Aiutateci, disse il Dalai Lama

dalai lama
Più che una richiesta, è una vera e propria implorazione, a questo punto. Una Per favore, aiutate il mio popolo a risolvere la crisi del Tibet.

Per favore, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutto il mondo

Il Dalai Lama è in ginocchio. Teso, sembra disperato. E in ginocchio. Le mani giunte sopra la testa. L’appello, implorante, è rivolto a tutta la comunità internazionale. Toccante, drammatico, un culmine. Le mani giunte.

Spesso, il leader spirituale del Tibet compare con le mani giunte. E’ un leader spirituale. Spesso appare con un cipiglio particolare e caratteristico. Che è assolutamente suo, e che nell’immaginario rimane indelebile. Un sorriso, un guizzo. Oggi, a New Dehlik, c’è solo disperazione.
Tragedia, disperazione di fronte a migliaia di persone. persone della provenienza più disparata. Di vari credi.

Cuba, è tutto intorno a te

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Continua la politica di “distensione” di Raul Castro, erede designato ed oggi comandante in jefe di Cuba. Al posto di Fidel. Non deve essere una posizione comoda. I giornali di mezzo mondo ciclostilano in queste settimane il termine “transizione”, mostrando un vero e proprio accanimento terapeutico nei confronti della questione.
Riassunto delle puntate precedenti: il 18 febbraio 2008 Fidel Castro, lidèr maximo della rivoluzione cubana e capo del partito unico per 49 anni, annuncia, a pochi giorni dalla probabile ennesima rielezione, l’inappellabile decisione di lasciare. Dopo 49 anni. Nel bene o nel male, un record di longevità.
Al suo posto, il fratello Raul – anche lui artefice della rivoluzione del 49 e non proprio un giovanotto – che non sembra però volere seguire esattamente la linea di Fidel.

Andiamo tutti a quel paese

manifesto pd quel paese
Questa campagna elettorale fa abbastanza schifo. Per essere fini, e dirla con un giro di parole. L’unica cosa buona, ma veramente buona, e tanto divertente, è costituita dalla creatività di un elettorato che sono nell’ironia può, forse, trovare salvezza. I manifesti? Possono essere assai più comunicativi. Belli. Belli e bravi.

Quando parliamo di competitività e di futuro del sistema paese bisogna assolutamente trovare la strada per alcune fondamentali scelte condivise

E’ il richiamo che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha fatto oggi. Con malizia, uno ci potrebbe vedere il messaggio di un altro fantastico manifesto ritoccato: sotto Veltroni, sorridente, la frase

Non cambierete Governo…. Faremo l’inciucio

[Candidati Politiche 2008]: Giuliano Ferrara

In un periodo in cui le vicissitudini tipiche delle ultime campagne elettorali si ripresentano, ecco che politicalive vi presenta gli ultimi tre candidati alle elezioni politiche del prossimo aprile.

Molti altri potrebbero venire analizzati, si consideri che il documento presentato con tutte le liste elettorali presentate a queste elezioni è di 60 pagine circa.

Ogi parleremo di uno dei più chiacchierati candidati “minori”, Giuliano Ferrara e la sua lista sull’aborto

Spagna: Independenza Basca MAI! Però, forse…

Il messaggio iniziale era stato chiaro, specie dopo l’attentato terroristico che ha sporcato di sangue la campagna elettorale spagnola. Per tutti i candidati premier non era possibile, in alcun modo sostenere l’idea di dover permettere ai paesi baschi l’indipendenza. All’interno del governo spagnolo, esiste un partito che sostiene fortemente le ideologie di indipendenza basca, il partito nazionalista basco appunto.

Il partito nazionalista basco, a distanza di 15 giorni dalle elezioni che hanno visto vittorioso il premier uscente Zapatero, vede improvvisamente la sua importanza cambiare, fino a divenire quasi indispensabile al premier vincente.

I risultati parlano chiaro. Zapatero ha vinto le elezioni ma non riesce a raggiungere la maggioranza assoluta al governo e ha quindi bisogno il sostegno dei piccoli partiti regionali e soprattutto della Izquierda Unita.

