché per il Pdl si tratta di una nuova Tangentopoli.


La prostituzione, il governo ed il salto della quaglia

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I sogni muoiono all’alba e per gli elettori del Popolo delle libertà è tempo di risvegli. Le promesse fatte in campagna elettorale stanno lentamente sciogliendosi al primo sole estivo, e la dura realtà comincia a fare capolino.
Un refuso, avrebbe detto Berlusconi, sarebbe alla base della notizia circolata ieri sull’intenzione di inserire nel decreto sicurezza, e non già in un disegno di legge, la riforma delle intercettazioni. Più che un refuso, direi un re fuso. Dopo il dietrofront sul reato di clandestinità il Cavaliere – che davanti alla platea dei giovani industriali, figli dei vecchi industriali e padri dei futuri industriali, ha parlato della condizione clandestina come di un’aggravante nella commissione di un reato – ecco un altro coitus interruptus dell’esecutivo che annuncia il ritiro dal decreto del reato di prostituzione.
Ora, il quarto governo Berlusconi sarà pure, come riportano certi sondaggi, in luna di miele con gli italiani ma se tanto mi dà tanto le prime notti di nozze non devono essere state un granchè. Il peso degli anni si fa sentire e il Cavaliere non me ne vorrà, ma forse dovrebbe cominciare a dare retta al consiglio che gli diede tempo addietro Chirac, parlandogli di pillole miracolose durante una cena istituzionale.
Ma parlavamo del reato di prostituzione, o meglio della decisione di riparlarne più in là, Maroni dice ad agosto. Chissà perchè poi proprio ad agosto. Eppure qualcosa già è stato detto, e forse qualcos’altro si deve ancora dire.

Liberi tutti. Dal G8 al 25 aprile

Genova per noi. Torna, dopo sette anni, agli onori. Per un attimo – un’assoluzione fa assai meno specie di violenze e morti – torna Genova, e il suo assurdo G8. Assolti.
Le scene di guerriglia urbana di allora, impossibili da dimenticare.
E’ di ieri la notizia: caduta l’accusa contro Francesco Caruso, Luca Casarini e altri 11 no global. L’accusa era di associazione sovversiva per avere organizzato gli incidenti del 2001 durante il G8 di Genova ed il Global Forum di Napoli. Questo quanto stabilito dalla Corte d’assise di Cosenza. Urla di gioia da parte degli imputati e dei supporter dei no global presenti. Una cinquantina di persone che ha seguito il processo davanti al tribunale.

La favola americana del giornalismo no profit

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Il mercato dell’editoria cartacea, ed in particolare quello dei quotidiani, sta vivendo un lento ma inesorabile declino. Il discorso vale indistintamente per qualsiasi paese del mondo, da ormai un decennio a questa parte. I vistosi cali di vendite spingono oramai sistematicamente gli editori a tagliare intere redazioni, pur di mantenere inalterati i margini di profitto. In questo contesto, il colpo di grazia è dato dalla crescita esponenziale dell’uso della rete per fare informazione.
E’ di pochi mesi fa la decisione del NY Times – mica pizza e fichi – di rendere completamente gratuita la consultazione del quotidiano cartaceo anche sul web. Insomma, il giornale gratis. Applausi.
Il motivo della scelta è facile facile.

Il diritto non cade in prescrizione

Desaparecidos
Daniela Binello, nel 2002, ha scritto un libro. Il diritto non cade in prescrizione. Domenica 24 febbraio, alle 20.00, sarà a Roma, al Fusolab, a parlarne, ancora. I desaparecidos costituiscono un capitolo talmente tanto grande della nostra storia contemporanea, da essere infinito. E solo da poco l’Italia sta cominciando a parlarne. Lentamente. Dalle nicchie, ma non solo.
Il diritto non cade in prescrizione parla del primo processo, in Italia, che ha riguardato sindacalisti e persone di origine italiana che sono scomparse in Argentina sotto la dittatura, tra il 1976 al 1983. La dittatura, in nome della sicurezza nazionale, predispose le sparizioni di 30.000 persone. Tutti quelli che non la pensavano secondo regime: comunisti, persone di sinistra, ma anche preti, suore, insegnanti.

Desaparecidos. Per non dimenticare

Desaparecidos
140 militari latinoamericani ricercati dall’Interpol sono gli imputati di quello che potrebbe essere il più grande processo al mondo contro il Piano Condor, l’organizzazione terroristica internazionale creola (e si sospetta gestita da Washington – come emergerebbe dalle carte) che negli anni ’70 ha realizzato migliaia di sequestri e sparizioni di persone nel Cono Sud dell’America latina.
Questo processo viene portato avanti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che indaga da tempo sui crimini delle dittature latinoamericane negli anni ’70-’80. E’ quello il periodo in cui i governi dittatoriali latinoamericani avevano concluso un accordo, il cosiddetto Piano Condor, per reprimere gli oppositori dei rispettivi regimi. Tra le vittime molti italiani: per far luce sulla loro morte e perseguirne gli autori è stata avviata l’inchiesta romana.
E’ una delle ragioni per cui abbiamo organizzato questa occasione, rivela Gianni Tarquini, portavoce di Terremadri onlus. Memoria Prohibida.

