Berlusconi e la teoria dei ranghi contrapposti

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La campagna elettorale imbastita dal Cavaliere non sembra decisamente in linea con l’ipotesi – strisciante ma data per certa nei numeri – di inciucio, pardon, di governo delle larghe intese con il piddì di Veltroni. Le tecniche comunicative del Cavaliere, tanto efficaci quanto imperscrutabili per molti aspetti, non sono mai state improntate alla fratellanza dei popoli, diciamo così.
E sebbene io sia convinto che una conto è come si decide di comunicare, ed un altro è il progetto politico che – direi inevitabilmente – chi decide di costituire un partito sicuramente ha in mente. Lascerò da parte, per quanto possibile, gli aspetti più squisitamente politici, soprattutto per evitare sofisticazioni o ancora di più rischiare di portare avanti un discorso inconcludente, mancando evidentemente a noi – requisito a mio avviso essenziale per una corretta analisi politicauna visione delle cose in questione da “dentro”.
La riflessione che oggi propongo è legata essenzialmente al modo di “comunicare” il suo pensiero politico del nostro Cavaliere di Arcore.

Hanno rapito Aldo Moro

16 marzo 1978. Sono passati 30 anni. Un eccidio e un sequestro. Che dopo 55 giorni arriverà a sua volta ad una fine terribile. La fine. I 55 giorni che cambiarono per sempre l’Italia. Che ormai era già cambiata. Via Fani, Zona residenziale di Roma, vicino a Via della Camilluccia. E’ presto, è mattino. I corpi degli agenti che facevano parte della scorta dell’Onorevole Moro. Carabinieri. 4 morti e un ferito. Morirà anche lui. E Aldo Moro scomparso, rapito.
Era il giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti. La vettura che trasportava Aldo Moro dall’abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Fani da un commando delle Brigate Rosse.
In pochi secondi, sparando con armi automatiche, i terroristi uccisero i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti sull’auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Come siano riusciti a non uccidere solo lui è un mistero. Rimase ferito – e la ferita mai curata. Ma vivo, perchè vivo dovevano averlo.

Tibet, appello internazionale del Dalai Lama. E’ genocidio culturale

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Le notizie passano, le notizie scappano. Possono provare a cambiarle, limitarle, segregarle. Ma sentirsi raccontare che quello che sta accadendo a Lhasa è un dramma squarcia finalmente il silenzio che pure, ancora, il governo cinese tenta di divulgare e/o manipolare. Lhasa è assidiata, presidiata da migliaia di soldati. Oggi solo sparuti gruppi hanno manifestato nelle strade della città. Praticamente deserte.
Si estendono, però. a macchia d’olio le manifestazioni, e le vittime. In altre zone dell’altipiano, soprattutto in Amdo, area d’origine del Dalai Lama, il bilancio dovrebbe essere di almeno 30 vittime. Da ieri circolano inoltre diverse voci di una marcia degli abitanti di alcune province limitrofe verso Lhasa, ma senza conferme.
Nel frattempo, il sistema di informazione cinese non si smentisce e continua la sua linea di coerenza. Dieci vittime, nulla più, e soprattutto violenze causate dai manifestanti. Le pèoche immagini che girano sono quelle della tv cinese. Che mostrano manifestanti all’assalto di negozi e macchine. Non c’è altro. Perchè non c’è un’informazione indipendente. La posizione ufficiale parla di una guerra di popolo, al fine di

battere il separatismo, denunciare e condannare gli atti malevoli di queste forze ostili e mostrare alla luce del giorno il volto odioso della cricca del Dalai Lama

[Candidati Politiche 2008]: Fausto Bertinotti

Terza puntata per la nostra rubrica che ci accompagna tra i candidati alle prossime elezioni politiche. Questa settimana, dopo aver analizzato insieme le schede dei due “big”, è arrivato il momento degli out-sider. Primo Out-sider è Fausto Bertinotti, sostenuto dalla lista “La Sinistra – L’Arcobaleno”.

In qualità di redattore di questa rubrica non posso che ringraziare tutti coloro che stanno partecipando attivamente alla compilazione delle schede, implementandole con i loro commenti, sempre importanti per la buona riuscita di un blog di politica. Mi raccomando, continuate così, su politicalive ogni vostro libero pensiero verrà condiviso, analizzato e perchè no, anche criticato (positivamente o negativamente). Perchè la politica è anche questo.

E ora è tempo di La Sinistra – L’Arcobaleno, spazio alla scheda!

Tibet in rivolta. Pechino usa la forza e intima la resa. La questione dei punti di vista

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Il Tibet è esploso. Il governo in esilio parla di cento cadaveri, mentre la Cina ammette ora che negli scontri di Lhasa ci sono stati dei morti. Ammette, ma fino a un certo punto. Una decina. Questo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Nuova Cina. Che, tra l’altro, la responsabilità della tragedia e delle vittime la dà ai manifestanti tibetani.