Alitalia survivor? I ministri litigano

Alitalia

Cose serie, per favore

Queste le parole del dimissionario Premier Romano Prodi. Qualcosa di reale e di concreto. La polemica non si placa. Il ministro Bonino e il ministro Bianchi che litigano, e ultimatum che volano, tra sindacati sul piede di guerra e Air France.

Alitalia al bivio. Domani gran giorno. Negli uffici della Magliana a Fiumicino verra riaperto il tavolo tra Alitalia e l’acquirente Air France. Il silenziatore pasquale – che pure sarebbe stato assai utile – sull’affaire Alitalia non ha funzionato, anzi. Coma già a Natale, le festività risultano cruciali per la faccenda. Il destino della compagnia di bandiera è ormai inscindibilmente legato a quello della campagna elettorale. E non doveva, plausibilmente, andare così.
Conferme e smentite a rotazione. La presunta cordata italiana di imprenditori nostrani è avvolta nel più bizzarro silenzio. Cordata sponsorizzata sì da Silvio Berlusconi e dal Pdl, ma anche dalla sinistra radicale, coinvolta attraverso la lotta sindacale.

Olimpiadi, accesa e contestata la Fiamma Olimpica

torcia olimpica
Acceso il sacro fuoco. A Olimpia. Il sacro sito archeologico era stato blindato proprio in occasione della cerimonia dalla polizia. Perchè blindare? Per l’eventualità che si è poi verificata. Una ribellione pacifica ma mediatica. E così è stato.
Luci della ribalta sulla fiaccola, con una copertura mediatica formidabile. A contestare, però, non son stati, come ci si aspettava, attivisti tibetani. A contestare sono stati dei rappresentanti di Reporters sans Frontières. Il loro sito, in apertura, è decisamente esplicativo. Il simbolo delle Olimpiadi di Pechino 2008, gli anelli olimpici, sono manette.
Reporters sans Frontières è un’associazione che si batte per i dirittti della libertà di stampa da tempo.

[Candidati Politiche 2008]: Marco Ferrando

Nuova tappa alla scoperta dei candidati alle prossime elezioni politiche e quest’oggi andremo a conoscere Marco Ferrando.

Ringrazio in anticipo tutti coloro che hanno partecipato attivamente ai commenti ai vari articoli con critiche, approfondimenti personali e correzioni, utili anche per permettere al documento di rappresentare la realtà al meglio.

Quindi lasciamo spazio al candidato di oggi, spazio a Marco Ferrando.

Versione di Pechino: il Tibet e il Dalai Lama ricattano le Olimpiadi

alice
Tibet e Olimpiadi, Olimpiadi e Tibet. Sanno di poterselo permettere. Sanno che il modo e il momento sono quelli giusti. Sanno che andrà esattamente come loro vorranno. La quetione tibetana e le Olimpiadi sono diventate un binomio imprenscindibile.
Dilagano le voci e gli appoggi a livello internazionale. Per una versione ed una lettura che mettono insieme un utilizzo della ribalta mediatica indotta dai Giochi, dalle Olimpiadi, da Pechino 2008, per riuscire a rilanciare la causa del Tibet. E, attraverso la causa, la tutela dei diritti civili e umani in Cina. Diritti che, col passare dei giorni, appaiono sempre più lontani.
Pechino risponde, e lo fa a muso duro: il Dalai Lama vuole

prendere in ostaggio

e ricattare le Olimpiadi. Il mondo alla rovescia. Il mondo nello specchio di Alice.

Alitalia: caos e insider trading

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Alitalia in campagna elettorale. Non sarà più possibile schiodarla. Ormai. Ieri scontro Veltroni-Berlusconi sui tempi della presunta cordata italiana pronta all’acquisizione di Alitalia. Oggi arriva la voce di quello che, non dimentichiamolo, è un ex-magistrato. Non dimentichiamo neppure che a Berlusconi i magistrati proprio non sono mai andati giù.
All’attacco, signore e signori, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Un attacco nel vero senso della parola, e di tutto rispetto. Perchè accusa il Silvio nazionale – in effetti niente di non già visto – di compiere un reato.