Zanzare in una notte di mezza estate. Berlusconi: attriciopoli? Una tale assurdità…

Troise
Cinque attrici. Splendide attrici. Cinque figliole di belle speranze e di belle amicizie. Antonella Troise è una delle protagoniste di attriciopoli. Dei delitti e delle pene – presunti – dell’ex Premier si è già detto. Rinvio a giudizio per corruzione, giacchè avrebbe raccomandato alcune attrici al Presidente di Rai Fiction, Agostino Saccà, promettendogli in cambio appoggio per le sue attività future.
Una parte dell’inchiesta, poi, è stata trasferita da Napoli a Roma per competenza. Si tratta della sua costola politica, per cui Berlusconi avrebbe tentato di accaparrarsi il favore di alcuni senatori prima del voto della Finanziaria. Senatori indecisi se continuare o meno ad appoggiare il Governo Prodi. Dunque Silvio è impelagato nell’ennesima richiesta di rinvio a giudizio. E il nome del reato imputatogli è gravissimo: corruzione. La Procura di Napoli, in verità, ha attivato tutto l’umano scibile, e il risultato è stato quello di un’inchiesta brevissima.
Per tutta risposta, Berlusconi demanda al senatore e suo difensore, Niccolò Ghedini: È un’inchiesta inesistente, semplicemente ridicola. Interessatene tu, è una tale assurdità.

Chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi

Manna
Splendida donna, Evelina Manna. La Procura della Repubblica di Napoli ha richiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’inchiesta sulle segnalazioni a favore delle attrici Russo, Manna, Ferranti e Troise fatte dal leader di Forza Italia al presidente di Rai Fiction, Agostino Saccà. Il reato contestato, dunque, è corruzione.
Per l’indagine, condotta dal Pubblico Ministero Vincenzo Piscitelli, si profila il reato di corruzione perchè Agostino Saccà avrebbe favorito le attrici in questione, in seguito alla segnalazione. Raccomandate per partecipare ad alcune fiction. Berlusconi avrebbe promesso, in cambio, un sostegno alle future attività private dello stesso Presidente di Rai Fiction.
Il fulcro delle indagini è costituito da intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze di Saccà. La richiesta di rinvio a giudizio è stata trasmessa al Giudice per le Indagini Preliminari, che, nei prossimi giorni, assegnerà il provvedimento.

Contrada, Berlusconi non ci sta

Berlusconi
Silvio Berlusconi dalla parte di Bruno Contrada. E’ una battaglia che Lino Jannuzzi sta facendo e credo sia una battaglia che merita tutto il nostro appoggio: non si può pensare che chi è stato condannato per le accuse di chi ha contribuito a far arrestare, un servitore dello Stato, possa essere dimenticato e trattato in questo modo. È qualcosa che francamente non si può accettare.
Raggiunto telefonicamente da Neveazzurra, l’ex Premier si è così pronunciato sulla raccolta di firme del senatore azzurro per una commissione di inchiesta sul caso Contrada. Una presa di posizione netta, che segue la scia di polemiche che da molti giorni, ormai, si stanno susseguendo sul caso Contrada.
Una dichiarazione che arriva il giorno dopo l’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale aveva affermato: Nessuna grazia a chi si dice innocente. Napolitano ha revocato il procedimento di clemenza nei confronti di Contrada, e ne ha spiegato il perchè. Lo ha fatto in una comunicazione inviata al senatore di Forza Italia, Gustavo Selva. Selva, infatti, aveva rivolto al Capo dello Stato un appello per la grazia all’ex numero due del Sisde.

Rinvia un Saccà a giudizio in prima pagina

Berlusconi
Rinvio a giudizio richiesto dalla Procura di Napoli per il direttore di RaiFiction, Agostino Saccà. Saccà si era autosospeso dalla Rai all’inizio di dicembre, in quanto coinvolto, per corruzione, nell’inchiesta su presunte raccomandazioni di attrici in cui è indagato anche Silvio Berlusconi. Stralciata, invece, la posizione dell’ex premier. Il pm Vincenzo Piscitelli ha avanzato richiesta al Giudice per l’Udienza Preliminare per processare anche Stefania Tucci, commercialista napoletana titolare della società di comunicazione E.I.Tecnology e Giuseppe Proietti, indicato come consulente ed intermediario per la vendita di prodotti Bavaria, Hbo. I difensori di Berlusconi avevano sollevato nelle scorse settimane ai magistrati di Napoli l’incompetenza territoriale.
Il provvedimento risale all’inizio della settimana, a lunedì. Ma l’avvocato di Saccà, Marcello Melandri, dichiara di esserne venuto a conoscenza soltanto ieri mattina: ho saputo che il sostituto procuratore generale interessato dal mio ricorso per ottenere la competenza territoriale del Tribunale di Roma si è dichiarato non più legittimato a decidere perché nel frattempo era stata avanzata al gup la richiesta di rinvio a giudizio. L’Espresso ne ha dato immediatamente notizia: il Pubblico Ministero contesterebbe all’indagato di aver favorito cinque attrici segnalate da Berlusconi in cambio della promessa di un sostegno del cavaliere alle sue future attività private.