Le vittime sono tutte civili innocenti, bruciati a morte

Riporta l’agenzia. Che aggiunge un centinaio di negozi saccheggiati.

Una questione di punti di vista. Il bilancio delle vittime, a detta del governo tibetano in esilio a Dharamsala, nel nord dell’India, sarebbe un tantino differente. Cento morti, soprattutto manifestanti. Lo comunica e chiede l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Onu. Quindi l’immediato invio di rappresentanti a Lhasa. Per mettere, finalmente, fine, alle violenze cinesi che rappresentano violazioni continue dei diritti umani. Ma Pechino val bene una messa.

Mafie. Un voto. Un fiorino. Da 50 euro. Omaggio a Saviano

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Roberto Saviano, autore di Gomorra,viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra ha scritto un lungo, agghiacciante articolo sul settimanale Time. Lo riporta oggi, in versione integrale, Repubblica.it. Ennesima denuncia terribile. Sulle economie criminali, sulle mafie, ma soprattutto su queste elezioni.
Torbide, definirle torbide ad una lettura appena oltre la superficie è ormai atto dovuto. Giochi di partito, retorica galoppante. Inutilità del contenuto del messaggio politico. Fascisti, veline, Grande Fratello, Chiesa, corruzione, indagati, condannati. Come ha fatto l’Italia ad arrivare a tanto?
C’è veramente tutto. All’appello non manca nulla. Roberto Saviano ha sempre un’espressione seria. Corrucciata. Classe 1979, è giovanissimo. Nella sua pagina su Wikipedia – dove, stranamente, c’è una foto in cui sorride – la scheda comincia con due frasi.

Io so e ho le prove. E quindi racconto.

Scrive in Gomorra. E un’altra, di Enzo Biagi, in un’intervista a Rotocalco televisivo, su Rai Tre.

Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti Di queste verità

Inciucio. Ovvero, la matematica non è un’opinione

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Il termine inciucio, applicato alla politica italiana, ha radici lontane. Fu l’ex Direttore de l’Unità Mino Fuccillo ad usarla la prima volta nel 1995 durante un’intervista a Massimo D’Alema per il quotidiano La Repubblica. In quell’occasione il giornalista romano coniò la parola per definire in maniera impietosa ciò che altri avevano definito più letterariamente “il patto della crostata”. La crostata era quella preparata dalla signora Letta, inappuntabile padrona di casa in una cena tra il Cavaliere e lo stesso D’Alema, su cui si ipotizzò una sorta di patto di non belligeranza tra i due partiti.
Secondo alcuni, fu l’inizio della fine della neonata Seconda Repubblica, scomparsa prematuramente dopo soli due anni di vita. Ma si sa, il tubo catodico appiattisce la realtà, ed oggi la parola non provoca più alcun sussulto, benchè, carte alla mano, sia più che prevedibile ipotizzarne un ritorno alla ribalta. La continua e naturale trasformazione del linguaggio ha poi portato alla definitiva mutazione dell’inciucio in “Governo delle larghe intese”.
Tratteniamoci e andiamo per gradi.

Serbia: Europa aspettami!

Povera Ex-Jugoslavia. Passano gli anni, gli stati si separano e conquistano l’indipendenza. Eppure i problemi restano. Ultimo di questi, solo in termini di tempo e non di importanza, è sicuramente quello che vede protagonista la Serbia. Questione del problema la situazione combinata Unione Europea e Kosovo.

Proviamo a fare un piccolo riassunto riguardo ciò che è accaduto e proviamo a capire quale situazione si sta alimentando nel paese. Come tutti ben ricorderete, e come già scrissi in passato qui su politicalive, la Serbia poco meno di un mese fa, si ritrovò a dover affrontare le elezioni politiche, per eleggere appunto il proprio presidente. Poteva scegliere fra una politica “europeista” e una politica “nazionalista”. I voti parlarono chiaro, e la scelta di voler divenire parte dell’Europa vinse.

Boris Tadic, sostenitore dell’idea che voleva la Serbia entrare nell’Unione Europea, divenne il simbolo della rinascita di questo piccolo stato, che sembrava avviato a percorrere la strada che porta verso il paradiso. Sembrava infatti, in realtà senza saperlo stava correndo verso l’inferno.

[Candidati Politiche 2008]: Valter “Walter” Veltroni

Apre ufficialmente da oggi la sezione “Approfondimenti” di PoliticaLive. All’interno di questa sezione troverete una serie di articoli di approfondimento, con lo scopo di avvicinarci maggiormente a quel mondo chiamato politica. Per riconoscere gli approfondimenti basterà semplicemente guardare il titolo; l’argomento di approfondimento sarà contenuto tra le parentesi quadre e l’argomento posto dopo i 2 punti.

