Un approfondimento sull’integrazione degli stranieri in Italia, con dettagli sulle singole regioni e confronto con i Paesi UE. I focus – realizzati grazie alla collaborazione con ActionAid – riguardano le comunità presenti e il loro inserimento nella scuola e nel mondo del lavoro.
immigrazione
Il lavoro agli italiani, il motto torna di moda con Alfano
I rappresentanti della Lega sono soliti sostenere che i posti di lavoro presenti sul nostro territorio devono essere riservati agli italiani. Un leit motive che ormai, in bocca ai vari Bossi, Maroni e Calderoli, non fa più notizia. Ma se a dire una cosa del genere è Alfano?
Imu da pagare se cade il governo
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, rinnova l’allarme Imu. Intervenuto nell’attesa conferenza stampa a Baku, in Azerbaijian, per un incontro sull’energia, il premier ha ricordato come “per riformare l’Imu, come per le altre questioni fiscali serve un governo e un Parlamento. Se non ci fossero l’Italia pagherebbe le rate di settembre e dicembre”. Quindi, Letta ha invitato “tutti a rileggersi gli impegni che ho preso nel mio discorso in Parlamento”.
Lampedusa, rivolta degli immigrati: in fiamme il centro di accoglienza
Torna ad essere critica la situazione a Lampedusa per la questione dell’immigrazione. Nel pomeriggio, infatti, è scoppiato un incendio di vaste proporzioni nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola, che al momento ospita 1300 extracomunitari, dei quali 1200 tunisini, che già nei giorni scorsi hanno protestato più volte per chiedere il loro trasferimento sulla terraferma. Circa 800 immigrati sarebbero anche riusciti a fuggire dal centro, e di questi 400 sarebbero stati rintracciati dai carabinieri vicino al molo Favaloro, mentre gli altri sarebbero ricercati.
I vigili del fuoco, dopo quattro ore, sono riusciti a domare l’incendio,che nel frattempo però aveva già distrutto due dei tre edifici del centro, e provocato una fitta nube di fumo nero. Il fumo è arrivato anche sopra l’aereoporto, che è stato momentaneamente chiuso, e ha raggiunto il centro abitato. Almeno una decina di persone tra migranti e forze dell’ordine sono rimaste intossicate, e fra queste anche un immigrato paraplegico; nessuno, comunque, sarebbe in pericolo di vita.
Il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis ha dichiarato:
“Il centro è interamente devastato, è tutto bruciato, non esiste più e non può più ospitare un solo immigrato. Lampedusa non ha più un posto. E’ l’ora che il governo intervenga dopo tanto immobilismo. Avevano avvertito tutti su quello che poteva accadere ed è accaduto”.
Immigrazione, l’ennesima tragedia: “Decine di morti in mare”
- Foto: AP/LaPresse
E’ successa un’altra tragedia dell’immigrazione, l’ennesima, questa mattina al largo di Lampedusa. Un rimorchiatore cipriota aveva prestato i primi soccorsi e segnalato alla Centrale operativa delle Capitanerie di porto un barcone in avaria a 90 miglia dall’isola, ed era partito subito da Catania un elicottero della Guardia Costiera, che aveva poi calato sulla barca un cestello con acqua e generi di prima necessità.
Successivamente, alle 14.40, quattro motovedette hanno raggiunto il barcone, ed iniziato il trasferimento degli occupanti, ormai stremati, per il trasferimento al porto di Lampedusa. Tre di loro erano gravemente disidratati, tra questi anche una donna incinta.
Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli e il comandante della Capitaneria di porto di Pantelleria, Giovanni Nicosia, hanno seguito le operazioni di soccorso.
Stando a quanto riferito dai primi superstiti, durante il viaggio in mare decine di migranti sarebbero morti di stenti e di fame, e i loro cadaveri sarebbero stati abbandonati in mare. Una delle quattro marocchine soccorse dalla Guardia Costiera avrebbe raccontato: “Eravamo trecento, ma un centinaio, sopratutto donne, non ce l’hanno fatta e gli uomini sono stati costretti a buttare in acqua i loro corpi“.