Berlusconi sta facendo insider trading facendo credere contrariamente al vero che c’è qualcuno che vuole comprare Alitalia

Alitalia, cordata di figli alla riscossa: La famiglia Berlusconi ci salverà

Alitalia
Parliamone. Cioè, uno se ne vorrebbe esimere, poichè la nausea sulla faccenda è sopraggiunta da un pezzo. Ma insomma parliamone. Realisticamente. Ci sono strane coincidenze. Un eterno ritorno si affaccia sull’Italia. Era il 24 dicembre. E la vicenda si era guadagnata l’appellativo di A Nightmare Before Christmas I e II. Cambiano le stagioni, le festività, ma il Paese si arrovella come di consueto sulle stesse faccende.
Era Natale. Ora è Pasqua. E di cosa parla la politica? Ma è semplice! Alitalia-Air France, l’eterno ritorno!

Vescovi, al via la campagna elettorale

vescovi
Suona forse strano? Ma no. E’ tempo di campagna elettorale. Secondo gli esperti marketing il pareggio è possibile. I calcoli stranissimi e complessi per assurdo che fanno sono ben poco digeribili per chi non ha neppure capito chi diamine abbia vinto Sanremo 2008. Comunque la campagna elettorale esplode in allegria.
Soprattutto, sono in molti a cominciare la campagna elettorale. I vescovi. Che c’entrano con la campagna elettorale? Ma non agivano in Chiesa? Che c’entrano le urne? C’entrano, c’entrano.
Insomma, i vescovi della Chiesa cominciano la campagna elettorale. Come? Individuando e declamando a gran voce l’agenda. La to do list della politica italiana. Dubbi, angosce e perplessità? Non c’è problema, ci pensano loro. A voi: una nuova legge elettorale, una scuola migliore, la lotta alla mafia, combattere il decadimento della politica, svelenire il clima della politica. Il tutto, sia chiaro,

per il bene del paese

Sabotaggio olimpico, dice la Cina. Nessuno tocchi le Olimpiadi

Olimpiadi
I politici, da ogni donde, da ogni paese, in tutti i contesti, si stanno precipitando a dire – condivisibile o meno, dall’alto di determinate ragioni o meno – che queste violenze s’hanno da fermare. Ma le Olimpiadi, nessuno le tocchi.
Nessuno le tocchi, men che mai il Dalai Lama. Il Governo cinese ha accusato il leader spirituale tibetano, di nuovo. Le proteste in Tibet hanno scatenato la reazione delle forze di sicurezza della Repubblica Popolare.

Ci sono ampia evidenza e prove abbondanti che dimostrano come gli incidenti siano stati organizzati, premeditati, diretti e incitati dalla cricca del Dalai Lama

Ampia evidenza, dunque, per il primo ministro di Pechino, Wen Jiabao. Tanto di conferenza stampa ufficiale questa mattina (ora italiana).

Sarkò, non mi piaci più!

Per fortuna sua, e per la sfortuna di migliaia di pretendenti già pronti a prenderne il suo posto, queste parole non arrivano dalla bocca della bellissima Carla Bruni, quanto invece dai suoi concittadini, dai francesi che in questo weekend si sono recati di nuovo alle urne per il secondo turno delle amministrative.

I dati parlano di un’affluenza bassissima, pari al 65%, ma soprattutto porta alla conclusione di un dato inconfutabile, ovvero Sarkozy non piace più ai francesi. Ovviamente in questo caso stiamo parlando di elezioni amministrative, che come ben sapete riguardano l’elezione dei vari presidenti “locali” (quali possono essere sindaci, amministratori regionali e così via). Chiaramente un voto che potrebbe anche venire interpretato indirettamente come un voto sfavorevole al buon Sarkò.

Dal canto Sarkozy ben poco può dire. Tutte le città più grandi e importanti, impegnate in questo turno di ballottaggio, sono finite nelle mani della “gauche”, della sinistra socialista. Città quali Strasburgo, Tolosa, Caen e Reims, da oggi verranno gestite da un governo socialista. Unica soddisfazione per l’Ump, il partito di destra che sostiene Sarkozy, il mantenimento della sua roccaforte Marsiglia, dove addirittura si era puntato su una campagna elettorale che nominasse il meno possibile il premier, al fine di evitare di condizionare negativamente l’elettorato.