Da oggi troverete, nella sezione approfondimenti appunto, delle schede di approfondimento sui candidati alle prossime elezioni politiche. Ogni 2 giorni verrà pubblicata una nuova scheda che vi permetterà di conoscere al meglio i candidati, permettendovi di fare “la scelta giusta” il giorno delle elezioni. Al termine della scheda troverete il calendario di pubblicazione delle schede dei candidati. Naturalmente sono ben voluti tutti i vostri commenti per rendere voi stessi più ricca la scheda di ogni candidato.

Non mi resta che augurarvi buona lettura e naturalmente buon commento!

Amministrative Francia: Chapeau Hollande!

Oltre alla Spagna questo weekend ha visto anche le elezioni in Francia, ma a differenza della penisola iberica nel paese dei “galletti” di votava per le amministrative in ben 36.782 comuni. L’importanza di queste elezioni era sostanzialmente una sola, osservare come la destra avrebbe reagito. In Francia ogni cittadino voleva sapere se il partito del buon gossip-boy Nicolas Sarkozy ce l’avrebbe fatta a tenere testa al partito socialista.

In pochi ci credevano, ed in infatti così è stato. Tutti si aspettavano una caduta di voti per la destra e quindi per Sarkò, fatto puntualmente avvenuto. Infatti con il 47,5% delle preferenze attualmente la sinistra è in vantaggio sulla destra, ferma al 40%. Ovviamente sono dati che vanno comunque presi con la pinzetta, ma tutti i francesi consideravano questo voto come il primo esame per il partito di Mr.Bruni e, se così fosse, non possiamo che definirlo una cocente sconfitta.

Al momento in cui scrivo ovviamente si può parlare solo ed esclusivamente di exit poll. I dati ufficiali ancora non sono stati pubblicati, ma ovviamente un distacco comunque così elevato, addirittura di 7 punti, fa pensare che i risultati difficilmente potranno cambiare radicalmente.

Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

A volte ritornano

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Ci saremmo meravigliati del contrario. Davvero. Nel giorno del dietrofront del Piddì sull’esclusione di Beppe Lumia (alè!) – n.b. l’immagine evidenzia addirittura il diverso carattere tipografico del pdf rilasciato dall’ufficio stampa di Sant’Anastasia, a testimonianza dell’estemporaneità della decisione, giunta a furor di popolo – inserito come capolista al Senato in Sicilia, altre bombe di mercato hanno caratterizzato la giornata di ieri.
Il tempo stringe, e il walzer delle candidature sembra diventato un rock & roll, acrobatico. Gente che entra, gente che esce. Chi non entrerà mai e chi invece mai uscirà, grossi punti interrogativi. Eccoci al punto.

Berlusconi: mentire è il suo mestiere e io ho 30 senatori in più

Senato
Siccome l’uomo dei media è rimasto un tantino allibito dalle performance mediatiche del suo avversario – Porta a Porta, ad esempio – e siccome questa cosa non s’ha da fare perchè i media li ha inventati lui, mica questo comunista piddemocratizzato, ecco il rombo di tuono:

Veltroni? Bugiardo e abile comunicatore

Quando si dice da quale pulpito. Per l’abile comunicatore, eh, beninteso. Mica per altro.

E poi. Il Porcellum. Non è così male. O comunque lui è così forte da poterne contrastare eventuali controindicazioni o effetti indesiderati – maggioranze in Senato attaccate all’augurio di non prendere mai neppure una lieve costipazione.

Sono assolutamente convinto che questa legge elettorale ci porterà ad avere oltre 70 deputati in più alla Camera e almeno 30 senatori di maggioranza al Senato

Non ha dubbi. I dubbi, nella vita, non servono a nulla. E poi non c’è da avere dubbi, fondamentalmente. La rimonta del Pd, quella di cui va ciarlando Uolter sul suo Pullmann in gita, non esiste.

Il lavoro fa male

Cantiere
Si rimane senza parole. Sarà colpa della rete. Lo deve essere per forza. Forse alle notizie del telegiornale uno in qualche modo ci si era abituato. Ma così. Aprire la mattina la pagina di un quotidiano on line. O dell’Ansa. O della Reuters. O di chi vi pare. E ogni volta. Ogni giorno, praticamente, fare refresh o dare un occhio ai feed RSS. E, così poeticamente preparati, rimanere sconvolti.
Ne sono morti altri cinque. L’ultimo, dopo un’agonia terribile. A Molfetta. Morti per le esalazioni di acido solforico sprigionate da un’autocisterna che trasportava zolfo. La dinamica? Il primo si era calato nell’autocisterna per lavare le pareti del serbatoio. Si è sentito male. Gli altri sono accorsi ad aiutarlo. E sono morti a loro volta. Dinamica nuda e cruda.
Uno dei cinque è il titolare della ditta, Vincenzo Altomare, che, insieme all’autista dell’autocisterna si è calato nel serbatoio letale per aiutare il collega. Non ce l’hanno fatta, e sono rimasti a loro volta vittime.