Il motore sarebbe infatti andato in avaria poco dopo la partenza, e il barcone sarebbe rimasto per giorni in balia delle onde.Le forze dell’ordine, tuttavia, devono ancora vagliare queste prime testimonianze.
Immigrazione, l’Italia supera la Grecia
Il problema immigrazione sta affliggendo l’Italia da ormai troppi mesi. Nonostante gli accordi presi dal ministro Maroni, con gli altri stati che si affacciano sul mediterraneo, da dove provengono il maggior numero di profughi, non cessano gli sbarchi a Lampedusa e coste vicine. Circa 48ore fa, Lampedusa ha visto sbarcare sulle proprie coste, circa mille immigrati.
Nonostante le azioni messe in pratica dal governo per arginare questi sbarchi, la situazione sull’isola siciliana è ancora fuori controllo. Sono troppi gli immigrati e i campi di accoglienza, sono saturi. Nella giornata di ieri, dopo alcuni calcoli fatti dal ministero, l’Italia ha superato la Grecia per numero di immigrati sbarcati sulle nostre coste nei primi tre mesi dell’anno. Nel primo trimestre, sono state circa 22mila le persone che hanno cercato di entrare in Italia senza permesso.
Affonda barcone a largo della Tunisia, 150 annegati
- Foto: AP/LaPresse
L’Agenzia Onu per i rifugiati ha precisato oggi che i 150 corpi che in un primo momento sarebbero stati “recuperati” sulla costa tunisina, dopo il naufragio di un barcone diretto a Lampedusa andato in avaria mercoledì, sarebbero da considerarsi “annegati“. La Croce rossa tunisina, infatti, aveva inizialmente parlato di 150 corpi recuperati in mare, e il suo coordinatore Moez Barkallah aveva spiegato che 123 corpi erano stati recuperati e portati all’obitorio di Sfax. In seguito, Barkallah ha precisato che non si trattava di informazioni ufficiali e che lui non aveva visto di persona i cadaveri nell’obitorio. Alla fine, ieri sera, una nota dell’Unhcr ha chiarito che i clandestini sono annegati, ma i corpi non sono stati recuperati. Oltre ai circa 150 annegati, vi sarebbero anche più di 200 dispersi, mentre la guardia costiera tunisina ha recuperato circa 570 persone, fra le quali vi sarebbero “100 donne e bambini”.
Libia, Sarkozy sarà a Bengasi. Sull’immigrazione si pensa di sospendere Schengen
Il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha dato al Consiglio di Transizione libico il suo ” accordo di principio” per la visita a Bengasi, dopo l’invito ricevuto da Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio di Transizione. Intanto in Libia continuano gli scontri tra i ribelli e le forze di Gheddafi, nonchè i raid aerei della coalizione, che anzi ultimamente sarebbero stati intensificati. Nella notte si sono verificate forti esplosioni a Tripoli.
I vertici della Nato hanno dichiarato che la prossima fase dei bombardamenti sarà concentrata contro le linee di comunicazione nella zona della capitale.
Il capo di Stato maggiore interarmi americano Mike Mullen ha spiegato che, anche se le forze libiche sarebbero state ridotte del 30-40% con gli attacchi della coalizione, il conflitto sarebbe avviato verso una situazione di “stallo”.
Intanto, il regime di Gheddafi ha condannato l’invio in Libia di “consiglieri militari” da parte di Francia, Italia e Gran Bretagna e il piano di intervento militare-umanitario dell’UE, considerandoli ” un’ingerenza negli affari interni dello Stato libico e una violazione della sovranità libica” e minacciando anche ” conseguenze” per i tre Paesi.
I ribelli, invece, si sono detti “soddisfatti” per l’uso di droni americani in Libia, annunciato ieri da Obama per condurre ” attacchi più precisi” contro le forze del regime.
Treni bloccati, l’ Ue appoggia la Francia. Frattini:”Tutto chiarito”
Il commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malstrom, ha dato il suo parere sul blocco dei treni provenienti da Ventimiglia verso il confine francese, affermando che ” La Francia aveva diritto di bloccare temporaneamente i treni provenienti dall’ Italia”. La Malstrom ha infatti ricordato che il trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone può essere sospeso per ragioni di ordine pubblico. Il portavoce della Malstrom ha però riferito di non aver ricevuto nessun reclamo su eventuali violazioni del trattato di Schengen che sarebbero state commesse ieri da parte della Francia, e ha precisato che in merito, comunque, ” non c’ è ancora una posizione ufficiale” da parte dell’ Unione Europea.
Il governo francese, che aveva già dato spiegazioni in merito ai competenti servizi della Commissione Ue, ha fatto sapere di aver preso tale decisione dopo aver appreso di una manifestazione non autorizzata a sostegno dei migranti tunisini, “per evitare il rischio di incidenti”, e che si sarebbe trattato comunque di una “misura temporanea”.
In un’ intervista a un quotidiano francese, il prefetto della regione delle Alpes Maritimes, Francis Lamy, ha spiegato: ” Sono stato io, di mia iniziativa, a segnalare alle ferrovie francesi militanti di estrema sinistra a bordo di un treno proveniente da Ventimiglia. Poi le ferrovie hanno bloccato i treni”.
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, inizialmente, aveva definito quella della Francia una “misura illeggittima“, “una chiara violazione dei principi generali dell’ Unione”, sostenendo che ” Trecento o forse anche meno simpatizzanti no global che inscenano una protesta non sono un grandissimo problema di ordine pubblico”.
Sull’ immigrazione Bossi frena Maroni. Castelli: “Non possiamo sparargli, per ora”
Il leader della Lega Umberto Bossi ha cercato di gettare acqua sul fuoco nelle polemiche fra il ministro Maroni e l’ Unione Europea, dopo che Maroni aveva addirittura paventato di uscire dall’ Europa, se questa non avesse dato man forte all’ Italia in materia’ di immigrazione. Bossi prima ha difeso il collega, spiegando che “Maroni era arrabbiato”, e l’ Europa “Dovrebbe fare un sacco di cose e invece non fa niente”, ma poi ha precisato: “Non usciamo. E’ solo uno stimolo per far fare le cose” all’Europa.
Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini ha cercato di stemperare i toni, ricordando che l’Europa è “una straordinaria opportunità” per l’Italia, e invitando ad ” avere nervi saldi”: quello di Maroni, per Frattini, sarebbe stato solo “uno sfogo” per una “forte delusione in un momento di ira, di rabbia, che” dice “possiamo comprendere”.
A tenere però banco, oggi, nel dibattito sull’ immigrazione, sono state sopratutto le parole del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, il leghista Roberto Castelli, che, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”, ha dichiarato: ” Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora”. L’esponente leghista, forse per accattivarsi nuovamente il consenso della “base” del partito,è così tornato ad agitare lo spauracchio dell’immigrazione clandestina, degli immigrati che potrebbero diventare, dice, “milioni nel corso del tempo”, dandosi a “violenze” e obbligando le autorità “ad usare le armi”.
Immigrati: scontro Italia – Francia
Continua lo scontro tra Italia e Francia sul tema immigrazione. Dopo la decisione di dare il permesso di soggiorno temporaneo per tutti i gli immigrati sbarcati in Italia, prima del patto ottenuto con Tunisi, gli immigrati, con questo permesso, potranno circolare per tutti gli stati che hanno deciso di partecipare al trattato di Schengen. La Francia si è subito mostrata contraria a questa decisione, infatti, la maggior parte degli immigrati, ha mostrato la propria intenzione a trasferirsi in Francia, dove hanno parenti e amici che li aspettano da tempo.
Il ministro Maroni oggi incontrerà il collega francese Gueant, ad ha subito dichiarato: “dirò che i tunisini cui concederemo il permesso di soggiorno temporaneo hanno diritto a circolare. C’è un solo modo per impedirlo: che la Francia esca da Schengen o sospenda il trattato”.